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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Dopo la festa in Anfiteatro, l'accoglienza trionfale

Scatenati, come tradizione, i tifosi nel cuore della città. Poi si sono spostati all'ingresso della superstrada per Brindisi ad attendere la squadra, al rientro da Bari. Tripudio di bandiere e cori

LECCE - La gioia dei tifosi giallorossi rimasti a Lecce è scoppiata non appena il signor Morganti ha posto fine al derby. I minuti finali, vissuti in apnea, con più preoccupazione per la gara di Genova che per un recupero del Bari, davvero impossibile. Poi il boato, nelle case, nei bar, sotto la Curva Nord del Via del Mare. Non serve il passaparola, tanto già si sa. Si va all'Anfiteatro romano, le festa è sempre lì. Striscioni, bandiere e stendardi, fumogeni e torce. Il cuore della città pulsa.

Tutto risplende di giallorosso. I sorrisi dei bambini, magari al primo festeggiamento, lo sguardo incuriosito dei turisti, gli amici che si abbracciano, le foto che si sprecano. Tutto sprizza felicità. Intanto i mille che hanno seguito la squadra al San Nicola, dopo quasi due ore di "assedio", riprendono la via che li riporterà a casa, a dir poco festanti. Hanno colorato di giallo e di rosso uno spicchio dello stadio barese e si sono goduti il gran momento con l'esultanza della squadra.

Ma prima dei tifosi, a Lecce ci arriva il pullman della squadra, con la bandiera sventolata dal finestrino. All'ingresso della superstrada per Brindisi, nel frattempo, si sono spostati tutti, o quasi, dopo il "rituale" dell'Anfiteatro. L'accoglienza alla squadra è un tripudio di entusiasmo, oltre che la novità del programma. La folla corre incontro all'autobus, dall'Hotel Tiziano verso la rotatoria grande. Chevanton è già in prima fila, incollato al lunotto anteriore.

"Chi non salta biancorosso è", il coro che parte dalla folla, primo di tanti. Saltano anche dentro, tutti, tanto che il mezzo fa su e giù sulle sospensioni. Il traffico è bloccato. La polizia stradale devia le auto, tanto non si può passare. Per almeno mezz'ora si vive questo grande, infinito abbraccio poi, poco a poco, il pullman guadagna metri, arriva come sospinto ai piedi dell'albergo. Si aprono le porte, scendono i calciatori, uno a uno, in una selva di mani protese come in adorazione. Sono stati protagonisti di un'impresa, e la salvezza se la sono sudata e meritata. Che la festa continui.

Dopo la festa in Anfiteatro, l’accoglienza trionfale

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