rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Moi te nde ticu quattru Melendugno

Melendugno, l'acqua è sempre rossa. "Vogliamo tutela"

In un lungo intervento, Francesco Candido, coordinatore per il comitato "No Acqua Rossa" di Melendugno, espone tutti i problemi che da anni affliggono la popolazione. L'Aqp sotto accusa

"In Provincia di Lecce il diritto alla salute è diventato un miraggio". Francesco Candido, coordinatore per il comitato "No Acqua Rossa" di Melendugno ritorna su un problema che ancora non ha trovato soluzione, nonostante appelli, articoli sulla stampa, elencazione di dati allarmanti. Un problema "che vivono ogni giorno i melendugnesi in modo sempre più drammatico", sottolinea. Non acqua potabile, ma liquido "rosso-fuliggine" è quello che viene giù dai rubinetti delle abitazioni. "Da quando tre anni fa l'acqua erogata dall'Acquedotto pugliese è risultata non-potabile - ricorda Candido - e il paese è stato servito per un intero mese dalle autobotti, si è verificato un progressivo aumento della frequenza di distribuzione di "liquido rosso colorato", in molte zone centrali e periferiche dell'abitato, finché è risultato impossibile bere "ad occhi aperti", usare l'acqua per cucinare o per lavarsi".

"Tuttora - prosegue -, Il danno per la salute potrebbe essere spesso in agguato e il buon senso consiglia a molti di non usare comunque l'ignoto liquido, malgrado venga pagato da tutti a un così caro prezzo. Le promesse iniziali di interventi immediati da parte dei responsabili del servizio idrico, l'Aqp Spa, malgrado qualche intervento tampone, non si sono ancora tradotte in opere efficaci e la situazione si è fatta man mano sempre più preoccupante. Pertanto - taglia corto -, la salute dei cittadini è in pericolo". Il Comitato parla con dati alla mano. Dati che sono stati messi a disposizione di tutti i cittadini anche su un sito web, in modo da far giungere più lontano possibile l'eco di una questione che merita senz'altro più attenzione. Le pagine https://www.comitatonoacquarossa.it/index.htm presentano articolati dossier sul fenomeno che rende inquieti i melendugnesi, così come non mancano i contributi video (https://www.comitatonoacquarossa.it/Videogallery.htm), uno dei quali è stato usato anche nella nostra pagina a titolo dimostrativo.

"Questo tipo di liquido - prosegue il coordinatore del comitato -, fortemente colorato di rosso, in quasi tutti i campioni esaminati, non è conforme alla legge (decreto legislativo 31/2001) come risulta dalle analisi effettuate il 13 ed il 26 luglio 2006 dall'Arpa Puglia, in quanto presenta ‘ferro e caratteri organolettici alterati'. Altre analisi, effettuate dalla Sisp della Ausl di Martano nel maggio 2006, hanno rivelato che dai rubinetti delle abitazioni l'acqua esce "non incolore". I campionamenti effettuati da privati, presso il Biolab Service srl di Melendugno, il 19 e ed il 20 marzo 2007, dimostrano inequivocabilmente che la presenza di ferro nell'acqua è di 3,3 mg/l rispetto allo 0,2 stabilito dal decreto legislativo 31/2001".

"Recentemente, il referente U.O. numero 4, dottor Biagio Galante del Dipartimento di prevenzione Servizio igiene degli alimenti dell'Azienda sanitaria locale, area nord di Lecce, ha informato le autorità comunali che da una fontanina Aqp del Comune: " … dai campioni prelevati, l'acqua della fontanina di Piazza Risorgimento non appare incolore, la qual cosa non può escludere la presenza di sostanze indesiderabili." Per questo - spiega ancora Candido - proponeva al sindaco di "limitare l'uso dell'acqua nella zona e a predisporre un servizio alternativo e sostitutivo dell'approvvigionamento pubblico fino al ripristino della qualità dell'acqua distribuita".

"Lo stesso referente - ricorda ancora - ha dichiarato inoltre che "Secondo la letteratura scientifica, la presenza di ferro nell'acqua, se assunta in modo continuo nell'organismo… potrebbe provocare disturbi gastro intestinali". Le autorità comunali, purtroppo, di fronte alle proposte del referente U.O. numero 4, si sono limitate a chiudere l'uso della sola fontanina, nonostante la gravità degli avvisi ricevuti e per ben 52 giorni (cioè fino al 14 maggio 2007, data di ricevimento delle analisi dei campionamenti effettuati il 22 marzo 2007) hanno permesso che i cittadini ignari consumassero "acqua non sicura"".

"Questo tipo di liquido viene distribuito in media 7-8 volte al mese, ogni volta per numerose ore e in qualsiasi momento, in modo assolutamente "democratico", e non si cura di fare distinzioni fra poveri e ricchi, fra giovani e anziani, o indifesi bambini, fra sani e ammalati. Precedentemente - accusa il coordinatore -, anche altri enti si sono comportati allo stesso modo, dimostrando di preoccuparsi più che L'Aqp fosse messa al riparo di qualsiasi sospetto che di tutelare la salute dei cittadini che compete loro per legge. L'Arpa Puglia, infatti, il 1° marzo 2007 (con circa otto mesi di ritardo) mi inviò al sottoscritto una serie di analisi effettuate su 33 campioni di acqua, prelevati da abitazioni di privati cittadini, in varie zone della città, in data 13 e 26 luglio 2006, da cui risultavano un campione non conforme al decreto legislativo 31/2001 per le analisi batteriologiche e 14 non conformi per le analisi chimiche (presenza di ferro e caratteri organolettici alterati), ma non avvertì mai i cittadini del rischio che avrebbero corso se avessero bevuto quell'acqua (che per ben otto mesi consumarono, ignari, di bere acqua rinforzata con ferro)".

"Cosa hanno bevuto i melendugnesi, nei mesi precedenti, quando decine di cittadini inoltrarono denunce per l'irregolarità dell'acqua che sgorgava rossa dai rubinetti domestici con impressionante frequenza?", si chiede Candido. "Anche allora, per Aqp tutto era "regolare" e gli abitanti, ignari, continuarono a bere tranquillamente quell'acqua. Ancora oggi, presso il locale ufficio della Federconsumatori si raccolgono tante richieste di rimborso per le fatture pagate per "acqua inutilizzabile" ad Aqp S.p.a., corredate da bottiglie di liquido variamente colorato". E ancora: "Che tipo di acqua è stata distribuita nelle case dei melendugnesi a partire da quei giorni e fino ad oggi? Quell'acqua distribuita in quel periodo (almeno nelle zone sottoposte a prelievi) ha prodotto danni alla salute dei residenti? Aqp sapeva dell'acqua "non conforme" perché avvertita da Arpa Puglia. Perché ha taciuto?"

"I cittadini melendugnesi -conclude il coordinatore del comitato - chiedono ora la fornitura di acqua potabile, incolore, inodore, insapore, salubre e pulita, e comunque conforme ai requisiti di legge a fronte del contratto di fornitura in atto tra l'Acquedotto Pugliese e i cittadini-utenti; la sostituzione immediata di tutte le condutture dell'acquedotto cittadino, vecchie e ormai usurate, soprattutto quelle in cemento-amianto, il pericolosissimo "Eternit", che una legge dello stato italiano ha già da molti anni dichiarato nocivo per la salute; il rimborso delle bollette pagate per acqua e fognatura in questi ultimi tre anni, in cui i melendugnesi non hanno usufruito adeguatamente del servizio di acqua potabile; la sospensione del pagamento delle bollette future fino alla completa soluzione del problema, certificata dagli organi competenti e riconosciuta da tutti, cittadini compresi".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Melendugno, l'acqua è sempre rossa. "Vogliamo tutela"

LeccePrima è in caricamento