rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Sport

Grinta Lecce: sfiora l'impresa contro una Lazio nervosa

Tiribocchi torna al gol e rischia di mettere al tappeto i biancocelesti, a tratti indisponenti e incapaci di reagire. Nel finale Simone Inzaghi regala il pareggio ai padroni di casa

Il Tir è tornato a marciare su strada. Un sonoro colpo di clacson, e sale la nevrosi biancoceleste, raggiunge il parossismo nel finale del primo tempo, diventa tilt mentale e rancore, obbliga la terna a prendere al laccio la gara prima che diventi uno scontro a fuoco. Fosforo e agonismo salentino contro la frustrazione di una Lazio in certi momenti irriconoscibile. Vorrebbe ammazzare il campionato, ma la storia della partita evidenzia una scarsa propensione nel rispondere con fredda lucidità agli imprevisti del suo cammino. Come questo Lecce che non t'aspetti: accarezza il miraggio di un'impresa, ma non riesce a ripetere nella ripresa la magistrale prova della frazione iniziale, sapiente in fase difensiva, a tratti incontenibile nelle ripartenze. Punito da uno svarione agli sgoccioli di cronometro, messo alla prova sotto i colpi di una Lazio che attacca a testa bassa come un toro inferocito, quasi incredula di rischiare il collasso davanti al suo pubblico. Alla fine è pari, ma Mario Beretta è il vincitore morale del braccio di ferro con Delio Rossi.

Chiude tutti i varchi, ma non rinuncia a pungere. Complice un Castillo in giornata di grazia: pressa sulla linea di centrocampo, conquista palloni con sacrificio e si fa trovare pronto alla chiamata alle armi durante le proiezioni offensive. Una spina nel fianco continua, alla quale si aggiunge la sagacia di un Tiribocchi ritrovato. Intelligenza tattica e fiuto del bomber, quello vero, che non manca l'appuntamento con il pallone quando Polenghi dipinge per la sua testa una pennellata di quelle che quando nascono dal piede di Kakà, a "Controcampo" se parla per un mese e mezzo. Che bellezza, questo Lecce, quando prende confidenza con i suoi mezzi e dimentica di avere di fronte una grande. Cresce nei minuti che scorrono, affronta con autorevolezza e tenacia una Lazio che accusa il trauma forse oltre il lecito, rischia persino di raddoppiare. Il film del primo tempo è da premio ad una mostra cinematografica, riempie d'orgoglio il petto dei mille sostenitori assiepati nel settore ospiti. Non è così nella ripresa, ma la reazione dei padroni di casa è quasi da copione: assalto all'arma bianca, e brucia, eccome, quello squarcio nelle retrovie, quando Simone Inzaghi s'intromette nei sogni del Lecce e riequilibra le sorti dell'incontro.

Il Lecce non è avversario arrendevole, e lo dimostra fin dai primi minuti, aggredendo i portatori di palla a centrocampo. Zarate non riesce mai ad essere incisivo e l'unico a dare rapidità alla manovra è Foggia, che parte da sinistra, ma svaria su tutto il fronte d'attacco e in certi momenti appare incontenibile. Al 5' invita Mauri alla sforbiciata, la difesa salentina recupera. All'8' è Pandev, invece, a chiamare Mauri alla conclusione. Polenghi gli regala per la verità troppo spazio, il fuorigioco non scatta, ma il laziale si allunga la sfera e spara alto su Benussi in uscita. La Lazio manovra con fluidità, nelle prime fasi, ma i giallorossi non stanno a guardare. Al 10' un lancio di Benussi chiama in causa nientemeno che Castillo, dall'altra parte del mondo. L'argentino irrompe in area e incrocia la sfera di destro. Carrizo blocca in due tempi. Due minuti dopo ci prova uno dei tanti ex a scaldare lo stadio romano, dove batte il freddo e di lì a poco scenderà anche la pioggia. La punizione di Ledesma dal versante destro dell'area assume una velenosa traiettoria a rientrare, che costringe un Benussi particolarmente reattivo ad inarcarsi all'indietro e smanacciare in corner. Nasce da un calcio da fermo la prima, vera conclusione a rete laziale, che al 20', però, dimostra quanto bene sappia manovrare con i suoi uomini di punta. Lichtsteiner parte in progressione solitaria sulla sinistra, affondando la retroguardia come lama nel burro e mettendo in mezzo un pallone che Benussi, in tuffo, non raggiunge; Polenghi spazza in corner in extremis.

A metà del primo tempo, però, arriva la svolta improvvisa. Polenghi raccoglie sulla destra un invito di Caserta, punta verso il fondo senza ottenere resistenza, poi inventa un assist morbido verso il centro che lascia in bambola i centrali laziali; il pallone è alto per Giacomazzi, ma non per il Tir, che lo schiaccia di testa. Rimbalzo beffardo sul terreno e poi in fondo al sacco. Carrizo, impietrito, non ha neanche un moto di reazione. Il gol devasta psicologicamente i capitolini, che si sfilacciano e perdono il controllo, iniziando ad incamerare acqua da tutte le parti, non bastasse quella che viene giù dal cielo. Minuto 38: Castillo effettua un lancio millimetrico per Tiribocchi che aggancia la sfera, ma se l'allunga troppo quando è già nei pressi della porta. Minuto 39: Zanchetta in profondità ancora per il Tir, Siviglia recupera prima che Carrizo sia folgorato per la seconda volta. E quando Castillo, di lì a poco, resterà a terra dopo uno scontro di gioco, affiorerà in superficie tutto il nervosismo represso dei padroni di casa: capannello di giocatori, spintoni, parole grosse. L'arbitro Pierpaoli ammonisce Pandev e Giacomazzi. Nel convulso finale, con il Lecce proiettato costantemente in avanti in cerca del raddoppio, Castillo viene anticipato in area prima che possa battere a rete su un corner rasoterra. L'unica folata laziale è nel finale (46'), quando Pandev prova a fare il furbao e stramazza al suolo in area fingendo un contatto con Fabiano. Già ammonito, Pierpaoli lo grazia.

Nella ripresa ci si aspetta una Lazio più volitiva, ma il Lecce è quadrato e muscolare. E' il 50' quando Mauri lascia il posto a Meghni, una mossa che Delio Rossi studia per dare più profondità all'azione d'attacco. Il più vivo è però sempre Foggia, sebbene per lunghi tratti non accada praticamente nulla. I biancocelesti, su un campo ormai pesante, tentano di studiare il sistema per scardinare la rocciosa linea a quattro composta da Esposito, Fabiano, Stendardo e Polenghi. Ma intanto l'irrequietezza spadroneggia, e ne fa le spese Siviglia: giallo per lui al 54'. Lo stesso Siviglia viene poi atterrato tre minuti più tardi da Tiribocchi, ed è giallo (un po' eccessivo) anche per l'attaccante del Lecce. Minuto 60, niente di nuovo sotto il cielo di Roma, così Rossi richiama Radu e inserisce Kolarov. Il quale si dimostra subito pericoloso su una punizione a favore della Lazio quattro minuti dopo il suo ingresso. Traiettoria precisa, palla che rimbalza sopra la traversa. Scorre il cronometro, la Lazio conquista profondità, il Lecce ormai non esce più dal suo guscio. Al 68' Meghni vede un buco nelle retrovie e libera Foggia al tiro. La posizione è ottima, il piede, quello destro, non è però è il preferito: palla alta. Avvisaglie di assalto finale, Beretta richiama uno stanco Caserta e getta nella mischia Budyanski, poi inserisce Cacia per Tiribocchi.

La difesa del Lecce sembra un muro, e si vede quando Zarate prova ad infilarsi fra le maglie al 75' con un'insidiosa serpentina. La palla viene intercettata e carambola sui piedi di Meghni che scaglia da fuori un rasoterra bloccato da Benussi. La stanchezza affiora però ormai in maniera visibile, e al 78' Foggia fa filtrare per Pandev un pallone calciato con violenza sul primo palo. Fuori di un soffio. All'81' ancora cambi: Konan (offeso ripetutamente da ignobili ululati di una parte del pubblico laziale, gesto vergognoso) sostituisce Castillo, ma l'asso nella manica ce l'ha Rossi, che richiama Brocchi e chiede a Simone Inzaghi di rimettere in piedi le sorti dell'incontro. Prima è Ledesma, su punizione, a sfiorare il palo (83'). Poi, Inzaghi premia la scelta del suo tecnico. Due minuti prima del tempo regolamentare, s'infila in area sul filo del fuorigioco, approfitta di un colpo di testa all'indietro di Stendardo sulla pericolosa carambola dell'ultimo assedio e di slancio, con il piede sinistro, perfora un incolpevole Benussi. Crolla nel finale l'eroica resistenza a difesa del risultato, ma non è certo bandiera bianca. Primo punto in trasferta per il Lecce, che proprio in casa della capolista ha offerto la prestazione più convincente. Beretta ha preparato la gara in ogni dettaglio, quasi prevedendo e quindi prevenendo ogni mossa di Delio Rossi. Ora un lungo stop per l'impegno della nazionale, poi ci sarà da pensare all'Udinese.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Grinta Lecce: sfiora l'impresa contro una Lazio nervosa

LeccePrima è in caricamento