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Mercoledì, 24 Aprile 2024
settimana Melendugno

Bei lascia Tap ancora senza soldi. A ore forse proroga dalla prefettura su "zona rossa"

Rimandata al prossimo mese l’eventuale concessione del prestito alla società azera, per un miliardo e mezzo di euro. A San Foca, potrebbe essere confermata l’area cuscinetto attorno al cantiere

SAN FOCA (Melendugno) – Possono le proteste “popolari” contro il gasdotto arrivare a spaventare un colosso come la Banca europea degli investimenti? Di certo c’è che oggi i 29 membri che compongono il Board of directors -  la commissione che dovrebbe esprimersi sul prestito di un miliardo e mezzo di euro (inizialmente era di 2 miliardi) – ha rimandato la decisione all’anno entrante. L’organo, infatti, si ricompone ogni 12 del mese e, questa volta, si sarebbe dovuto esprimere sulla cifra da affidare a Tap per la realizzazione del tratto che parte dal confine turco greco, per approdare sulle coste di San Foca.  Non è escluso, né lo si può affermare con certezza, che a condizionare la decisione della Bei possano aver inciso le proteste della popolazione locale poi sfociate, in alcuni momenti, anche in disordini e scontri con le forze dell’ordine. Con successivi, conseguenti malcontenti da entrambe le parti.

Tra i parametri  valutati dalla banca lussemburghese, prima della erogazione di prestiti – quello concesso eventualmente a Tap sarebbe il più corposo di tutta la storia della Bei – vi è anche quello relativo al rispetto dei diritti umani nei luoghi  interessati dall’infrastruttura e a una sorta di “consenso”  dei territori locali circa l’opera stessa.  Un’analisi a carattere economico, ovviamente, non sociale, per poter offrire garanzie a 360 gradi prima di un tale maxi investimento. Di contro, il rinvio da parte della Bei alla erogazione dei fondi, potrebbe avere eventuali ripercussioni su altre fonti di finanziamento privato alle quali Tap potrebbe accedere forte di quella “garanzia pubblica”. Nel corso della giornata di domani, intanto, potrebbe giungere la proroga dell’ordinanza del prefetto leccese, Claudio Palomba,  emessa lo scorso 13 novembre, con la quale è stata istituita la zona “rossa” del cantiere: quella accessibile soltanto tramite autorizzazione e comunque sotto la guida della polizia. Trascorso un mese, l'ordinanza domani scadrà. Si parla della conferma di quell’area cuscinetto, della quale si potrà avere tuttavia certezza soltanto tra qualche ora. Al momento, resta dunque un’ipotesi.

Il comitato No Tap, sempre nella giornata di oggi, ha lanciato il cosiddetto twitter-storm, una pioggia di “cinguettii” virtuali, per riempire il web con lo slogan “No public money for fossil gas”: No ai soldi pubblici per il gas fossile. Utilizzando le parole chiave (hashtag) “No Tap” e affini, gli utenti contrari alla realizzazione del gasdotto hanno cercato di far giungere il proprio dissenso oltre i confini nazionali., utilizzando la Rete.  Proprio sugli episodi dei giorni scorsi, in particolare sui 52 fermi eseguiti dagli agenti della questura, è ora intervenuto anche Arturo Scotto, deputato di Mdp- Liberi e Uguali. Il parlamentare ha presentato, questa mattina, un’interrogazione al ministro dell’Interno, Marco Minniti, per chiedere spiegazioni su quanto accaduto nei giorni scorsi nelle campagne di Melendugno. Sulla vicenda dell’esplosione della condotta a Baumgarten, inoltre, si è espresso Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, il quale ha risposto alle affermazioni del ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda: “L’emergenza energetica dovuta all'esplosione dell’impianto di gas in Austria costituisce un drammatico evento che mostra la fragilità dell’approvvigionamento energetico in Italia e quanto sia necessario che il nostro Paese si liberi dall'energie fossili”. “Il ministro Calenda torna a parlare di Tap come un potenziale mezzo per scongiurare crisi come questa, ma troviamo contraddittoria e miope questa dichiarazione perché questo incidente dimostra la fragilità di un sistema energetico basato sulle fonti fossili: quell'incidente o un conflitto può bloccare in ogni momento le forniture energetiche per il nostro Paese”.

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