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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Chiusura della centrale di Cerano: alla manifestazione anche dal Leccese

All'iniziativa dell'associazione brindisina No al Carbone hanno risposto anche delegazioni dal capoluogo salentino e provincia

BRINDISI – Uno straccio nero come il carbone mostrato da un agricoltore che risiede nelle campagne di Cerano è stata una delle scene simbolo della manifestazione per la chiusura della centrale Enel Federico II che si è svolta nel primo pomeriggio di oggi (28 ottobre) all’esterno dello stabilimento.

Diverse associazioni hanno aderito all’iniziativa promossa dai No al Carbone. Rappresentanti dei comitati No Tav, No Tap e del Popolo degli ulivi sono arrivati anche dalla provincia di Lecce, così come un gruppo del movimento politico Andare Oltre.

Oltre 200 persone hanno chiesto l’accelerazione della chiusura dell’impianto, il cui “pensionamento” è previsto entro il 2030. Lo studio epidemiologico finanziato dalla Regione ha dimostrato l’esistenza di un legame fra le emissioni del petrolchimico e delle centrali elettriche e un amento della mortalità e della morbosità in un’area che include i Comuni di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo. I manifestanti, alcuni dei quali arrivati in trattore, fanno riferimento anche a uno studio del Cnr dal quale emerge che sono almeno 44 le morti annuali causate nel Brindisino dalle emissioni nocive. Per questo l’artista Gianni Delle Gemme, esponente dei No al Carbone, ha disegnato sull’asfalto 44 sagome.

La scritta “Killer” campeggiava su una versione miniaturizzata, sorretta da un bambino, della ciminiera della Federico II. “Lo schifo fatto – si legge su uno striscione – può bastare. Dismettere e bonificare”. “Stop frode xylella”, recita un cartellone esibito da un manifestante No Tap giunto dal Salento. I No al carbone non credono in quella che loro definiscono la “favola della riconversione a gas della fabbrica”.

“Chiudere”, è la parola pronunciata più volte dai manifestanti, che rievocano una lettera aperta del 2014 dell’Ordine dei medici di Brindisi in cui si parlava di “numerose evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in particolare a quelli che hanno come combustibile il carbone”. Ad eccezione del consigliere regionale Gianluca Bozzetti e dell’ex consigliere comunale Stefano Alparone, della Ssnatrice Daniela Donno, del il consigliere regionale Antonio Trevisi e del consigliere comunale di Trepuzzi Massimo Scarpa, tutti del Movimento 5 stelle, non si sono visti altri volti della politica locale.

Poliziotti e carabinieri hanno vigilato con discrezione sulla protesta, garantendo l'ordine pubblico. Ma la manifestazione si è svolta pacificamente, senza alcun momento di tensione.

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