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Il Lecce che non ti aspetti: una cinquina per risorgere

Lecce-Frosinone 5-0
Reti: Polenghi al 13' del p.t. Munari al 15' e al 38' p.t., Valdes (r) al 41' del p.t., Vascak al 20' del s.t.
LECCE: Pavarini, Poleghi, Diamoutene, Cottafava, Tesser (11' s.t. Vascak), Munari, Juliano(8' s.t. Herzan), Vives, Giuliatto; Valdes (21' s.t. Caccavallo), Tiribocchi.

FROSINONE: Chiodini, Ischia, Argilli, Cannarsa, Bocchetti; Lodi, Perra, D'Antoni (13's.t. Galasso), Di Venanzio (10' s.t. Lacrimini), Dedic, Di Nardo.


Il Lecce che non t'aspetti. Decimato da squalifiche e infortuni, cambia modulo, cambia giocatori ed esce dal Via del Mare salutato da una salva di applausi, dopo aver fatto indigestione di polenta ciociara, con i ragazzi della curva che si lasciano andare ad una propiziatoria danza della pioggia.

Cinque reti, due traverse, decine di occasioni fallite. Il Frosinone paga il dazio di una difesa fragile come un fuscello, che si piega sotto l'acqua di un sabato pomeriggio con numeri da record. Ed il Lecce finisce persino per recriminare. Se la dea bendata avesse premiato Tiribocchi, il tabellino sarebbe stato roba da partita di calcetto. Ma niente da fare: il Tir corre sull'autostrada del Via del Mare, dribbla caselli e calcia palloni in quantità industriale fino ad oltre la soglia del 90esimo. Ma i gol hanno tutti un'altra firma. A partire da Munari. Una doppietta non proprio cercata, la sua, per la verità: prima un gollonzo, poi una furba zampata a coronamento del lavoro di altri. Ma comunque il meritatissimo premio ad una gara superba. In cui però la palma del migliore spetta ad un Valdes interplanetario. Oggi sembrava atterrato da qualche pianeta alieno, di fronte all'imbarazzante Frosinone. Dove Di Nardo e Dedic hanno predicato nel deserto.

E' iniziato nel migliore dei modi il tour de force che vedrà i salentini impegnati in cinque confronti in quindici giorni. Una dose massiccia di pallonate in giro per l'Italia: da qui al 25 marzo potrà accadere di tutto e di più. E se alla vigilia di questo confronto i timori potevano essere legittimi (squalificati Osvaldo, Arrieta, Schiavi e Tulli, infortunato Zanchetta), se il lampante nervosismo evidenziato al "Marassi" poteva far temere un calo di tenuta, il Lecce di oggi ha invece dimostrato di avere la voglia di risollevare la testa ed ingranare la quinta per sorpassare le avversità del momento. Perché al di là del pittoresco risultato, si sono viste determinazione e carattere. Ma soprattutto, rispetto alle precedenti uscite, una migliore capacità di dialogo fra i reparti. Buona la prova di Juliano regista di un folto centrocampo a cinque, ottima soprattutto la spinta sulle fasce, dove Tesser e Giuliatto hanno mantenuto un rendimento elevato. Eccellente anche il ritorno di Vives e decisamente sopra le righe Vascak. Buttato nella mischia nella ripresa per far riposare Tesser, ha dato molto più di quanto gli fosse realmente richiesto.

Ma ovviamente, una rondine non fa primavera, ed il quadro non cambia se le rondini sono cinque palloni in fondo al sacco. La strada è ancora lunga e martedì, in casa del Rimini, il test per Papadopulo sarà particolarmente duro.

PRIMO TEMPO

Il Lecce scende in campo con una formazione rimaneggiata, che più rimaneggiata non si può. A partire dal modulo: 3-5-2. Nel Frosinone c'è un volto noto da queste parti, quello di Margiotta, che però rimarrà in panchina per tutta la gara. Si rivede soprattutto il pubblico, dopo il lifting allo stadio a colpi di tornelli e gabbie di prefiltraggio. Non è quello delle grandi occasioni, ma striscioni, cori e curve ripopolate danno un senso al calcio. Arbitra Gava di Conegliano Veneto.

I salentini offrono l'idea di voler subito entrare nel vivo. Neanche un minuto e Diamoutene raccoglie un invito dal corner, sparando però verso uno stormo di colombi di passaggio. Al 7' Valdes conquista palla a centrocampo e lancia Tiribocchi al millimetro. Le ruote le Tir sono però in fuorigioco. Al 9' il Frosinone ha un guizzo vitale: Lodi da fuori scaglia un missile che Cannarsa, lasciato colpevolmente libero a centro area, devia al volo. Il pallone sorvola la traversa con Pavarini immobile. Ma il Lecce non si scompone ed inizia un forcing che lo porterà ad una doppietta micidiale. I difensori avversari si salvano in corner come possono durante un mischione in area, quando sul cronometro corre il decimo minuto. Quindi al 12', Tesser, dal fondo serve Tiribocchi con un cross fendente. Il pallone, colpito al volo, viene deviato e passa di un niente al lato. E'di nuovo angolo. Ed è anche il momento della svolta. Giuliatto tira dalla bandierina, Polenghi irrompe di testa ed insacca alla Tulli. Uno a zero. Si riparte e per i ciociari è la fine. Il Lecce scende di nuovo dalle parti di Chiodini con Valdes. Il cross non è dei migliori e viene intercettato a due passi dalla riga di porta da Argilli, che però viene colto da una forma di catalessia con il pallone fra i piedi. E dalle retrovie irrompe come un treno Munari, che ci mette la zampata vincente. Due a zero.

Quando scatta il 16' Argilli continua ancora a non dare segni di ripresa. Valdes si accentra e crossa, il difensore cicca la palla, Tiribocchi ringrazia e rastrella, ma tira fiacco fra le braccia di Chiodini. Gli ospiti provano una timida reazione ed al 18' Di Nardo avrebbe l'occasione per accorciare le distanze. Un traversone insidiosissimo dalla destra taglia in due l'area e lascia la difesa leccese in bambola. Di Nardo è completamente solo, davanti alla linea di porta, con Pavarini fuori causa, ma incredibilmente colpisce il palo. I due si guardano stupiti, poi scoppiano a ridere di cuore. Stranezze dal pianeta calcio.

Al 26' Polenghi compie un inutile fallo a centrocampo e viene ammonito. Era diffidato, salterà la prossima. E quando la gara sembra addormentarsi, il Lecce riemerge e sul finale compie il fattaccio. Al 38' Valdes entra in area da destra, semina il panico, salta difensori e portiere come birilli, poi tira di sinistro verso la porta. Munari, appostato come un avvoltoio sulla riga, si prende i meriti mettendola dentro. Tre a zero. E potrebbe bastare già così, se Valdes, sempre lui, non penetrasse al 40' nella difesa del Frosinone come il proverbiale grissino nel famoso tonno di marca, per essere atterrato in area da Argilli, risvegliatosi giusto per farsi espellere. Fallo da ultimo uomo, rosso diretto. Meglio farsi la doccia, oggi non va.

Il fallo sarebbe iniziato fuori area, per la verità, ma per Gava è rigore. Sul dischetto va Valdes e fanno quattro. Di Nardo nel finale prova a dare una botta di vita ai suoi, con un pallonetto scavalca Pavarini, ma Diamoutene allontana la sfera prima che si possa insaccare. E la partita praticamente, potrebbe finire qui.

SECONDO TEMPO

Dopo cinque minuti è già Lecce, solo Lecce, sempre Lecce. Solito lancio di Valdes, solito spreco di Tiribocchi che spara su Chiodini. Sembra che oggi voglia parare solo le bordate del Tir. Inizia la girandola di cambi: Herzan rileva Juliano, Lacrimini entra per Di Venanzio, Tesser fa posto a Vascak, D'Antoni è sostituito da Galasso. Nel frattempo (9' minuto) Diamoutene si fa raggirare da Di Nardo, che anche questa volta supera con una palombella Pavarini. Ma davanti alla linea Polenghi ci mette una pezza. Al 16' il Lecce batte l'ennesimo corner. Vives raccoglie al volo e spara un destro micidiale da fuori area. Il pallone cozza sulla traversa e schizza lontano. Il Via del Mare se la ride, sempre più deliziato. Il Frosinone cade in depressione e busca la quinta legnata al 20'. Vascak si beve la difesa avversaria e da limite spara un sinistro che s'insacca nell'angolo. Gol da Champions League.

Al 22' Valdes raccoglie la doverosa standing ovation e lascia il posto a Caccavallo. Nel frattempo, fra gli avversari è entrato anche Castillo, argentino con un passato nel Gallipoli. Tiribocchi è sempre più agitato e prima di correre il rischio di veder segnare pure Pavarini, si getta nel finale alla ricerca smodata della firma personale. Al 36' Vascak dalla destra salta gli avversari e crossa, l'attaccante raccoglie di testa, la sfera sorvola la traversa di pochissimo. Allo scadere del cronometro Vives gli regala uno spiovente, Tiribocchi aggancia, poi fa fuoco. Chiodini si supera in tuffo e smanaccia la palla, che arriva sui piedi di Caccavallo: siluro e seconda traversa. Gava dice che va bene così. Continuare a tormentare il Frosinone sarebbe ingeneroso.

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