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Martedì, 16 Aprile 2024
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Giornata "storica" a Tricase: la terra restituisce tombe, resti umani e l’antica cinta muraria

Dopo la scoperta di granai e cisterne, gli archeologi hanno rinvenuto una tomba multipla, una fossa e parte delle antiche mura

TRICASE  - Una giornata “storica” quella di oggi, è il caso di dirlo. Dopo i due granai e alcuni silos, scoperti nei giorni scorsi nel cuore di Tricase, la terra ha restituito agli archeologi anche altro: una tomba, una fossa con dei resti  umani e una porzione di cinta muraria di almeno tre metri. La scoperta in piazzetta don Tonino Bello, nei pressi di ridosso di Piazza Pisanelli e Porta Terra. Durante degli interventi commissionati dal Comune di Tricase, per la sostituzione del manto stradale con il basolato, i due archeologi che hanno eseguito un'attività di sorveglianza, per conto della Soprintendenza delle belle arti, archeologia e paesaggio di Lecce, Brindisi e Taranto, quando si sono ritrovati davanti a nuovi reperti.

I nuovi reperti rinvenuti a Tricase

Dapprima, come ormai è noto da alcuni giorni, due granai di epoca tardomedievale, poi altri silos, sempre usati dalla popolazione dell'epoca per la conservazione dei viveri. Poi, ancora è spuntata una cisterna, con la volta a botte e una fossa contenente ossa appartenute ad umani. Ma la vera sorpresa per i due archeologi, Andrea Chiuri e Luigi Coluccia, si sarebbe palesata di lì a qualche giorno: oggi. E ieri, i due ricercatori si sono imbattuti anche in una tomba, di quelle multiple, con più sepolture all’interno. E non è tutto. Scavando, hanno riportato alla luce anche un’ampia porzione di cinta muraria, lunga circa tre metri.

Quest’ultima scoperta risuona come ulteriore conferma all’ipotesi - già accreditata – dell’esistenza della vecchia cittadella interna alle mura. Un sito che, in epoca tardo medievale, avrebbe incluso l’area compresa tra Porta Terra, attualmente esistente e Porta Piccola, andata distrutta.   I reperti, ora presi in cura dall’amministrazione comunale tricasina, saranno consegnati ai laboratori dell’Università del Salento nel corso dei prossimi giorni, per i successivi riscontri tecnici da parte dei ricercatori.

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