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Martedì, 16 Aprile 2024
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Negozi chiusi per “fallimento” e posti a rischio: Trony, appello dei lavoratori

Stamattina la manifestazione dei dipendenti dei quattro punti vendita di Gallipoli, Casarano, Presicce e San Cesario organizzata dalla Uiltucs. “Si trovi subito una soluzione”

GALLIPOLI –  La Pasqua amara per i lavoratori del gruppo Trony, non solo della provincia di Lecce, ma di tutti i punti vendita nazionali del noto marchio commerciale specializzato nella vendita di elettrodomestici e prodotti elettronici al dettaglio, si è materializzata negli ultimi giorni. Il fallimento acclarato della Dps group, cui fanno capo una quarantina di punti vendita in sei regioni italiane, di cui quattro nel Salento (Gallipoli, Casarano, Lecce-San Cesario e Presicce), ha fatto precipitare una situazione già in bilico da almeno un anno e le conseguenze per la salvaguardia dei livelli occupazionali sono drammatiche: almeno 500 i posti di lavoro a rischio in tutt’Italia, circa una cinquantina quelli dei centri della provincia di Lecce. Da sabato mattina saracinesche forzatamente chiuse e lavoratori in balìa degli eventi. E in alcuni casi con effetti personali e materiale vario bloccati all’interno dei negozi.

Sindacati della galassia mobilitati

Sindacati e amministratori dei comuni nei quali ricadano i punti vendita cancellati dalla geografia commerciale del marchio Trony si sono già mobilitati. E in attesa delle risposte e dei tavoli istituzionali con la Regione e l’assessorato al Welfare, guidato da Sebastiano Leo, e sopratutto la intermediazione invocata al ministero del Lavoro, questa mattina un nuovo sit in di protesta e mobilitazione si è svolto presso la galleria commerciale Famila, sulla ex statale per Lecce, dove insiste anche il punto vendita Trony di Gallipoli. Qui una delegazione dei lavoratori dei quatto centri si è data appuntamento per una manifestazione di protesta pacifica, organizzata dalla Uil-Tucs, in relazione proprio alla crisi occupazionale in essere da diversi mesi e che venerdì scorso ha portato alla chiusura dei negozi per il fallimento della Dps Group Srl, società che deteneva il maggiore pacchetto di aziende legato al marchio Trony. Anche i lavoratori dei punti vendita salentini di Gallipoli, Casarano, Presicce e San Cesario hanno ricevuto, con la stessa modalità, ovvero il messaggio sul gruppo Whatsapp dell’azienda, l’avviso della chiusura e la contestuale  perdita del posto di lavoro.

Un coro unanime: "Vergogna"

Bandiere, vessilli della sigla sindacale e un coro unanime di protesta quello nei pressi del centro commerciale gallipolino dove un drappo a dir poco eloquente, a firma dei lavoratori “scaricati” senza un briciolo di considerazione, ha rimarcato la “vergogna” per l’epilogo della vicenda. In rappresentanza della Uil-Tucs, guidata dal segretario generale Antonella Perrone, nel presidio gallipolino erano presenti componenti della segreteria provinciale Antonio Palermo e Luigi Ingrosso. “C’è molto malumore e molta preoccupazione” ha detto Tony Palermo, “perché è a rischio il futuro di 50 lavoratori salentini, che già a febbraio non hanno percepito più lo stipendio. Dopo aver ricevuto il 20 per cento della mensilità di gennaio solo nei giorni scorsi è stato saldato l’intero importo, ma ora i lavoratori hanno un mese e mezzo di arretrato e soprattutto sono sull’orlo del licenziamento per il fallimento dell’azienda. La speranza per tutti è che il curatore fallimentare riesca a trovare dei nuovi imprenditori che possano subentrare alla Dps group, e quindi garantire  la riapertura dei negozi e rilanciare il marchio Trony ed è per questo che abbiano chiesto da tempo l’attenzione massima da parte del Governo nazionale e della Regione. Questi lavoratori” conclude Palermo, “stanno pagando il prezzo di una cattiva gestione aziendale, di scelte sicuramente sbagliate, ma anche della concorrenza spietata dell'e-commerce”. Il sit in a Gallipoli è la seconda iniziativa di mobilitazione portata avanti a livello regionale dai lavoratori della Trony dopo quella di sabato pomeriggio curata dalla Filcams Cgil in quel di Bari.

Il sit-in davanti al negozio di Gallipoli

I sindacati già agli albori dei venti di crisi avevano dichiarato  all’unisono “poco credibile” il piano industriale presentato nel 2017, che vedeva la nascita di una nuova società, diretta emanazione della proprietà, la Vertex e che da luglio avrebbe dovuto rilanciare, oltre alla rete di vendita, anche il mercato online di Trony. Purtroppo la conferma ai timori è arrivata quando l'imprenditore Antonio Piccinno a cui è legata la catena controllata da Dps Group, è stato costretto a chiedere il concordato preventivo in bianco, neanche sei mesi dopo aver annunciato il rilancio. In queste ultime settimane, i referenti aziendali hanno continuato a tranquillizzare i lavoratori sul futuro, ma probabilmente neanche il tribunale fallimentare ha creduto alle prospettive di Dps group e il concordato con continuazione di attività non è stato concesso. Venerdì sera, intorno alle 22,30 è arrivata la doccia fredda e per 500 lavoratori in tutt’Italia la mannaia, dietro l’angolo, della perdita del posto lavoro. L'ultima speranza appesa ad un filo è che ora ci sia il tanto atteso intervento di terzi e di qualche gruppo commerciale interessato ad acquisire la rete di vendita.

La solidarietà del Comune di Gallipoli

Ad esprimere solidarietà e vicinanza alla battaglia posta in essere dai lavoratori a rischio questa mattina al sit in è giunto anche l’assessore al commercio del Comune di Gallipoli. Emanuele Piccinno che ha ribadito la totale disponibilità dell’amministrazione comunale nell’affrontare la problematica della salvaguardia dei posti di lavoro. L’assessore comunale ha fatto pervenire anche ai rappresentati sindacali e ai lavoratori una missiva a firma del sindaco Stefano Minerva, con la quale il primo cittadino ha ribadito la vicinanza e l’impegno nella vertenza nella convinzione “della necessità di salvaguardare una parte importante e significativa del nostro tessuto economico e commerciale e, soprattutto, di tutelare i livelli occupazionali di persone che hanno dimostrato negli anni di saper svolgere il proprio lavoro con assoluta professionalità”. Dopo un incontro in Comune dei giorni scorsi con i lavoratori il primo cittadino aveva ottenuto la disponibilità della Regione, tramite l’assessore Sebastiano Leo, per un incontro anche con i vertici dell’azienda, ed aveva inviato una richiesta in tale direzione ai vertici della Vertex che tuttavia non ha ancora dato riscontro all’invito.

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