Non si può chiudere una biblioteca!
Non si può chiudere una biblioteca!
La notizia mi ha colto di sorpresa: non riesco proprio ad immaginare chiusa, sprangata la "MIA" Biblioteca dove, ad intervalli, mi raccolgo in fervorosa dedizione e tra il profumo delle pagine e i ghirigori della scrittura m'immergo in un mondo silenzioso che mi trasporta sulle ali della conoscenza d'intimi mondi di altri che, molto prima di me, hanno dato voce al loro mondo.
No, non è proprio possibile che la placidità di questo luogo, di questo silente universo diventi inaccessibile e muto per sempre per coloro che ancora tanto lo amano. E' vero, non siamo in tanti a frequentarla ma, più che chiudere quelle porte, sarebbe bello ampliarle e spronare tutti ad entrare per godere e apprezzare la muta, antica cultura radicata tra quei fogli che, dagli scaffali, implorano luce.
E vorrei gridarla la mia collera, la mia profonda amarezza ed è solo per quietarla che la imprimo su questo foglio bianco che muto l'accoglie. No, davvero non posso e non voglio immaginare che una biblioteca e, tantomeno la MIA, diventi cimitero di carta.
Non può, quella porta, restare preclusa! Le nostre radici, la storia di tanti così morirebbe sopraffatta dai tarli nel buio assoluto.
Ho ancora bisogno che continui ad esistere e viva oltre me. Voglio ancora spingere quella porta ed entrare per ricercare, immersa in quel cosmo armonico e, tra le onde delle righe, trovare risposte ai miei tanti perché, proseguendo ad esplorare quell'universo fatto di carta che, da ogni ripiano, si sporge e m'invita a sfiorarli.
Le Biblioteche sono santuari dove la scrittura vive in eterno, non facciamole divenire tombe, luoghi d'oblio. I libri, hanno un'anima, son vivi e c'invitano e aspettano sempre nuovi lettori. Appartengono a tutti quelle pagine e ogni libro può diventare un amico sincero pronto a custodire emozioni che non riusciremmo a raccontare a nessuno.
Quando, in biblioteca, immersa nella ricerca sfioro le pagine di un libro o di un antico documento o un vecchio quotidiano mi pare di toccare una reliquia, un tesoro riposto. Mentre accarezzo quei fogli e il mio sguardo tra le righe si posa, un turbinio di emozioni mi attraversano, mi scuotono sin nel profondo, devo farmi violenza per non urlare quando mi accorgo che hanno violato quelle pagine e col loro passaggio inconsulto ne hanno scalfito, graffiato, lacerato quel manto che pare fissarmi implorando pietà.
L'emozione più profonda mi coglie davanti un manoscritto. Quelle tracce da altri impresse, tantissimo tempo fa, mi commuovono e appassionano: è grazie alle biblioteche che posso ammirarle, toccarle e penetrarne l'emozione. M'incanto dinanzi ad un antico foglio scritto a mano, è autentica opera d'arte, soffio di remota esistenza che continua a vivere grazie alle biblioteche: è la vita di chi quel foglio ha voluto, come barca sul mare, solcare e segnare.
E ripenso a Girolamo Comi ai suoi spazi, oggi Biblioteca e luogo di tutti, rivedo i suoi quaderni, i suoi diari che ho potuto sfiorare e cogliere sospiri e intimi afflati proprio grazie a coloro che continuano, con zelo, a conservarli.
Forse sarò una nota stonata (mi sento comunque in buona compagnia!) in quest'universo dove si vogliono chiudere le biblioteche, seppellire i libri e lasciare che imperino questi aggeggi moderni senz'anima e senza profumi ma, io, ho bisogno ancora di toccare la carta, di segnare un bianco foglio, di contemplare le tracce mutevoli del mio scrivere, quei solchi che mi appartengono, che sono miei e unici nel suo essere me.
Non erano e non sono semplici "tratti" quelli che un "artista" traccia su una pagina, sono respiri, emozioni che restano vive e anche se custodite sugli scaffali delle biblioteche, sono sempre pronti a schiudersi alla luce e come fiori sbocciare e ancora sospirare, respirare, profumare! Ma, se una biblioteca chiude la sua porta, quei boccioli rimarranno nel buio, nessuno potrà guardarli, considerarli, sfiorarli e perché possano ancora ed ancora sbocciare.
Maria Grazia Presicce