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Giovedì, 25 Aprile 2024
settimana Taviano / contrada Fichelle

Sommozzatore in un pozzo: all’interno i resti del piccolo Mauro?

Un pompiere del Nucleo Saf si è calato in una cisterna a Taviano, ma l’acqua è limacciosa. Dietro a tutto, un'indagine su un giro di pedopornografia. E la vicenda s'intreccia con la storia del bimbo di Racale scomparso nel 1977

TAVIANO – Forse un pallido squarcio di luce nel buio che, da oltre 42 anni, oscura la pace di una famiglia. Quella di Mauro Romano, il bimbo di Racale scomparso misteriosamente il primo giorno d’estate del 1977, all’età di appena sei anni. Nella mattinata di ieri, fino alle 14 circa, vigili del fuoco e carabinieri tavianesi hanno raggiunto un terreno in contrada Fichelle, nella immediata periferia di Taviano, comunque abitata, in direzione di Racale. Su quel fondo privato, all’interno di un pozzo, potrebbero trovarsi i resti del piccolo. Queste, quanto meno, le informazioni a disposizioni degli inquirenti. Non vi sono, al momento, svolte giudiziarie sul caso Romano, nèéalcun nuovo fascicolo di indagine. Di certo, però, la Procura della Repubblica di Lecce sta indagando su un giro di pedopornografia e l’inchiesta ha finito per tangere, non è dato sapere i dettagli, anche il cold case del bimbo di Racale.

I pompieri del Saf, il Nucleo di soccorso acquatico di superficie, hanno infatti raggiunto il punto indicato dai militari e un sommozzatore del 115 si è calato all’interno della cisterna. Purtroppo, però, le acque erano limacciose e torbide. Esattamente come la vicenda cominciata 42 anni addietro. Il pozzo è stato parzialmente sgombrato dei detriti, ma nulla sarebbe stato al momento rinvenuto. Vista la complessità delle operazioni, sarebbe stata presa in considerazione l’ipotesi di congelare momentaneamente le ricerche, rimandandole al mese di agosto. Un periodo, quello estivo, che agevolerà le indagini rendendo il pozzo più esplorabile. Così si spera: più nitido di quei 42 anni di silenzi e omertà.

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La vicenda della scomparsa del piccolo Mauro, unita alla estenuante ricerca di verità da parte dei suoi genitori Bianca Colaianni e Natale Romano, è approdata negli anni anche sulle reti televisive nazionali. Quel maledetto 21 giugno di quarantadue anni fa, l’incubo è cominciato con un ordinario momento di organizzazione familiare: Mauro era stato affidato ai nonni materni assieme al fratellino Antonio, di pochi anni più grande. Mamma e papà, infatti, si erano recati in un paese del Napoletano per i funerali del nonno paterno. Dai giochi all’aperto in Vico Immacolata, a Racale, alla tragedia.

Poi il nulla. Un bambino ingoiato dal silenzio per sempre. Numerosi i colpi di scena, le testimonianze, le smentite, le indagini, le archiviazioni, le riaperture dei fascicoli dopo le nuove denunce da parte della famiglia del bambino. Nei giorni successivi alla scomparsa, le ricerche effettuate anche con l’ausilio dei cani, hanno potato in località Castelforte, nella parte collinare di Taviano. Qui è stato rinvenuto un batuffolo di ovatta, probabilmente usato come tampone narcotizzante. Qualcuno, inoltre, nel tempo ha parlato della presunta presenza di un uomo, vicino alla famiglia Romano, visto in sella a una Vespa proprio in quelle campagne in compagnia del bambino. Ma sono numerose le versioni e le testimonianze, risultate inaffidabili e prive di riscontri, che si sono susseguite in quattro decenni. Di recente, però, qualcuno deve aver parlato. Gli inquirenti e i vigili del fuoco si sono recati proprio in direzione di quel pozzo alla ricerca dei resti indicati da chi, evidentemente, è depositario di nuove verità.

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