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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La panchina, Lerda, il mercato. Miccoli: “Sto male ma il Lecce viene prima di tutto”

L'attaccante del Lecce a ruota libera in conferenza stampa: racconta la sua insoddisfazione, il desiderio di essere utile al Lecce e non elude la problematicità del rapporto con il tecnico, ma assicura lealtà e garantisce per l'unità dello spogliatoio

SQUINZANO – “Non ricorderò Lerda come il miglior allenatore della mia carriera”. Fabrizio Miccoli torna a parlare in conferenza stampa a lo fa a ruota libera, partendo dalla pubblicazione di un articolo su un quotidiano locale che rimarcava l’inconciliabilità tra il capitano e l’allenatore del Lecce.

Il calciatore di San Donato di Lecce, che di certo non ha gradito i contenuti e la tempistica di quel pezzo (che riferisce di malumori che alcuni tifosi avrebbero raccolto dal calciatore una ventina di giorni addietro), non si è sottratto ad una sorta di operazione verità rispetto al tema principale, quello del suo rapporto con il tecnico piemontese. Dal quale evidentemente dipendono anche le imminenti decisioni sul suo futuro. Perché Miccoli ha voglia di giocare e per questo non ha escluso l’ipotesi di cambiare casacca: “Sono decisioni personali che eventualmente comunicherò al momento opportuno”, ha dichiarato l’attaccante che si confronterà con il suo procuratore, con la famiglia, con gli amici più intimi: “Posso pure decidere di smettere per stare con i miei figli, di seguire il Lecce dalla Curva Nord, ma ora non ci sto pensando”.

La sua unica preoccupazione, al momento, è che il Lecce vinca le prossime due partite per non perdere contatto con le squadra che lo precedono – Salernitana, Benevento e Juve Stabia -, e magari con il suo apporto: “Io ora mi sento bene, ho lavorato 12 giorni da solo per rimettermi in condizione. E’ chiaro che dopo un’assenza così lunga dal campo, non potrò avere il ritmo di una partita intera, ma io sono a disposizione del mister: dall’inizio, a partita in corso, in tribuna, lo deciderà lui”.

Miccoli si è definito persona leale e schietta: “Il mister sa cosa penso di lui,ne abbiamo già parlato nello spogliatoio. La squadra è unita, non ci sono problemi e io non ho mai pensato di mettergli qualcuno contro. Avrei potuto farlo tre mesi fa, ma io sono una persona corretta. Un calciatore come gli altri e voglio solo il bene del Lecce”. Il capitano ha poi speso due parole anche sulla cena che lo ha visto protagonista a Termoli, di ritorno dalla trasferta di Benevento e con il permesso della società. A proposito di questo episodio si è addirittura parlato di un interessamento della Termolese: “Ero lì per discutere con una persona interessata alla mia barca, saranno anche fatti miei”. E poco dopo ha aggiunto: “Perché Termoli e non Nardò, che magari è un ambiente con entusiasmo, vicino casa mia?”

Il calciatore del Lecce non ha nascosto il suo malessere, che a questo punto è soprattutto interiore: “A 35 anni, a causa di vicende extracalcistiche sulle quali pure sta emergendo la verità, avevo due possibilità, vestire la maglia del Lecce o giocare all’estero. Ho scelto di tornare per coronare il mio sogno e per cercare di trovare anche una promozione miccoliconf-2che possa essere la ciliegina sulla torta”. Le scelte tecniche e qualche infortunio lo hanno però di fatto tenuto a lungo lontano dal terreno di gioco: alla sesta giornata, contro la Paganese, si registra l’unica presenza per 90 minuti (con un goal), dopo la quale ha collezionato in campionato solo 26 minuti contro il Cosenza. “Adesso mi sento male – ha riconosciuto il bomber – e penso che sia normale visto che non gioco da due mesi. Devo anche prendermi le mie responsabilità e dire che ad un certo punto mi sono lasciato andare dal punto di vista mentale prima di farmi un esame di coscienza e rimettermi a lavorare come si deve”.

Insomma, che Miccoli voglia rimanere in giallorosso a tutti i costi non lo si può dire, dopo la conferenza di oggi. E nemmeno che abbia già deciso di andarsene: l’impressione è che tutto dipenda da quanto possa essere messo in condizione di aiutare la causa della sua squadra del cuore. Da parte sua giura di non avere preconcetti nei confronti del mister e di credere alle parole del tecnico quando Lerda gli ha detto di contare su di lui senza alcun pregiudizio. Se le cose stessero così veramente potrebbe bastare un goal per trasformare la rabbia in motivazione: ma quella rete, Miccoli, deve poterla fare. Del resto, il Lecce, non è una squadra troppo prolifica.

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