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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La salentina Protopapa alla “scoperta” di Ultima Thule. Sarà premiata dalla Provincia

La ricercatrice ed astrofisica è di Galatina. La sonda New Horizons ha raggiunto i confini del sistema solare sorvolando un mondo ghiacciato distante dalla Terra più di 6,4 miliardi di chilometri

GALATINA – C’è stato un importante apporto salentino nell’ultima missione spaziale targata Nasa che ha inaugurato il 2019 raggiungendo i confini del sistema solare con il sorvolo della corpo cosmico più lontano, e probabilmente più antico, mai esplorato dall'uomo. La sonda “New Horizons” infatti ad inizio di quest’anno è arrivata a sfiorare un piccolo mondo ghiacciato, distante dalla Terra più di 6,4 miliardi di chilometri ai margini del sistema solare, denominato Ultima Thule. Una missione nella quale ha avuto un ruolo importante, in qualità di co-investigator, la ricercatrice e astrofisica salentina Silvia Protopapa, originaria di Galatina e che lo scorso 1 gennaio ha esultato insieme a tutto il suo team quando la “New Horizons” ha sorvolato il corpo cosmico più lontano mai raggiunto da una sonda. Un risultato astronomico e scientifico di rilievo.

L’incontro con Ultima Thule è stato celebrato anche dal musicista ed ex chitarrista dei Queen, Brian May, che ha, tra l’altro, un dottorato in astrofisica, e che per l’occasione ha composto un nuovo brano, che ha fatto da colonna sonora al lontanissimo e affascinante faccia a faccia spaziale. L’astrofisica Silvia Protopapa sarà a Lecce in primavera per ricevere un riconoscimento per i suoi meriti professionali su iniziativa della Provincia di Lecce, del liceo scientifico “Vallone” e del Comune di Galatina. La manifestazione s’inserisce nel progetto della “Giornate di promozione della cultura scientifica” promosso dal Servizio tutela e valorizzazione ambiente della Provincia diretto da Rocco Merico e realizzato da Gianni Podo.

La sonda in viaggio da 13 anni

La sonda della Nasa ha impiegato tredici anni per arrivare ai confini del sistema solare e per raggiungere quella che in gergo tecnico è identificata come “MU69-2014”, ovvero l'oggetto spaziale che ha più o meno la grandezza della città di Washington e che orbita nel buio e nel freddo della Fascia di Kuiper, a circa 1,6 miliardi di chilometri oltre Plutone. Alle 6.33, ora italiana, del primo giorno dell’anno la “New Horizons” ha raggiunto il punto più lontano a cui sia mai arrivato un oggetto creato dall'uomo, un vero record e in molti ritengono che probabilmente passeranno decenni prima che venga superato. Una potente telecamera a bordo della navicella spaziale è puntata su Ultima Thule e fornirà  agli scienziati dettagli importanti e un'idea sulla sua forma chiarendo anche se si tratta di una formazione unica oppure di più oggetti. Ogni contatto tra la sonda e la terra impiega 6 ore e 8 minuti. Alle 16.29 ora italiana del 1 gennaio, la “New Horizons” ha confermato di essere sopravvissuta all’avvicinamento dell’oggetto, a una distanza di soli 3.500 chilometri. La notizia del sorvolo di Ultima Thule ha fatto rapidamente il giro del mondo, con molta soddisfazione da parte della Nasa.

Da Galatina ai confini del sistema solare

L’astrofisica Silvia Protopapa è nata e cresciuta a Galatina, dove ha frequentato il liceo scientifico “Antonio Vallone” di Galatina e si è laureata in Fisica presso l’università di Lecce nel 2005 con 110 e lode e plauso. Dal 2006 è in giro per il mondo presso i più prestigiosi istituti di ricerca mondiali: dal Max planck institute for solar system research (in Germania), al Department of astronomy university of maryland (negli Usa) e dal 2018 come Principal scientist al department of space studies del southwest research institute boulder (in Carolina, negli Stati Uniti).  “La storia di Silvia conferma che la nostra terra è capace di formare i nostri giovani e di dar loro gli strumenti necessari per emergere e affermarsi nel mondo” commenta il presidente della Provincia, Stefano Minerva, “ “sarò onorato di ricevere e premiare, al suo rientro in Italia, chi con il proprio lavoro e la propria competenza ha contribuito a una delle missioni più importanti della storia della scienza”.

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