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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Capitale europea della cultura 2019

Lecce 2019, ad un passo dal verdetto: “Il 6 ottobre sarà il giorno dell’utopia”

Airan Berg, coordinatore della candidatura, e il sindaco Paolo Perrone hanno mostrato il dossier consegnato alla commissione che si esprimerà a metà del prossimo mese. Ma i principali contenuti restano, per scelta strategica, ancora riservati

LECCE – Una scelta del direttore artistico, avallata dal sindaco. Perché in questa fase – quella decisiva nella corsa a Capitale europea della cultura per il 2019 – bisogna coprire le proprie mosse e regolarsi in funzione dei concorrenti.

La decisione di non rendere per il momento pubblico il secondo dossier Il primo risale ad un anno addietro) rientra quindi in una strategia in vista di un obiettivo che può portare investimenti e opportunità di lavoro per il prossimo decennio. Tanto che è stata adottata da altre tre città in corsa. A metà ottobre ci sarà il verdetto: di qui ad allora i commissari incontreranno a Roma la delegazione di ciascuna candidata – Siena, Ravenna, Perugia-Assisi, Cagliari, Matera – e poi si recheranno in visita in ognuna di esse. A Lecce toccherà il 6 ottobre.

Questa mattina nella conferenza-colazione convocata presso l’ex convento dei Teatini, dove ha sede il quartier generale di Lecce 2019,  Airan Berg e Paolo Perrone hanno voluto per fare il punto della situazione sul percorso fatto negli ultimi due anni e sulle prossime settimane, ma anche rispondere in maniera ufficiale alla domanda di Carlo Salvemini, di Lecce Bene Comune, che aveva chiesto all’amministrazione il motivo per il quale il Bid Book (il dossier) non fosse stato ancora reso di pubblico dominio, come indicato nella relativa delibera e una volta consegnato alla commissione che il 6 ottobre sarà in visita a Lecce.

Una domanda, quella del consigliere di minoranza, che ha innescato una polemica politica – hanno risposto gli assessori Alessandro Delli Noci e Attilio Monosi – che ha alimentato paginate di interventi. L’incontro di oggi è servito quindi per spiegare ai cittadini i motivi di cotanta segretezza. Che, a dirla tutta, è rimasta anche alla conclusione dello stesso perché Berg ha chiesto ai cronisti di mantenere il riserbo su un paio di concetti chiave che lui spera possano contribuire a convincere la “giuria” di 13 componenti che sceglierà la città italiana che nel 2019 si affiancherà alla bulgara Plodiv – la seconda per grandezza dopo Sofia -.

Certo Berg, con un certo rammarico, ci ha tenuto a sottolineare che, avendo monitorato via web il dibattito intorno alle altre candidature non ha riscontrato da nessuna parte un tasso di polemica simile a quello leccese: “Molti di voi – ha detto ai giornalisti – mi hanno chiesto quale delle nostre concorrenti temessi di più: io dico che la sfida maggiore viene da noi stessi”. Dal punto di vista dei contenuti, Berg si è volutamente mantenuto sul vago: ha spiegato di aver voluto dimostrare che gli impegni presi nel primo Bid Book a distanza di dodici mesi sono stati rispettati e che si è puntato molto sulla dimensione europea del disegno complessivo del dossier, aspetto che nella prima uscita era stato volutamente omesso.

Il sindaco ha annunciato che nel consiglio comunale del 25 settembre sarà approvato lo statuto della nuova fondazione che si occuperà della candidatura, si spera fino al 2019. Una modo per dimostrare ai commissari – ha aggiunto il responsabile dell’ufficio Politiche comunitarie, Raffaele Parlangeli – che il progetto appartiene alla città e va oltre la fisiologica durata di una consiliatura.

Il coordinatore ha esortato la città ad una vera e propria mobilitazione in vista del 6 ottobre, quando i 13 commissari saranno nel capoluogo salentino dalle 12 alle 19: “In genere dall’una alle cinque noi mangiamo e riposiamo”, ha detto ironicamente Berg riferendosi alle abitudini salentine ma anche facendo trasparire disappunto per la fascia oraria che certo non valorizza i fermenti culturali e i modi di vita di queste latitudini meridionali.

Ha quindi chiesto ai leccesi di trasformare quel lunedì nel “giorno dell’utopia”, di allestire grandi tavolate per strada, di mettere in scena quell’energia e quella partecipazione che lo staff di Lecce 2019 ha alimentato durante tutto il percorso della candidatura. Ha garantito che per quel giorno ci saranno sorprese e spazi appositi dedicati alle realtà che hanno partecipato alla progettazione della candidatura e alle sue otto “utopie”. 

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