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"Cella non adatta per un disabile": la denuncia della sorella di un detenuto

"Maikol è tetraplegico e manifesta problemi di salute. I miei genitori lo hanno trovato malissimo": così scrive Vanessa Pagliara. L'avvocato Valentini ha chiesto una nuova perizia

LECCE - È stato arrestato agli inizi di dicembre per un presunto reato di tortura. Le sue condizioni di salute, però, non sarebbero delle migliori. Vanessa Pagliara, sorella del detenuto Maikol, ha inviato una segnalazione in redazione chiedendo che si faccia luce sul caso: “Mio fratello è paraplegico dal 2010 ed ogni giorno ha bisogno della fisioterapia per evitare gravi contrazioni muscolari”.

A detta della signora, l’uomo si troverebbe però in una cella nel carcere di Borgo San Nicola “che non è idonea ad ospitare i disabili” e manifesterebbe altri problemi di salute connessi alla difficoltà di deambulazione. “Manifesta piaghe da decubito, una delle quali è stata trattata presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove però ha contratto anche una grave infezione – precisa lei -. Mio fratello necessita di 8 cateterismi al giorno da realizzarsi in un ambiente asettico. Il 12 gennaio, mentre si stava recando in bagno nella sua cella, si è retto al maniglione che era montato in maniera non idonea ed è caduto. Era già accaduto, ma quella caduta gli ha provocato una frattura del metatarso, riscontrata in ospedale”.

“Nella serata – racconta ancora Vanessa – la situazione si è aggravata ed è stato trasportato d’urgenza nuovamente presso il Vito Fazzi. I medici gli hanno diagnosticato una vascolarizzazione necrotica, con conseguente e presunta amputazione dell’arto. Accusa anche una flebite al ginocchio che necessita di essere trattata due volte al giorno”.

E ancora: “Maikol ha una stabilizzazione in titanio sulla spina dorsale, ma probabilmente a causa della caduta l’impianto si  è sganciato, provocandogli forti dolori alla schiena. È rimasto in ospedale fino a venerdì 16 febbraio, poi ricondotto nella Casa circondariale ma i famigliari non sono stati avvisati. Mia madre, considerata la gravità della situazione, aveva ottenuto il permesso particolare di recarci a trovarlo due volte al giorno per imboccarlo. Giunta in ospedale, non l’ha più trovato”.

“Il 20 febbraio, i miei genitori recatisi a colloquio, hanno trovato mio fratello in condizioni pessime”, conclude la signora. Vanessa Pagliara dice di non battersi per la scarcerazione, ma chiede che il fratello sia portato “in un centro idoneo ai suoi problemi, dove scontare la sua presunta pena”.

La denuncia è supportata dal legale Gabriele Valentini che ha presentato istanza al giudice per accertare la presunta incompatibilità della condizione carceraria. Il giudice ha affidato l’incarico ad un perito, ma la perizia è stata impugnata dall’avvocato dinanzi al Tribunale del Riesame: “Chiediamo una nuova perizia, svolta da neurochirurgo ed neurologo per valutare le condizioni dell’assistito Maikol Pagliara. La trattazione è stata fissata il 2 marzo. Vogliamo che vengano verificate tutte le condizioni descritte dalla sorella”.

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