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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A Piacenza il Lecce dei "rincalzi" corsaro nel finale

Al 47' della ripresa il gol vittoria firmato da Tulli su suggerimento di Valdes, in insolita posizione di esterno di centrocampo. Il Lecce guadagna altri tre punti preziosi in vista del Chievo

Il Lecce arriva alle soglie del big match interno con il Chievo consapevole di avere nelle vene la giusta dose di sangue freddo per uscire da ogni empasse con agonismo e concretezza. Sei punti in due trasferte, ancora nessuna sconfitta. Il bel gioco forse sarà ancora latitante, ma i risultati danno ragione al tecnico giallorosso, che oggi può sorridere come non mai: anche in formazione ampiamente rimaneggiata, esistono soluzioni vincenti. Basta non restare ossessionati dalle formule e dai moduli a tutti i costi. Lo dimostra la gara di Piacenza. La pretattica ha funzionato. Si pensava ad un 3-5-2, con Valdes in panchina, ne è venuto fuori un insolito 4-4-2 con Valdes in campo dal primo e fino all'ultimo minuto di recupero. In funzione di esterno, non il ruolo per cui si taglia le vene. Ma va bene lo stesso.

La vittoria, sudata, risicata, ma cercata, questo è certo (e fa onore al Lecce: che ci ha provato per tutta la gara con costanza dopo una prova massacrante appena tre giorni fa ad Avellino) è giunta all'ultimo granello di sabbia della clessidra. Artefici, proprio il cileno, che ci ha messo la consueta classe ed una lucidità fuori dal comune, tanto da avere dopo oltre 90 minuti ancora la capacità di spennellate da artista del pallone, ed un rinato Tulli. L'attaccante romano prende il posto di Abbruscato nel convulso finale, quando il Piacenza, ormai decimato dal suo stesso nervosismo resta con soli nove uomini in campo, e insacca due volte di testa, in ossequio alla sua specialità.

Nella prima occasione è pescato in fuorigioco, ma nella seconda, quando ormai si attende il triplice fischio di chiusura, è implacabile sul suggerimento di Valdes. Due giocatori che in altre squadre avrebbero il posto da titolare assicurato e che nel Lecce sono obbligati a partire quasi sempre dalla panchina, regalano tre punti di un di un valore inestimabile all'interno di una classifica dominata in questo primo scorcio da un Brescia schiacciasassi e da un Albinoleffe che inizia a far paura.

Al di là di chi ha messo i sigilli alla gara, va dato atto all'intera formazione di essersi battuta con forza ed estrema dinamicità, dominando come di consueto nella prima frazione di gioco, per poi subire qualcosa nella ripresa. Difetto ormai antico: il Lecce spende molto nei primi 45 minuti, crea quantità industriali di azioni da rete, ma vanifica molto, per poi cedere spesso il passo all'avversario al rientro in campo. Il rientrante Tiribocchi ed Abbruscato ne sanno qualcosa: se avessero messo a segno la metà delle azioni sottorete sviluppate finora avrebbero già entrambi le mani sulla classifica dei cannonieri dopo sei giornate. Si tratta di un "difetto di fabbrica" al quale più che Papadopulo, gli stessi attaccanti dovrebbe cercare di porre rimedio, per evitare che le parti s'invertano. Oggi il Lecce ha vinto nei minuti di recupero. Domani potrebbe accadere il contrario.

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