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Challenge Venice: cielo salentino sulla Laguna. Beccarisi protagonista

L'atleta di Galatina chiude al 51esimo posto assoluto con un fantastico 10 ore e 53 minuti. Bene anche Maritati e gli altri esordienti

LECCE – Iterum rudit Leo. A ruggire come il Leone di San Marco, nella seconda edizione del Challenge Venice (gara di triathlon full distance con 3 chilometri e 800 metri di nuoto, 180 chilometri di bici e oltre 42 di corsa), è il salentino Leonardo Beccarisi (nella foto a destra). A soli venti giorni dall’IronMan di Lanzarote, il talentuoso triatleta della Msl triathlon conclude la gara con il fantastico tempo di 10 ore, 53 minuti e 25 secondi: 51esimo assoluto, 11esimo di categoria, 13esimo tra gli italiani e primo dei pugliesi. Una grande prova per Leo Beccarisi (in continua crescita con un tempo di 3 ore e 45 minuti nella maratona), in una gara condizionata da condizioni atmoIMG-20170611-WA0021-2sferiche proibitive a causa del vento e del gran caldo che hanno messo a dura prova gli atleti (molti i ritiri). Dedica speciale, per il triatleta che a luglio compirà quarant’anni, al figlio Pierluigi (che lo ha omaggiato del suo ciuccio come talismano) e alla mamma scomparsa, due presenze costanti, capaci (al pari della moglie Federica) di infondergli la forza e l'energia per superare ogni crisi e ogni difficoltà, raggiungendo sempre nuovi traguardi. Per lui, comunque, è già tempo di pensare alla prossima sfida che lo vedrà impegnato nell’IronMan a Klagenfurt (in Austria) il 2 luglio.

A tingere ancor di più di salentino il cielo sopra la Laguna, la presenza di altri sette atleti. L’inarrestabile Giacomo Maritati (autentica “leggenda” dei triatleti pugliesi) della Msl triathlon ha concluso al 69esimo posto assoluto la gara, secondo di categoria, con il tempo di 11 ore, 13 minuti e 16 secondi. Un’altra sfida vinta per il 57enne salentino, che vanta innumerevoli presenze in gare in giro per il mondo, tra successi e record.

Grande prova anche per il gruppo dei triatleti all’esordio sulla full distance, che non hanno deluso le aspettative e conquistato il traguardo con lo sguardo fiero e orgoglioso di chi ha concluso un’impresa, la fatica nei muscoli e sui volti stravolti, le lacrime e i sorrisi di un sogno diventato realtà, gli abbracci e le strette di mano, la consapevolezza di aver raggiunto un obiettivo fantastico, la voglia di condividere le proprie emozioni con amici e famigliari. E’ sfilato sotto il Leone di San Marco il popolo dei triatleti salentini.

Per la Msl triathlon Andrea Mita ha chiuso la sua ottima prova in 11 ore e 54 minuti; Stefano Marti in 12 ore e 33 minuti; Fabrizio Giannone in 12 ore e 29 minuti.

A rappresentare con onore i colori della Salento triathlon tre atleti: Roberto Gianfreda (100esimo assoluto) che ha chiuso in 11 ore e 40 minuti; Thomas Erroi, 14 ore e 12 minuti; e un indomito Salvatore Monticelli Cuggiò (entrambi nella foto a sinistra) che, nonostante un problema fisico che lo ha condizionato, ha lottato e stretto i denti, tagliando il traguardo in 14 ore e 26 minuti. Per tutti un’emozione indescrivibile, con gli ultimi cento metri in cui rivivi mesi di allenaIMG-20170612-WA0011-2menti e di fatiche, di sacrifici e sofferenza, i volti di chi ha detto che eri “pazzo”, di chi ti ha sostenuto e incoraggiato, di chi non ci credeva e si è dovuto ricredere. Nessuno sport come il triathlon tira fuori da se stessi risorse e capacità che a volte si ignorano, necessarie per compiere piccole immense imprese personali.

La gara ha preso il via, con la frazione di nuoto, dall’antico Ghetto ebraico di Venezia (la parola ghetto deriva dal nome dialettale della fonderia che si trovava in questa zona di Venezia prima che venisse adibita a quartiere ebraico), il primo al mondo, che tuttora mantiene le splendide vestigia dell’epoca. Un lungo rettilineo di quasi quattro chilometri affrontato sfidando la corrente contraria. Poi la frazione in bici, con un primo tratto di circa 22 chilometri fino a Quarto d’Altino, per imboccare un circuito di 44 chilometri tra i comuni di Venezia, Meolo, Marcon, Monastier, Quarto d’Altino, Roncade, San Doná di Piave e Musile di Piave, da ripetere tre volte. Lungo il percorso gli atleti hanno potuto ammirare alcune delle più caratteristiche testimonianze della cultura rurale nella società veneta quali ville, castelli e casolari. Il percorso della maratona finale si è svolto completamente all’interno di Parco San Giuliano.

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