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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Grinta e cuore Genoa. E il Lecce è sempre più giù

GENOA-LECCE 1-0

Reti: 43' s.t. De Rosa.

GENOA: Rubinho; Stellini (24' s.t. Masiello), De Rosa, Criscito; Galeoto, Milanetto, Coppola, Fabiano; Rossi (1's.t. Leon), Greco, Di Vaio (20' s.t. Gasparetto). In panchina: Scarpi, Di Maio, Juric, Carobbio.

All. Gasperini

LECCE: Pavarini; Polenghi, Diamoutene, Cottafava, Arrieta; Munari, Juliano, Giuliatto; Valdes (7' s.t. Tesser); Tulli (26' s.t. Schiavi), Tiribocchi (17' s.t. Osvaldo). (Rosati, Mingozzi, D.Diarra, Vascak).

All. Papadopulo.

ARBITRO: Herberg di Messina

NOTE: espulsi Arrieta e Schiavi nel Lecce per proteste. Ammoniti, Greco (G), De Rosa (G), Cottafava (L), Osvaldo (L), Milanetto (G), Diamoutene (L), Fabiano (G), Schiavi (L), Tesser (L).


Bagno di sole sul "Marassi" e di folla sulle gradinate. C'è vita su Marte. Qui, sulla Terra, gli stadi sono ormai bunker per poche elite. Sarà certamente anche la spinta del pubblico rossoblu, in un finale incandescente, a permettere al "grifone" di affondare gli artigli sul dorso di un "lupo" travolto per tutta la gara dall'inesauribile foga avversaria e definitivamente spelacchiato dal signor Herberg di Messina.

Due gli espulsi, cinque gli ammoniti, un rigore e punizioni a grappoli fischiati contro, un gol annullato per fuorigioco di dimensioni microscopiche, altri due off-side inesistenti sbandierati su pericolosi contropiedi salentini. Ma non può essere solo questo. Nel Lecce di Papadopulo c'è qualcosa che proprio non vuole mettersi in moto. Non è solo una questione di venti contrari. La vittoria con il Verona, per ora, resta solo una fiammata. Ci avevamo creduto un po' tutti.

Il Lecce di oggi ha un evidente difetto di fisionomia, sul quale, come se già non bastasse, grava un eccesso di nervosismo. Che, a ben vedere, è piuttosto diffuso. Fino a diventare quasi virale e contagiare tutti, nella sfida del "Marassi". Mettici una girandola di partenze e di arrivi, di infortuni e squalifiche, di test e contro-test, mescola il tutto con abbondante stress da risultato, ed ecco che la frittata è sfatta: ancora non s'intravede un volto dai lineamenti ben definiti. E se i piedi, adesso, bene o male sono quasi tutti di qualità, la classifica inizia comunque a farsi impietosa.

Il dato curioso di Genoa-Lecce è il risultato finale. Di fronte si ritrovano due difese con numeri da colabrodo, ma il "rischio" è che la gara si chiuda per paradosso con un nulla di fatto. Il Lecce rinuncia quasi subito a produrre gioco. L'iniziativa è tutta dei padroni di casa. Che schiacciano i giallo-rossi nella propria metà campo. L'assenza di Zanchetta è pesante, ne risente la manovra. All'attivo dei centrocampisti leccesi, solo qualche lancio, più a liberare che altro, e sporadiche iniziative personali. Ma è scritta proprio nei nomi che scendono in campo la volontà di Papadopulo di contenere. Nel giorno del rientro di Giuliatto, spostato in funzione di ala sinistra, alle sue spalle c'è Arrieta e a destra, a completare i ranghi di una folta difesa, Polenghi. Valdes ritorna a spaziare sul fronte offensivo, in un ruolo non proprio suo. E Tesser guarda tutto dalla panchina.

PRIMO TEMPO

Un minuto di raccoglimento per ricordare Giorgio Tosatti, una vita spesa a raccontare il calcio, soprattutto quello bello di una volta, poi il fischio d'avvio. Si gioca su un campo di patate, le zolle di erba saltano in aria sotto i tacchetti, ed Il Lecce illude la folta rappresentanza di tifosi che hanno raggiunto la Liguria con una partenza al fulmicotone. Pochi secondi e Tiribocchi, al rientro, raccoglie da Polenghi, fa sponda per Valdes che irrompe da dietro, ma il cileno spara verso il porto di Genova. Al 6' è il momento del brivido freddo. Punizione in posizione centrale, non lontano dall'area genoana. Sulla palla si porta Valdes. Il suo piede diviene un trampolino per il pallone che sale in cielo morbido, per scendere diritto sulla testa di Tulli. Fabiano guarda mezzo addormentato: la solita incornata dell'attaccante romano, il solito gol. Ma la terna questa volta gli soffoca il grido di gioia in gola. Fuorigioco. Se c'è, è di tanto così, forse anche meno. Ed il Lecce del primo tempo si spegne qui.

Undicesimo minuto, Milanetto calcia una punizione sulla quale si avventa Criscito in mezza rovesciata. Polenghi fa buona guardia ed il genoano cicca la palla. Al 14' il primo giallo. Lo becca Arrieta, che atterra lo sgusciante Rossi. Il tempo di ripartire, ed il Genoa inizia a dire sul serio la sua sulla gara. Greco va in triangolo con Fabiano, entra in area, si gira e spara a colpo sicuro. Pavarini ha uno scatto felino e blocca il bolide in due tempi. Il ritmo resta alto, in palla però è solo il Genoa, mentre il Lecce pensa a drenare il pressing a tamburo. E a un certo punto, dalle parti di Pavarini si vede pure Tiribocchi. Al 22', con il Lecce in affanno, De Rosa stacca di testa su angolo, ma la palla s'infrange su un muro di gambe. E due minuti dopo, nuova occasione d'oro per i padroni di casa. De Rosa serve Greco di testa, che prova il tiro sporco sottoporta. Cottafava smorza la palla, Pavarini la smanaccia mentre sta per varcare la linea, Diamoutene la butta dall'area via prima che faccia qualche danno. Al 34' Di Vaio si ricorda di essere un attaccante e spara al lato. E un minuto dopo Greco entra in area e si getta nel vuoto, fingendo un contatto con Diamoutene che è a circa mezzo chilometro da lui. Herberg, giustamente, punisce la simulazione con il giallo. Altro cartellino per De Rosa al 41', poi sul finale nuovo tiro sul fondo di Di Vaio. Si va negli spogliatoi sullo 0 a 0.

SECONDO TEMPO

Gasperini vuole vincere, ma gli serve più concretezza e manda Rossi sotto la doccia. In campo ora c'è Leon. Che decide di darsi subito una mossa: fuga in serpentina sulla destra, Cottafava lo stende ed è di nuovo ammonizione. A calciare la punizione è lo stesso Leon, che da 25 metri esplode un tiro che si stampa sotto la traversa e tocca terra, poi viene allontanato in corner. Dalla bandierina nasce un nuovo assist: Di Vaio è in posizione centrale, raccoglie e tira lento su Pavarini. Nasce così un capovolgimento di fronte, protagonista Tiribocchi: da posizione defilata sulla destra scocca un rasoterra deviato in corner da un difensore. L'arbitro non vede la deviazione e decide per la rimessa dal fondo.

Al 7' Papadopulo prova a cambiare tattica. Via Valdes, dentro Tesser, che modificherà posizione più volte durante la gara, giocando anche in mediana. Ma sotto il sole, niente di veramente nuovo. Non per il Lecce, almeno. Leon è una spina nel fianco e all'11' crossa in area: Pavarini esce, Polenghi ci mette a sua volta la testa. Lo scontro diventa un involontario assist per Di Vaio, che però nell'occasione ha il piede a banana. Al 13' Tiribocchi si scontra con De Rosa ed il ginocchio inizia a fare le bizze. Rientra stoicamente in campo, ma alla fine deve dare forfait. Lo sostituisce Osvaldo. Che al 22' trova l'occasione per farsi ammonire e dire addio anticipato al Frosinone: era diffidato. Il nervosismo è strisciante, perché il Genoa si sente frustrato nell'iniziativa tanto costante quanto sterile ed il Lecce è chiuso a riccio: vuole a tutti i costi mandare in porto l'affare pareggio. Nel clima da battaglia campale, al 24' il giovane Arrieta blocca l'ennesima incursione di Leon in modo giudicato eccessivo dall'arbitro. Secondo giallo, e via. Lecce in dieci uomini, i grattacapi per Papadopulo non mancano di certo.

Il tecnico richiama così in panchina Tulli ed aggiunge un difensore, Schiavi. Gasparetto alla mezzora raccoglie di testa un cross da destra e la palla, leggermente deviata dal nuovo entrato, passa a pochi centimetri dall'incrocio. Ma anche questa volta l'arbitro non vede l'angolo. I tre minuti successivi sono altre botte, ed i cartellini volano un po' qua, un po' là: prima Diamoutene, poi Fabiano nel Genoa. Al minuto 34 Pavarini è di nuovo protagonista: assist di Greco che taglia la difesa al centro: il portiere leccese strappa il pallone in uscita dai piedi Gasparetto lanciato in volata solitaria.

Due minuti dopo, quando meno te l'aspetti, il Lecce potrebbe passare. Osvaldo in contropiede sfugge a De Rosa, con tutta la difesa genoana sbilanciata, entra in area, scarta anche Robinho, ma spara sull'esterno della rete. Da suicidio. Tre minuti dopo, il patatrac. Schiavi fa fallo su Gasparetto, scatta l'ennesima ammonizione. Sulla punizione, doppia mischia in area: il pallone schizza impazzito come in un flipper, la difesa salentina allontana, l'attacco genoano lo rimette al centro e quando Gasparetto si trova a tu per tu con Pavarini, alle spalle ha ancora una volta Schiavi, che gli tira la maglia, gli fa perdere l'equilibrio e lo butta giù. Rigore e secondo cartellino giallo per il difensore. Lecce in nove, con il sangue che ribollisce nelle vene per la rabbia. Sul dischetto si presenta Leon. E sotto gli occhi trepidanti del "Marassi", il tiro sorvola la traversa e viene raccolto dai ragazzi dietro la curva. Che qualcuno, lassù, ami il Lecce?

Sembrerebbe davvero di no. Perché al 42' De Rosa, difensore per caso, raccoglie un traversone in area, si beve Tesser in anomala posizione di centrale e mette alle spalle di Pavarini. Esplode il "Marassi", il Lecce è quasi al collasso. Al 47' Gasparetto crossa basso da sinistra, per Leon è come battere un secondo rigore, ma a porta completamente sguarnita spedisce la palla in direzione degli stessi ragazzi di prima appostati dietro la curva. Nel convulso finale, c'è un giallo anche per Tesser, poi tutti a casa. Neanche sotto la Lanterna il Lecce riesce a vedere la luce.

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