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Già molte le firme: ecco l'esposto sul caso Lecce-Juve

Che fine ha fatto la battaglia per la sicurezza nel Via del Mare? Ovviamente nessuno s'è scordato del "caso" Lecce-Juventus, l'ultimo episodio in ordine di tempo di evidente black-out nella sicurezza

Che fine ha fatto la battaglia per la sicurezza nel "Via del Mare"? Ovviamente nessuno s'è scordato del "caso" Lecce-Juventus, in realtà solo l'ultimo episodio in ordine di tempo di evidente black-out nella gestione dell'ordine pubblico all'interno dello stadio del capoluogo salentino, dove negli ultimi periodi si sono registrate, sotto gli occhi di tutti, disfunzioni palesi e momenti di forte tensione, nonostante qualche imbarazzato tentativo di minimizzazione dei giorni successivi.

L'esposto è in allegato in formato Pdf al termine di questo articolo. Potete scaricarlo, leggerlo e, se lo desiderate, sottoscriverlo. Per farlo, basterà inviare la vostra adesione su un foglio bianco, compilato a mano con i seguenti dati: nome, cognome, indirizzo, tipo e numero di documento (ad esempio: carta d'identità, numero AK111111111) ed una vostra firma. Già centinaia di persone, in Curva Sud, hanno aderito, firmando in occasione della gara interna Lecce-Bologna. Tutti gli altri potranno inviare i propri dati per posta all'indirizzo della nostra redazione: LeccePrima, quotidiano on-line del Salento, viale della Libertà, 62 - 73100 Lecce.

Ricapitoliamo un po' la situazione per chi fosse a digiuno in merito alla questione. Partendo dalle origini. Già, perché il fragore delle bombe carta gettate dai sostenitori del Bari durante il derby dello scorso anno ronza ancora nelle orecchie dei più, specie di quanti hanno rischiato di essere seppelliti sotto un'ondata di petardi. Chi stava alla Est quel giorno non può certo dimenticare. Un'invasione di migliaia di persone dalle zone del barese, molte delle quali senza biglietto, con tanto di striscioni offensivi al seguito, esposti sulle balaustre, e mai rimossi. Molti ricorderanno le polemiche che seguirono, non ultime quelle di alcune sigle sindacali di polizia, la dura presa di posizione del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, e persino gli incontri formali fra sindaci. Una brutta pagina ormai chiusa?

La pericolosa commistione prima di tifosi leccesi e milanisti, e poi, soprattutto sempre di leccesi con juventini, avvenuta in occasione delle più recenti uscite in serie A, ha fatto riemergere vecchie (ma non tanto) falle, che assumono una connotazione ancor più sinistra alla luce di quanto avviene - a detta di molti tifosi - nei confronti dei sostenitori giallorossi che affollano abitualmente il "Via del Mare": controlli al lumicino che non risparmiano tappi di bottiglie d'acqua dei bambini e bandierine. Senza considerare la meticolosità con cui vengono passati ai raggi "X" gli striscioni leccesi. Tutto inappuntabile e perfino, cinicamente sacrosanto, sulla base delle nuove normative, se non fosse che le tifoserie avversarie riescono spesso e volentieri a far passare nel "bunker" di tutto un po'.

Come molti di voi sapranno, è partita proprio da un'inchiesta di LeccePrima, con documentazione video e fotografica, la prima denuncia sui difetti di organizzazione nello stadio di "Via del Mare". Durante Lecce-Juventus i sostenitori salentini della Curva Sud (fra questi anche genitori con figli, pensionati, donne e ragazze, e soprattutto tanti abbonati letteralmente spodestati dai loro posti) si sono trovati mescolati con gruppi ultras juventini, con tanto di striscioni al seguito, a scanso delle leggi, persino quelle non scritte del buon senso, con pochi steward a tentare il possibile per tenere distanti le fazioni e altrettanto pochi agenti di polizia e carabinieri. Cinte al vento, cori, abbozzi di carica, spintoni, urla, petardi, fumogeni. E' successo di tutto, anche se fortunatamente non vi sono state conseguenze gravi (a livello fisico) per nessuno. Ma l'assenza della fatidica vittima sacrificale di turno non significa che la situazione, in sé, non fosse grave. Com'è possibile che non vi fosse alcun controllo? Perché sono stati sottovalutati i potenziali rischi? C'entra solo l'Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportivi, o le responsabilità sono da spalmare su più livelli?

Basti pensare che nell'occasione parte del settore ospiti è rimasto persino vuoto. Non sarà allora forse proprio questa legislazione d'emergenza, lacunosa e realizzata senza qualsiasi reale conoscenza di quelle che siano le "situazioni da stadio", ad aver reso possibile ciò che non accadeva neanche negli anni '80-'90? A partire proprio dalle modalità di vendita dei biglietti.

Si tratta, questo, di un punto che merita un approfondimento a parte, e nei prossimi giorni torneremo meglio sull'argomento con l'aiuto di qualche esperto in materia.

Per ora, non possiamo che registrare alcune prese di posizione, avvenute (purtroppo…) quando LeccePrima era chiuso per alcune modifiche tecniche. Come il ritorno sull'argomento di alcune sigle sindacali di polizia e l'interrogazione parlamentare promossa dall'onorevole Teresa Bellanova del Partito democratico rivolta al ministro dell'Interno (è già stata pubblicata su altri giornali, ovviamente, visto che è datata 17 dicembre, ma ne riproponiamo i tratti salienti). "Era noto a chi di competenza, che tifosi juventini, provenienti da varie parti d'Italia ed ai quali era stata, peraltro, rilasciata l'autorizzazione preventiva per l'esposizione di striscioni riportanti la denominazione del citato gruppo organizzato di tifosi, stavano acquistando biglietti di Curva Sud", scrive Teresa Bellanova. E ancora: "Tra la tifoseria leccese adiacente alla tifoseria juventina erano presenti anche moltissime donne, bambini e anziani che nulla avevano a che vedere con la cosiddetta tifoseria organizzata. A partita iniziata, quando gi si erano verificati atti verbali e non riconducibili ad insulti consistenti, esplosione di ordigni vietati, petardi e fumogeni, una quindicina di steward, privi di protezioni a difesa della propria persona, si sono posizionati per dividere le due tifoserie".

"Solo durante l'intervallo tra il primo ed il secondo tempo - riferisce la parlamentare al ministro -, sollecitati dagli stessi tifosi e dagli steward che avevano ormai perso il controllo della situazione dopo episodi di contrasti fisici tra le due tifoserie, sono intervenuti gli agenti di polizia ed i carabinieri in tenuta anti-sommossa che hanno creato due barriere di cui una nel settore superiore della curva sud ed una nel parterre nei pressi del bar". Fatto importante, la parlamentare rievoca anche alcuni episodi avvenuti in occasione di un'altra gara. "Già nella partita del 9 novembre 2008 Lecce Milan, si era verificato un episodio simile, numerosi tifosi della squadra ospite, peraltro di provenienza del territorio barese, erano stati collocati, in un primo momento, sempre presso la curva sud e prima dell'inizio della partita, spostati per ovvie ragioni di sicurezza; solo per una pura casualità fortuita la situazione non è degenerata provocando seri incidenti a persone e cose, seppur abbia generato comunque nei tifosi leccesi che si recano regolarmente allo stadio, un sentimento di paura e rabbia".

E' stata questa l'iniziativa che ha fatto seguito alle domande d'attualità promosse da Pierpaolo Signore (La Città) e Woytek Pankiewicz (Centro moderato) in Consiglio comunale. Prima di Lecce-Bologna numerosi tifosi si sono incontrati sotto la Curva Sud per un dibattito aperto su quanto avvenuto. C'è chi si dice stufo di queste situazione e si chiede se sia opportuno andare ancora allo stadio in un quadro di simile insicurezza e persino di disparità di trattamento. Un po' di chiarezza, in modo serio e approfondito, sarebbe necessaria. Un atto dovuto nei confronti di quanti spendono un biglietto o acquistano un abbonamento, per poi rischiare di trovarsi coinvolti in situazioni non certo desiderate.

La copia dell'esposto in PSD da scaricare.

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