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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cannabinoidi, è dipendenza nel Salento. Psichiatra: "Non chiamatele droghe leggere”

Sempre più ragazzi si imbattono in alcuni disordini comportamentali per il consumo di cannabis. L’esperto: “Spinelli più pericolosi rispetto a quelli di 30 anni fa”

LECCE – Il tasso di Thc contenuto nelle canne di "erba" è molto più pericoloso che in passato. La paranoia. L’ansia che sale. Il tono dell’umore che invece cala e non si riprende. La sensazione di malessere anche fisico. Sono soltanto alcuni dei sintomi con i quali centinaia di giovanissimi salentini sono finiti nell’ultimo anno nei vari Serd (Servizi per la cura delle dipendenze) della provincia e nei Servizi di Psichiatria degli ospedali del territorio per abuso di “spinelli”. Del sovrautilizzo di cannabinoidi nella popolazione del Tacco ne abbiamo parlato con IMG_9306-2un esperto: Pietro Durante (in foto), psichiatra presso il “Santa Caterina Novella” di Galatina da oltre 13 anni e nel settore da molti di più. Nel Salento, perfettamente in linea con il trend nazionale, fanno riflettere alcuni dati: è in aumento non soltanto il poliabuso di sostanze (spesso in contemporanea), ma preoccupa l’abbassamento della fascia anagrafica degli “utenti”. La più alta percentuale di consumatori di cannabinoidi della provincia riguarda un range di giovanissimi fino ai 24 anni, ma  lo spinello si comincia  già a  fumare alle scuole medie. Non a caso i riflettori sono puntati soprattutto sui ragazzi tra i 15 ai 19 anni. Si assiste sul territorio salentino a un graduale aumento, di circa il 15 per cento negli ultimi anni,  a disordini comportamentali legati al consumo di “canne”.

Una corposa fetta di ragazzi, nei vari sondaggi effettuati negli istituti, ha dichiarato infatti di fumare droghe già a partire dalle scuole medie. Vi sono del resto sostanze denominate di “iniziazione”, apparentemente innocue, alle quali i più giovani si avvicinano. La taurina, per esempio, un aminoacido contenuto negli energy drink, spesso viene mescolato all'alcol. Allo stesso modo, approdare agli spinelli viene vissuta come un'esperienza altrettanto innocua, ludica. Eppure, una canna fumata a 15 anni provoca effetti ben diversi da quelli che si subirebbero a 23 anni. Uno dei motivi per il quale Durante ha preso le distanze dalla definizione di “droghe leggere”.

Dottor Durante, che cosa risponderebbe a coloro che considerano i cannibinoidi delle droghe leggere?

“Un tempo poteva essere considerata leggera, ora non più. La concentrazione della componente che provoca lo “sballo” attualmente è molto elevata. Nei casi limite fino al 60 per cento in più rispetto a 25, 30 anni fa. Innanzitutto è cambiato il concetto di uso delle sostanze. Poteva stare in piedi negli anni Settanta questa distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti. Ma il cambiamento sociale in atto ne ha provocato anche uno in ambito medico. Un tempo il ragazzo tossicodipendente era ghettizzato, viveva ai margini della società. Provava l’esperienza del consumo in solitudine. Ora le sostanze sono empatogene: non isolano, ma aiutano la socializzazione. Le droghe sono diventate quasi una necessità davanti a una società che richiede alte prestazioni, dover stare svegli fino a tardi. Si ricorre con maggiore facilità all’uso di più sostanze in contemporanea. Noi psichiatri assistiamo sempre più frequentemente alla comparsa di manifestazioni comportamentali importanti”.

È dunque cambiata la composizione chimica degli spinelli?

“La sostanza psicotropa principale contenuta nei cannabinoidi è il Thc, il Tetraidrocannabinolo. Nel tempo sono state utilizzate piante con un tasso maggiore di Thc. A diffrenza dell’altra sostanza contenuta nella pianta, il Cbd (Cannabidiolo, la parte rilassante che agisce ai fini terapeutici, ndr), il Thc è presente in quantità elevatissime rispetto ai decenni scorsi. Nella Cannabis delle generazioni passate, 25 anni addietro, il Thc era molto basso: 3 o 4 per cento. Il Cbd si attestava al 2 per cento. Ora, invece, assistiamo a uno sbilanciamento marcato a favore del Thc anche fino al 30 per cento nell’olio di Cannabis. Nella Marijuana dal 6 all’11. Nell’hashish, fino al 17 per cento”

Potenzialmente anche la piantina coltivata in casa, nell’immaginario collettivo innocua, potrebbe provocare degli effetti psichiatrici?

“Certamente, anche nelle piantine “casalinghe”. Peraltro è cambiata la stessa produzione rispetto al passato. Prima, quelle prodotte sul balcone erano soggette a una certa stagionalità. Ora esistono vere serre, con tanto di concimi, apparecchiature per aumentare il calore e la luminosità. La produzione avviene tutto l’anno, artificialmente, con l’utilizzo di sostanze per velocizzarne l’essiccamento. Si aggiunge peraltro l'ammoniaca sempre più frequentemente. Tutti questi fattori non possono che sommarsi e incidere...".

IMG_9304-3I consumatori di cannabinoidi premono per la legalizzazione e da sempre non si spiegano il motivo per il quale l’alcol, al contrario, non sia stato proibito..

“L’alcol è una altra sostanza che provoca alterazioni comportamentali, ma non ha lo stesso tipo di caratterizzazione. Anche se ciò dipende molto dalle caratteristiche individuali di ogni singolo consumatore. L’alcol agisce molto più sui freni inibitori. Così come può dare alterazioni comportamentali, più legate al disorientamento e alla coordinazione motoria, labilità emotiva, irritabilità, aggressività. L’uso continuativo di alcol, dunque, fa altrettanto male, ha durata meno intensa  e meno lunga degli effetti della cannabis. Ripeto, anche l’alcol ha i suoi danni, specie se parliamo dei ragazzi al di sotto dei 20 anni. Tutte le sostanze, al di sotto dei 20 anni, provocano effetti nefasti: ci sono degli enzimi che dovrebbero processare l’alcol che fino a 20, 22 anni non si sono ancora neppure formati. L’alcol meno “filtrato” dal fegato, e arriva più velocemente al cervello. Ma il Thc molto più facilmente causa alterazioni psicotrope anche con il consumo di piccole quantità.Il Thc è infatti una sostanza lipofila: si scioglie nel grasso, si accumula nelle cellule cerebrali. La parete cerebrale permette l’ingresso di sostanze lipofile come il Thc. Noi la ritroviamo nelle urine: l’esame tossicologico dimostra che è la sostanza che resta maggiormente in circolazione. Fino a 20 giorni. La cocaina ha invece durata estremamente breve: 48 ore appena”.

Ma può davvero creare dipendenza? In tanti sostengono che, a differenza di eroina e cocaina, la “canna” non costituisca una necessità…

“Questa è un’altra falsa informazione, un’altra falsa credenza. Mi ritrovo spesso a chiedere ai  ragazzi che la usano da anni: “Riusciresti a stare sette giorni senza fumare?”. Non ce la fanno in tanti. La maggiore concentrazione di sostanze psicotrope e l’uso massiccio di quelle droghe, che non è più sporadica,  contribuisce a generare una reale dipendenza. Non psicologica, ma fisica. Una reale impossibilità di farne a meno. Alcuni non riconoscono i sintomi della dipendenza e la attribuiscono ad altri malesseri. Invece soffrono gli effetti di una vera e propria astinenza”.

Che cosa accade nel corpo di un ragazzo che, improvvisamente, si priva dello spinello?

“Si chiama craving ed è la necessità di dover procurarsi quella sostanza.. Di solito i sintomi sono fisici: irrequietezza, sudorazione, aumento dell’ansia, dolori addominali, dolori ai muscoli.  In genere i meccanismi sono tutti quelli delle altre dipendenze: stimolano quelle parti del cervello che regolano il piacere, stimolano la dopamina, il neurotrasmettitore deputato al piacere, alla gratificazione. Con un’unica assunzione di sostanza alcuni ragazzi, in rari casi, hanno avuto delle manifestazioni gravi. O hanno gettato le basi di una dipendenza. Hanno  comunque subito dei danni. Così come ci sono persone che non diventano dipendenti pur fumando da anni. Lo si scopre solo a posteriori.  Il problema è che può capitare, anche con la Cannabis, che vengano slatentizzate manifestazioni che via via si stabilizzano, come le psicosi da cannabis. Dal punto di vista psichiatrico, possono insorgere problematiche di natura emotiva: l’euforia, poi un calo dell’umore, fase depressiva. Allucinazioni, deliri, deliri di persecuzione che poi possono stabilizzarsi e viaggiare in autonomia.  Possono regredire se trattati. Ma dopo spesso alcuni episodi simili, i sintomi si strutturano e vivono di vita proprio. Si perde, inoltre, la capacità di concentrazione che, in età scolare, può diventare invalidante per la propria carriera di studi. Le performance sono mediamente inferiori tra gli studenti “dipendenti” rispetto a coloro che non ne fanno uso”.

E fumare spinelli in gravidanza? Può provocare astinenza nel neonato?

“In quei casi riscontriamo effetti quasi sicuri. Una donna che fuma in gravidanza potrebbe provocare problemi di maturazione cerebrale al nascituro, con dei danni non immediatamente visibili. Ma con lo sviluppo, infatti, potrebbe venir fuori una minore qualità dell’intelligenza. E, come se non bastasse, quegli stessi bambini avranno maggiore predisposizione alle dipendenze in età adulta”.

Da un lato c’è chi difende la cannabis anche per uso terapeutico,  dall’altra anche chi acquista la marijuana legale, meno pericolosa…

“Quella attualmente in vendita legalmente è una marijuana a contenuto molto basso di Thc: appena lo 0,2 per cento. Quello che sta accadendo, però, è che i ragazzi assemblano quattro o cinque volte quella stessa quantità per arrivare a fumare uno spinello “tradizionale”. Come accade, del resto, nei coffee shop olandesi: il Thc che è consentito fumare ad Amsterdam è molto basso. Un consumatore abituale non ne sarebbe soddisfatto. E infatti, finiscono per comprarla illegalmente anche lì. Nella cannabis terapeutica, invece, il tasso di Cbd la parte rilassante e sedativa, è molto elevato. Ma il contenuto di Thc è invece piuttosto basso. Non sarebbe comunque indicata per chi intende sballarsi. Passano messaggi non realistici: quella tipologia di cannabis serve a curare, ma stiamo parlando di una sostanza completamente diversa”.

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