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Sabato, 20 Aprile 2024
Moi te nde ticu quattru Nardò

"Il nucleare fra questioni ambientali ancora irrisolte"

"Anziché fare le barricate contro un'ipotesi, sarebbe più opportuno impegnarsi, ad ogni livello istituzionale, per la riduzione delle emissioni atmosferiche nocive"


di Diego D'Alessandro *

Sul tema del nucleare i cittadini in questo momento hanno bisogno di chiarezza e non certo di allarmismi. In merito alle voci di stampa inerenti la possibilità della realizzazione di una centrale nucleare sul territorio salentino ed in particolar modo in agro di Nardò, è doveroso sottolineare che si tratta dell'ipotesi di un tecnico (l'ing. Renzo De Felice) che si basa su dati risalenti a studi effettuati circa 30 anni fa.
Tale ipotesi risulta smentita da altri esperti del settore, i quali hanno indicato, come primo criterio da tener presente nella localizzazione di questi impianti, quello del mercato: i nuovi impianti dovranno essere collocati dove il consumo di energia è maggiore.

A tal proposito il rapporto 2007 "Situazione ed Indirizzi Energetico-Ambientali Regionali" stilato dall'Enea (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente) afferma che "Il sistema elettrico nazionale appare squilibrato tra le Regioni, con i relativi problemi di perdite di trasmissione. Sarebbe opportuno operare per un graduale riequilibrio tra produzione e richiesta di energia elettrica tra i diversi territori". Sarebbe sufficiente constatare come la Puglia esporti più dell'80% dell'energia prodotta sul territorio regionale per far cadere, allo stato attuale, l'ipotesi nucleare, che non ha finora avuto alcuna conferma da fonti governative.

Il dibattito, che certamente si svilupperà negli anni a venire a livello nazionale sul tema, dovrà tenere presente l'evoluzione compiuta dal nostro territorio, che determina la difficile compatibilità dell'installazione di una centrale nucleare con le nostre attuali direttive di sviluppo. Tuttavia, come da sempre Nuovocorso sostiene per quel che riguarda questioni tecnico-scientifiche, la politica, anziché assumere posizioni ideologicamente favorevoli o contrarie alla realizzazione di centrali nucleari su tutto il territorio nazionale, dovrebbe necessariamente ascoltare il parere di tecnici ed esperti del settore e valutare gli aspetti ambientali, tecnologici, i risvolti economici della questione e le possibili alternative.

Solo in questa maniera può maturare una decisione politica ragionata e non affrettata, e questo vale tanto a livello nazionale quanto a livello locale. Attualmente, più che l'ipotesi nucleare, risulta particolarmente preoccupante per il Salento l'impatto ambientale derivante dalle emissioni della centrale a carbone di Cerano. Autorevoli ricerche dell'Istituto di Studi Ambiente e Clima (ISAC) del CNR di Lecce hanno identificato un significativo peggioramento della qualità dell'aria nella provincia di Lecce in presenza di determinate condizioni meteorologiche.

Considerando che la Puglia detiene il non inviadiabile primato di emissioni di CO2 per abitante, pari a 12,4 tonnellate di CO2 procapite (a fronte di una media nazionale di 7,8 tonnellate di CO2 per abitante), la riduzione del ricorso ai combustibili fossili appare decisione non più rinviabile; in caso contrario il grande impegno profuso a livello regionale in favore delle fonti rinnovabili servirà soltanto ad aumentare le "esportazioni energetiche" senza produrre alcun beneficio ambientale per la Puglia.

Per tali motivi, anziché fare le barricate contro un'ipotesi, sarebbe più opportuno impegnarsi, ad ogni livello istituzionale, per la riduzione delle emissioni atmosferiche nocive e vincolare lo sviluppo degli impianti di energie rinnovabili non ad un aumento, ma ad una riqualificazione della nostra produzione energetica, orientandola verso tecnologie a minor impatto ambientale.

* Responsabile ambiente, territorio e politiche energetiche di Nuovocorso per Nardò

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