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Giovedì, 25 Aprile 2024
Moi te nde ticu quattru Ugento

"Discariche: oggi tocca ad Ugento, domani a chi?"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto della senatrice Poli e del deputato Lidi del Pdl sul caso dei rifiuti in Puglia e una risposta di Maniglio, presidente del gruppo consiliare del Pd

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto della senatrice e del deputato salentini del Pdl sul caso dei rifiuti in Puglia, con l'attuale vicenda Burgesi di Ugento in primo piano. Di seguito, anche una risposta di Antonio Maniglio, presidente del gruppo consiliare del Pd al Consiglio Regionale.

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di Adriana Poli Bortone
e Ugo Lisi

L'ordinanza di Vendola è una vera e propria autodenuncia della sua incapacità ad affrontare il problema dei rifiuti in Puglia. Senza essere "cassandre", mesi addietro, avevamo già detto che la Puglia rischiava di avere la stessa sorte della Campania. Soltanto l'arroganza di Vendola ha potuto interpretare con gravissima superficialità quella che non voleva essere una critica ma soltanto un campanello d'allarme, sostenendo dapprima che non c'era l'emergenza e nello stesso tempo chiedendo poi la proroga del commissariamento che, invece, aveva detto di voler eliminare sin dalle sue prime battute della sua amministrazione.

La strategia del "tanto peggio-tanto meglio", così testardamente portata avanti, contro tutto e contro tutti, soprattutto contro ogni buonsenso, adesso presenta il conto, un conto salatissimo che non è giusto paghino le popolazioni ugentine. La scelta cervellotica di ampliare la discarica di Ugento rendendola sede di ulteriori conferimenti di altri ambiti territoriali, dimostra quanto il Governo regionale abbia in scarsa cura non soltanto il bene, ma anche la salute dei cittadini di questo comune del Sud Salento.

Del resto solo a tanto si poteva arrivare nel momento in cui si è deciso di non costruire i termovalorizzatori, di rimandarne la loro entrata in funzione e di puntare tutto solo e soltanto sulla discarica. Ma quando gli spazi delle discariche si esauriscono, cosa succede? Dapprima si mendica alle discariche limitrofe… poi, quando anche queste rifiutano, si decide di sopraelevare le esistenti in spregio a qualsiasi logica di buon governo del territorio. Oggi sono gli ugentini a dover pagare un prezzo salatissimo alla decisione di non decidere tipica della politica del Governatore di Puglia in tutti questi anni.

A chi toccherà domani? Quali altri cittadini saranno costretti a pagare l'insipienza amministrativa di questa Giunta? Si va avanti nell'affrontare il problema dei rifiuti così come nell'affrontare tante altre vicende delicate, che rappresentano il giusto discrimine tra la buona e la cattiva amministrazione solo e soltanto aggirando i problemi con l'ottica miope della sola emergenza quotidiana. Tutto il resto non conta. Tutto il resto non importa. Non interessa assolutamente chi sarà costretto a subire le scelte dell'oggi. Nessuna visione d'insieme delle tematiche. La politica del barcollare per non crollare. Ci chiediamo fino a quando. Nel frattempo è bene che la Giunta Vendola sappia che non saranno gli ugentini a pagare l'amaro conto di una politica della gestione dei rifiuti assolutamente dissennata.

A meno che, ci sorge il legittimo dubbio, non sia questo un disegno politicamente cinico di creare problemi al governo nazionale. Sia chiaro a tutti i cittadini pugliesi che la responsabilità esclusiva di una situazione che crea inquietudine nella popolazione di Ugento, Trani e di tante città pugliesi è da addebitare elusivamente alle incertezze ed all'irresponsabile gestione commissariale dell'attuale Presidente della Regione. Proprio per questo qualsiasi reazione delle cittadinanze, purtroppo, è giustificabile.

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di Antonio Maniglio

I sindaci di Ugento e Presicce hanno ragioni da vendere. E ancor di più sono nel giusto i loro concittadini che da anni convivono con una discarica il cui impatto diventa sempre più problematico. Ma è impensabile, nello stesso tempo, che il commissario governativo potesse emettere un'ordinanza per scaricare su altre province un problema di smaltimento dei rifiuti che riguarda la provincia di Lecce. L'auspicio, pertanto, è che il mese fissato nell'ordinanza serva a trovare altre soluzioni dando un assetto definitivo a tutti il ciclo dei rifiuti. Ciò che, invece, è inaccettabile è la canea orchestrata da Palese & company che ancora sperano di vedere la spazzatura in mezzo alla strada. Come se loro venissero dalla luna.

Ma chi vogliono imbrogliare? I problemi di questi giorni nascono proprio da quello che non è stato fatto o è stato fatto male negli anni passati acculando ritardi che solo in questi o in questi mesi, faticosamente, si stanno superando. Vogliamo ricordare i dati? Il piano dei rifiuti Fitto fu approvato nel marzo 2001, ma i bandi per gli impianti furono firmati solo nel…dicembre 2004! Ben 45 mesi, quasi 4 anni, dopo il varo del piano. Ecco perché oggi nel Salento e in Puglia c'è affanno, perché non si possono recuperare in pochi mesi simili ritardi. Il piano Vendola, rimodulato per superare il sistema dei termovalorizzatori e incentivare la raccolta differenziata, è stato pubblicato nel dicembre 2005 e dopo quattro mesi (non quarantacinque!) sono stati già firmati i contratti con i vincitori delle gare, in particolare per gli impianti della LE2 e LE3.

La stessa chiusura di Nardò, d'altronde, non è stato un colpo di testa di Vendola ma la coerente conclusione di un processo concertativo che aveva coinvolto anche la precedente gestione commissariale di Fitto. E d'altronde l'eredità della destra, che oggi vorrebbe impartire lezioni di buongoverno, ce la racconta la Corte dei Conti: in tredici anni il gap nella raccolta differenziata, che in Puglia partiva da meno 8 punti rispetto alla media nazionale, si è più che raddoppiato. Non solo. La gestione commissariale di Fitto è stata segnata da "inerzia e inefficienza: in tredici anni non è cambiato nulla. Il piano regionale dei rifiuti è stato un fallimento." E ha evidenziato una "non corretta gestione amministrativa, con una totale assenza di pubblicità, concorrenza e trasparenza nell'attribuzioni di incarichi esterni". Questo dicono i dati: "dal 2000 al 2005 si è speso 1 milione e mezzo per collaborazioni, e solo 1 milione per la raccolta differenziata, e dal 2002 al 2004 ben 6 milioni di euro per consulenze esterne. L'ordinanza su Ugento pone problemi nel rapporto con i comuni interessati. Ma ad oggi, nonostante i profeti di sventura, non c'è un solo sacchetto di spazzatura in strada. E siamo convinti che nelle prossime settimane, grazie all'azione congiunta di Regione e Provincia di Lecce, si troveranno soluzioni utili per tutti i salentini.

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