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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Processo agli Ultras, in aula anche l'ex ad Fenucci: "Mai ricevute pressioni"

L'ex dirigente dell'Us Lecce ha smentito nettamente di aver mai subito richieste o condizionamenti da parte del tifo organizzato

LECCE – Volge alle battute finali, con l’ascolto degli ultimi testi della difesa citati dall’avvocato Giuseppe Milli, il processo che vede imputati a vario titolo 33 presunti appartenenti al gruppo denominato “Ultrà Lecce”, una delle frange più calde del tifo giallorosso. L’operazione, scattata a fine maggio 2009, portò all’arresto di 14 persone, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. Sette finirono in carcere, altri sette ai domiciliari.

In aula, dinanzi ai giudici, è comparso l’ex amministratore delegato dell’Unione sportiva Lecce Claudio Fenucci, che ha smentito nettamente di aver mai subito pressioni o condizionamenti da parte del tifo organizzato. L’ex dirigente giallorosso (attuale amministratore delegato del Bologna) ha precisato che tra la società e il tifo organizzato vi era un rapporto indifferente, e che mai nessuna richiesta è giunta, né di natura economica e né sulle decisioni da adottare. In particolare, sulla presunta contestazione all’ex difensore maliano del Lecce, Souleymane Diamoutene (reo di aver indossato la stagione precedente la maglia del Bari), avvenuta presso l'impianto sportivo "Colaci" di Calimera, l’ex ad ha spiegato che la cessione avvenne per scelta tecnica, su parere dell’allenatore Luigi De Canio. Anche l’esonero del direttore sportivo Angelozzi fu una scelta della società, visti i contrasti con il tecnico. Le contestazioni vissute nei suoi anni a Lecce, ha dichiarato Fenucci, sono state pacifiche e fanno parte del mondo del calcio.

Il processo è stato aggiornato al 12 febbraio, data in cui è attesa la requisitoria del pubblico ministero Ennio Cillo. A marzo sono previste le arringhe difensive, l’ultimo a prendere la parola sarà l’avvocato Milli.

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