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E' ufficiale: il Lecce defenestra il ds Guido Angelozzi

Il club di via Templari ha revocato le deleghe operative al direttore sportivo, sulla graticola da tempo e nell'occhio del ciclone anche per via di una lacerazione insanabile con un'intera tifoseria

LECCE - La notizia era nell'aria da qualche giorno, l'ufficialità è giunta nel tardo pomeriggio con uno scarno comunicato inviato via fax alle redazioni dal club di via Templari e riportato anche sul sito ufficiale. "L'U.S. Lecce S.p.A. - recita testualmente la nota - comunica di aver revocato le deleghe operative al Direttore Sportivo Sig. Guido Angelozzi. La decisone si basa sul nuovo assetto organizzativo e sulla conseguente diversa attribuzione di funzioni all'interno della società". Una nota che non dice nulla e che contemporaneamente dice tutto. Per l'ormai ex direttore sportivo, originario di Catania, non c'è più spazio a Lecce. Anche con la società il feeling è ormai morto e sepolto.

Sulla graticola da ormai un paio di anni, Angelozzi è ritenuto da buona parte della tifoseria salentina (se non, con il passare del tempo, praticamente, da tutta) l'artefice di campagne acquisti di basso profilo, che hanno causato il crollo verticale nella scorsa stagione, in serie A. Nonostante un'atmosfera ormai cupa, cristallizzatasi intorno al ds, con accuse al vetriolo ed un rapporto con i tifosi praticamente irrecuperabile, scalpore e polemiche avevano destato la riconferma al suo posto nel corso della passata stagione. E così, anche il presidente Giovanni Semeraro s'era preso la sua massiccia dose di contestazioni. Sembra che l'accordo fosse stato preso, in realtà, già all'inizio dell'anno, anche se la notizia trapelò soltanto a campionato in corso e con una situazione di classifica compromessa.

Guido Angelozzi, lo scorso anno, era stato attaccato duramente non solo per non aver condotto nel corso dell'estate, a Lecce, calciatori in grado di elevare il gioco di Mario Beretta (i casi dei misconosciuti e pressoché mai impiegati, o quasi, Leonardo, Feltscher e Basta restano una pietra miliare), ma anche per aver proseguito su questa scia nel mercato di riparazione. Il greco Papadopoulos forse non sarà un pessimo attaccante come molti vogliono farlo apparire, ma è stato travolto dal ciclone polemico ormai in piena, mentre il brasiliano Edinho, pur giudicato dai più un buon giocatore, non è stato ritenuto l'elemento appropriato, per tipo di caratteristiche, per tornare utile alla causa salvezza. Insomma, un buon acquisto in prospettiva, ma un errore nel particolare momento storico.

Quest'anno, con la dirigenza che ha inteso affidare a mister Luigi De Canio un ruolo all'inglese da allenatore-manager (non ben spiegato, per la verità, ma che comunque avrebbe dato al tecnico particolare potere decisionale in sede di scelta dei calciatori) sembra che siano nati alcuni attriti. Non è forse un caso che l'allenatore, durante l'estate, abbia manifestato diverse volte, in modo fermo, seppur con toni pacati, le sue perplessità per una campagna acquisti latitante, che l'ha messo nella brutta situazione di allenare un gruppo di calciatori, alcuni dei quali poco motivati perché in odore di partenza, senza avere nel frattempo valide alternative.

Di fatto, l'allenatore s'è ritrovato una "rosa" più o meno accettabile a campionato avviato, con tutto ciò che ne conviene a livello di difficoltà nel mettere in piedi un gruppo affiatato. E i lavori sono praticamente ancora in corso, con due pesanti sconfitte sul groppone ancora da digerire. C'è da credere che nella scelta della società di divorziare dal direttore sportivo rientri proprio il discorso della campagna di rafforzamento di quest'anno, in serie B, in seno ad un progetto che forse mirava ad altro, con trattative importanti saltate e l'arrivo di qualche giocatore, ancora una volta, poco noto e chissà se realmente utile ad una causa a sua volta ancora poco chiara: tentativo di risalire o semplice ricerca di una salvezza anticipata?

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