I proprietari dicono NO alla assimilazione dei propri alloggi alle strutture turistico ricettive
I proprietari si oppongono alla legge, appena approvata dal Consiglio Regionale della Puglia, che vuole assimilare gli alloggi privati a “strutture turistico ricettive”. I proprietari degli alloggi concessi in godimento con regolari contratti di locazione accolgono con favore ogni iniziativa volta a contrastare l’abuso dell’istituto della “locazione” da parte di coloro che in realtà esercitano vere e proprie attività turistico ricettive. I proprietari, tuttavia, respingono con fermezza ogni tentativo di assimilare l’esercizio di un diritto, quello di proprietà privata, all’esercizio di attività turistico ricettive. Dare in locazione il proprio alloggio, a prescindere dalla durata del contratto, è un diritto che l’articolo 832 del codice civile definisce “pieno ed esclusivo” per tutto il territorio nazionale e che è tutelato dalla Carta Costituzionale. L'arroganza di chi definisce l’esercizio del diritto di proprietà privata, come "abusivismo turistico non alberghiero" spiega sin da subito il preconcetto che sta alla base delle accuse di alcune associazioni di albergatori e di alcune associazioni del commercio. Come può essere definito “abusivo” colui che esercita un diritto riconosciuto e tutelato dalle leggi dello Stato? Nei comunicati di alcune associazioni di albergatori, è stato affermato che esisterebbe un comparto che "non è tenuto alla rigorosa osservanza delle regole fiscali." Ricordiamo che anche i proprietari che danno in locazione i propri alloggi sono tenuti al pagamento delle imposte sul reddito fondiario che producono e che dal 2017 una legge dello Stato (l. 96/2017) prevede che detti redditi siano soggetti ad una ritenuta d’acconto da parte degli intermediari e dei portali di prenotazione online che intervengano nella riscossione dei canoni. La stessa legge prevede che gli stessi intermediari e gli stessi portali siano tenuti a riscuotere dagli inquilini l’imposta di soggiorno e a versarla ai comuni in vece dei proprietari. Questa legge, accolta con grande favore dai proprietari, mira ad evitare il fenomeno del mancato versamento dell’imposta di soggiorno che ha visto, in diversi casi, in tutta Italia, albergatori processati o condannati per il reato di peculato, proprio per non aver versato l’imposta di soggiorno riscossa dai loro clienti. Dare una definizione di locazione turistica valida solo per il territorio di Regione Puglia, stabilire che gli alloggi dati in locazione turistica sono considerati “strutture ricettive” e quindi sono soggetti solo alle norme della legge regionale, esporrà inevitabilmente la nuova legge, come già avvenuto in Toscana e in Lombardia all’impugnazione della stessa, da parte del Governo, dinnanzi alla Corte Costituzionale. L'Associazione nazionale Pro.Loca.Tur., così come già avvenuto in altre Regioni, non farà mancare il sostegno ai proprietari pugliesi intraprendendo tutte le iniziative necessarie perché, anche in Puglia, venga riconosciuto e tutelato il diritto - di proprietà privata - di chi intende, semplicemente e onestamente, dare in locazione il proprio alloggio.