Azienda-partito e guitto pensiero:attacco alla liberta' di stampa
Le vicende assurde e spesso oscure che giorno dopo giorno si dipanano in quel di Roma con al centro la giunta capitolina e Virginia Raggi stanno,ovviamente,tenendo da giorni banco nel mondo dell'informazione.
Ma l'attenzione ,credo scontata,dei media sta provocando reazioni isteriche tra i maggiorenti pentastellati,in primis l'ineffabile Di Maio che non perde occasione per inveire contro quei giornalisti a suo dire colpevoli di aver organizzato ed alimentato una campagna di stampa tesa a delegittimare la Raggi e la sua giunta.In un crescendo di iniziative squinternate e spesso infantili,il Di Maio e' arrivato a notificare a mezzo lettera alla Federazione nazionale della Stampa una vera e propria lista di prescrizione con indicati i nomi dei "nemici".Giustamente,il Presidente dellaFederazione l'ha dichiarata irricevibile per toni e contenuti.
Quello che piu' mi preoccupa e' un risvolto a dir poco inquietante:DiMaio,piaccia o no e non certo per suo merito,e' vice presidente della Camera;la liberta' di stampa resta un pilastro irrinunciabile della democrazia e va da se che se un importante rappresentante delle istituzioni (non per suo merito,ribadisco) la attacca cosi' pesantemente ed impunemente,allora si poone un problema.E grave.Ora credo sia giunto il momento di stoppare quell'afflato di a mio avviso eccessiva condiscendenza e comprensione che da sempre ha aleggiato sui 5 stelle.
Il fatto di rappresentare,secondo i sondaggi,il 28 per cento dell'elettorato nazionale non puo' e non deve tradursi in una sorta di impunita' che permette loro sempre di urlare e strepitare contro tutto e tutti.In democrazia ovviamente c'e' liberta' ma esistono anche precise regole,prima fra tutte ill rispetto per il pensiero altrui soprattutto quando non collide con il nostro.Ma chiederlo ai membri di un movimento guidato da un'azienda(la Casaleggio e Associati) e da un comico riciclatosi in maitre a penseur politico nel quale il dissenso viene sistematicamente soffocato brutalmente a suon di espulsioni,oove esistono strutture di controllo interne sinistre a partire dal nome(penso al famoso o famigerato direttorio),forse e' troppo.
Non e' troppo invece interrogarsi sullo scandalo rappresentato da Di maio con ii suoi atteggiamenti manichei e le sue azioni e dichiarazioni improvvide.Lui certamente non ha contezza del ruolo istituzionale rivestito(inopinatamente a mio avviso) ma qualcuno,lassu' dovrebbe farglielo magari notare.Ed il movimento a partire dai suoi capataz tutti prendano sempliicemente atto che non e' la stampppa,che fa e continua a fare il suo lavoro legittimamente a delegittimare la Raggi e la sua giunta:ci riescono benissimo da soli,senza aiutini di sorta.