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Giovedì, 25 Aprile 2024
Moi te nde ticu quattru

"Quel giovane Down, un puro tradito da chi lo circonda"

Ci scrive da Asolo, in provincia di Treviso, il papà di un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. "Ragazzi sensibili, ironici, puri. La stampa e le televisioni locali dovrebbero fare una campagna"

Ci scrive da Asolo, in provincia di Treviso, il papà di un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. Come tantissimi altri lettori ha vissuto in prima persona, con condivisibile partecipazione emotiva e indignazione, la notizia delle sevizie a cui è stato sottoposto un ragazzo affetto da questa forma di disabilità. Sentimenti, nel suo caso, forse amplificati dal fatto di essere genitore di un ragazzo colpito da questa sindrome. Ora lancia una proposta alla stampa salentina. Una proposta molto seria.

di Bruno Colombati

"Sono il padre di Andrea, giovane con sindrome di Down che arricchisce la sua e la nostra vita di tutti i giorni con le caratteristiche comuni a queste persone: grande pulizia mentale, fantasia, generosità, ironia, spirito di amicizia, allegria e soprattutto una concezione dell'amore di assoluta bellezza. Amore, di cui la sessualità fa parte, senza che in alcun modo le due sfere umane possano essere disgiunte. Considero molto grave il comportamento dei ragazzi che hanno creduto di fare una ‘bravata', senza capire che hanno creato un grave danno psicologico a questo loro coetaneo che avrà bisogno di molto tempo per assorbire e dimenticare (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4930). E' stato tradito da persone che lui considera i suoi amici, i suoi compagni, una parte importantissima del suo mondo, oltre alla famiglia".

"Sono convinto che l'episodio sarà presto dimenticato da molti, soprattutto dai parenti dei colpevoli che vorranno rimuovere e minimizzare. Altrettanto sono persuaso che nessuna conseguenza disciplinare e tanto meno penale seguirà. Perché i giornali e le televisioni locali non si fanno promotori di una campagna di sensibilizzazione presso le scuole della città per cercare di tirar fuori dallo "scandalo" una positiva informazione e sensibilizzazione di quanto le persone Down danno alla società con il loro esempio di correttezza, amabilità, ingenuità che vuol dire vera dignità? Per non parlare soltanto di isole, veline, onorevoli, mazzette e chiacchiericcio politichese, proviamo per una volta a dire a quale degrado umano i giovani riescono ad arrivare, maneggiando armi tecnologiche e chimiche che gli educatori non conoscono e non sanno contrastare".

Qui si conclude la breve, quanto profonda testimonianza del signor Colombati, che ringraziamo. Ed ora aggiungiamo qualcosa noi. Lo diciamo senza nasconderci, consapevoli di quello che è il nostro mestiere: certe notizie fanno vendere bene i giornali, alzano lo share televisivo e, nel nostro caso, sollevano di gran lunga le visite del sito. Ma lo ribadiamo anche e soprattutto da uomini: è una di quelle notizie che noi stessi, in cuor nostro, non vorremmo mai dare.

Le sevizie ai minori e a tutti gli indifesi in genere, siano disabili o meno, siano compiute da adulti o da coetanei, fanno orrore e scatenato ripudio. Vorremmo non doverne parlare mai, perché vorremmo che queste cose non accadessero mai. Ma è un mondo che cela angoli di inestirpabile cattiveria, quello in cui viviamo. Inutile nascondere la testa come gli struzzi. Parlarne, parlarne e ancora parlarne: è forse l'unico modo per cercare di raddrizzare i fuscelli storti di questa società spaventosamente cinica. E vorremmo credere veramente che sia cambiato qualcosa, nella sensibilità collettiva, dai tempi di Sparta, quando i bimbi malati venivano lasciati morire di stenti sul monte Taigeto perché non funzionali ad un sistema sociale guerrafondaio e basato sul vigore.

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