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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Appunti giallorossi. I cross di Vanin, gli slalom di Falco e Chiricò

Da oggi, ogni lunedì, una rubrica per ripercorrere le partite del Lecce nel girone A della Prima divisione. L'esordio contro la Cremonese ha dimostrato, nonostante tutto, il valore dell'organico. Manca ancora un mediano

 

LECCE – Diciamocela tutta. Alla fine del primo tempo di Lecce-Cremonese, il parziale di 3 a 0 aveva già dato il la ad entusiastiche previsioni sul cammino dei giallorossi nel “misterioso” girone A della Prima divisione della Lega Pro. Il secondo tempo ha ridimensionato i proclami trionfalistici, riportando il pubblico e gli addetti ai lavori a contatto con il pianeta Terra dopo una breve passeggiata senza la forza di gravità. E senza il prodigioso intervento di Benassi sul rigore di Le Noci, sarebbe saltato l’appuntamento, per certi versi doveroso alla vigilia, con i tre punti.

In fondo, è andata nel migliore dei modi: i giallorossi dovrebbero aver già capito che non si può vivere sugli allori o sul blasone, per cui ogni calo di tensione – di qui in avanti – avrà già un profetico precedente. Resta comunque, chiara, la sensazione di un organico di tutto rispetto, che con un paio di pedine inserite al punto giusto, può autorevolmente candidarsi al ruolo di prima della classe, da interpretare, però – e qui sta il segreto di Pulcinella – con la massima umiltà.

Un nuovo centrale è già arrivato la scorsa settimana: dopo Vinicius Marques Gouevea, 22enne proveniente dalla serie B brasiliana, arriverà il turno di Gilberto Martinez, 32enne, svincolato. Manovre che lasciano pensare che uno tra Esposito e Ferrario (più probabilmente) lascerà il Lecce mentre chi se ne è andato, in comproprietà con il Crotone, è Antonio Mazzotta. Al suo posto, per la corsia sinistra, è stato ingaggiato Giovanni Tomi, ex Ascoli e Foggia, classe 1987.

A centrocampo serve un mediano puro, a maggior ragione dopo la partenza di Delvecchio. Perché Memushaj è un regista basso mentre Giacomazzi, il più intenditore tra i due, ha comunque un’età che gli impone una gestione molto accurata delle risorse. Del resto, anche nel match contro la Cremonese, si è visto come la squadra, in determinati frangenti, corra il rischio di rimanere spezzata in due tronconi, per esempio sulle ripartenze in contropiede degli avversari.

In attacco tutto dipende dalla permanenza in giallorosso di Corvia, ieri ai box per una sindrome influenzale. Il pericolo di una cessione in extremis dovrebbe essere stato sventato dalla tenace resistenza dei Tesoro, ma è chiaro che un centravanti di ruolo, alto e fisicamente dotato, ci vuole, eccome. Jeda si è adattato molto bene nel ruolo di terminale offensivo, ma non tutte le partite sono uguali e il classico ariete, all'occorrenza, non guasta mai.

Anche perché  - e qui una delle note più positive – il Lecce quest’anno potrà contare sui cross di Vanin che, seppur approssimativo in alcune situazioni difensive, ha dimostrato saper servire i compagni in area come si deve. Altro apprezzabile contributo è stato quello di Falco e Chiricò. Sguscianti, veloci, praticamente “spiritati”. Poterli alternare consente a mister Lerda di tenere costantemente sotto pressione due se non tre giocatori avversari, aprendo così varchi alle discese degli altri due centrocampisti offensivi. I due giovani ed estrosi cursori devono però evitare di “innamorarsi” del pallone, come pure è capitato qualche volta di troppo, soprattutto nel caso di Chiricò.

La prima trasferta del campionato, domenica a Cuneo, è già un esame di maturità: comprendere la mentalità del calcio di provincia, insidioso quando meno te lo aspetti, è uno degli ingredienti principali per raggiungere l’obiettivo che nessuno può nascondere, nemmeno per scaramanzia: la vittoria del campionato.

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