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Mercoledì, 24 Aprile 2024
settimana Nardò / Via Incoronata

L’incompiuta di via Incoronata sarà un ricordo. Martedì l’abbattimento

La ditta incaricata delle operazioni di demolizione è la stessa che ha abbattuto il complesso immobiliare di Punta Perotti a Bari

NARDO’ – Arriva a compimento l’iter avviato nei mesi scorsi dall’amministrazione comunale di Nardò e che porterà alla demolizione dello scheletro in cemento del “nuovo” palazzo comunale di via Incoronata, la cui realizzazione è stata avviata negli anni Settanta, ma non è mai stata completata. Martedì prossimo una delle “incompiute” tra le più note della città di Nardò verrà finalmente rasa al suolo per dare avvio all’opera di riqualificazione dell’area racchiusa tra via Incoronata e via Montale. Già nel luglio scorso la giunta guidata dal sindaco Pippi Mellone aveva fornito l’atto di indirizzo agli uffici comunali  per acquisire una relazione sulla stima dei costi necessari per l’intervento di demolizione, che in ogni caso, così come definito in Consiglio comunale, si doveva effettuare entro la fine dell’anno in corso.

Il sindaco Mellone nella sua relazione e rendicontazione estiva del suo primo anno di amministrazione aveva annunciato la volontà di demolire l’immobile e di realizzare su quell’area, di proprietà comunale, uno spazio verde per i cittadini. E ora all’inizio della prossima settimana si partirà con le opere di abbattimento con un impegno di spesa che da 150 mila euro è ora stato contenuto a 92 mila euro. E c’è anche una curiosità: la ditta incaricata delle operazioni di demolizione, l’impresa Gessando di Bari, in regime di subappalto dalla Domus Costruzioni di Calimera, è la stessa che ha abbattuto il complesso immobiliare di Punta Perotti a Bari. “Cancelliamo un simbolo clamoroso di spreco di soldi pubblici e inefficienza” spiega il sindaco Mellone, “e inauguriamo un percorso di riqualificazione dell’area che vedrà sorgere su questo terreno un parco verde fruibile da tutti. È come se tagliassimo per sempre il malinconico filo che lega la nostra città a una politica incapace e dissipatrice e a un’epoca che ha penalizzato Nardò sino ai nostri giorni. Era un obiettivo caratterizzante del nostro programma elettorale prima e della nostra azione di governo poi: averlo centrato a solo un anno e mezzo dall’insediamento è un grande motivo di orgoglio visto che per decenni il tema del nuovo palazzo di città ha occupato trasversalmente i programmi elettorali di tutti e lì è, tristemente, rimasto”.

Il fabbricato, nella condizione in cui è stato abbandonato per decenni, è composto da due distinti corpi allo stato rustico di forma regolare, collegati da una passerella, privi di opere di finitura. Si sviluppa su tre piani e un livello seminterrato e occupa complessivamente oltre 1400 metri quadri. Il progetto di demolizione è stato redatto dall’architetto Elisabetta Ferrocino e dal geometra Salvatore Albanese. Da martedì, 12 dicembre,  quell’immobile che oggi rappresenta un problema dal punto di vista ambientale e della sicurezza, oltre che un autentico pugno nell’occhio nel contesto urbano dell’area intorno alla chiesa dell’Incoronata, diventerà un vecchio ricordo. Si tratta, come detto, dell’inizio di un percorso di riqualificazione di tutta l’area, che dunque prenderà il via proprio con la cancellazione di una struttura che è ormai inutilizzabile e fatiscente e che una puntuale relazione tecnica dell’ingegnere Raffaele Dell’Anna aveva stabilito inidonea dal punto di vista statico, indicando chiaramente la non economicità di qualunque azione tesa all’adeguamento e al recupero.

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