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Il Lecce mette la sveglia nella ripresa: 1-1 col Siena

Primo tempo da dimenticare, dominato dai toscani, che passano con Firicagna e rischiano di raddoppiare con Kharja. Nella ripresa entra Caserta e firma il pari. Sfiorato più volte il secondo gol

Lecce double-face, ed il pareggio è servito. Più che due tempi, Lecce-Siena è due partite in una. Non certo un gentile omaggio agli abbonati (prendi due, paghi uno), quanto, piuttosto, una destabilizzante commistione di stili. Agli inestetismi della prima frazione si sovrappongono pennellate artistiche che partono dai piedi di Zanchetta. A 45 minuti di irritante indolenza in formato di nulla cosmico calcistico, altri 48 di geometrie, tecnica, aggressività, pressing. Alle solenni dormite della prima versione del centrocampo, una seconda edizione dove il cambio di pedine e lo spostamento di altre apre spiragli inattesi di gioco a tratti trascinante. Già qualcuno sussurra che sia un Lecce "Caserta-dipendente". In realtà non è proprio così, perché insieme a lui, nella ripresa, c'è anche un Castillo che, pur non brillando, né cercando mai la porta con conclusioni personali, si muove molto, trascina via due avversari alla volta, crea spazi, trova punizioni. Ma mettere Cacia alla berlina sarebbe ingeneroso. L'attaccante calabrese deve giocare per trovare lo stato di forma ideale. Beretta gli darà senz'altro ancora fiducia. Anche perché il Lecce ha investito molto, e si attende molto.

Sarebbe poco gentile tirare le orecchie anche a Boudianski, per la verità. Non ha svolto la preparazione con questa squadra, a tratti appare spaesato e per tutto il primo tempo gira su se stesso senza mai trovare il bandolo della matassa. Ma da Lecce c'è già passato lo scorso anno, le sue qualità si conoscono. Va rivisto. Certo è che Beretta sembra dover fare di necessità virtù, nella gara con la sua ex squadra. Caserta per tutta le settimana si è allenato a parte, così il tecnico decide di spostare Giacomazzi sulla tre quarti e giocarsi la carta Boudyanski a destra. E se l'uruguaiano non dà segni di presenza, e dell'ucraino s'è già detto, intorno gli altri non aiutano. A partire da Zanchetta, che s'intestardisce in inoffensivi lanci lunghi controvento da quaranta metri, e qualche volta sbaglia anche il rasoterra. Coma profondo pure sulle fasce (Ariatti è meno incisivo e più nervoso del solito), e baricentro spostato verso il basso. Il Tir e Cacia spesso arretrano a dare una mano, e per tutto il primo tempo il Siena si dimostra più ordinato. Domina il gioco quasi con leggerezza, senza farlo apparire, mentre i leccesi arrivano in ritardo su tutti i palloni, e finiscono per prestare il fianco a pericolose fiammate. Spesso i toscani creano una superiorità numerica che costringe la retroguardia ad affannosi recuperi.

Dopo 7 minuti Galloppa sfrutta uno sciagurato passaggio errato in orizzontale di Giacomazzi, scalda il piede e scaglia una fiondata rasoterra sulla quale Benussi controlla senza deviare. Poi, la partita si assesta su una lunga parentesi di finto equilibrio. Finto perché il Lecce non riesce a capire dove possa andare ad incidere, mentre il Siena continua ad imbastire gioco, dando l'impressione, sotto un certo fare sornione, di poter affondare gli artigli in qualsiasi momento. Come al 27', quando Kharja entra in area dopo un'azione nata da un disimpegno difensivo non perfetto del Lecce e manda fuori a tu per tu con Benussi. Il primo squillo dei salentini è al 33': Cacia stoppa di destro e dal limite lascia scoccare un sinistro che Curci blocca senza troppe difficoltà. Tre minuti più tardi, Zanchetta prova il preziosismo direttamente da calcio di punizione, ma la traiettoria è centrale e la potenza non trascendentale. Curci alza in corner. E proprio quando il Lecce sembra mettere la testa fuori dal guscio, ecco il colpo di frusta letale. Minuto 39, angolo calciato da Kharja, Rossettini sfiora con la fronte quel tanto che basta a Firicagna per irrompere da dietro e battere a rete.

Il gol mette una paura addosso al Lecce quasi percepibile. Lo sbandamento produce uno svarione, al 42', che rischia di portare al collasso. Kharja, incontenibile, parte in contropiede; Benussi accenna all'uscita, poi torna indietro sui suoi passi, per tentare di fermarlo quando l'avversario è ormai in area. Si getta per terra con la mano protesa verso il pallone, ma viene saltato. A quel punto, però, il franco-marocchino è ormai troppo defilato sulla sua sinistra, e quando tira, Antunes riesce a chiudere lo specchio mandando in corner. Per fortuna tre minuti più tardi arriverà la chiusura del primo tempo. Quando le squadre rientrano dagli spogliatoi, nel Lecce c'è già una novità: Castillo per Cacia. Ma la grande occasione capita sui piedi di un difensore: Stendardo. Terzo minuto, cross di Zanchetta che taglia tutto lo specchio e mette il centrale in possibilità di battere a rete da pochi passi. Non ci arriva di un soffio. E' un Lecce già più rabbioso, che diventa una furia quando al 9' Caserta rileva Boudianski. Giacomazzi si sposta a destra, e lascia il ruolo in regia al nuovo entrato. E' l'avvio di una metamorfosi che si completa al 12', quando Zanchetta, molto defilato sulla destra, calcia una punizione dalla parabola perfetta, che il centrocampista ex Catania e Palermo arpiona di testa in posizione centrale. Curci è battuto.

Ma il Lecce sembra non volersi fermare più. Ancora tre minuti, e sfiora il raddoppio. Azione confusa in area, Giacomazzi indirizza verso la porta un rasoterra che sembra innocuo. Curci deve però distendersi, e devia malamente al centro dell'area piccola. L'uruguaiano riprende e spedisce indietro, dove c'è l'accorrente Zanchetta. Il suo destro a giro è forte, ma impreciso. Sorvola la traversa di pochi centimetri. Il Siena, tutto sommato, regge l'impatto e ogni tanto prova ad uscire, ma senza creare pericoli seri. E al 25' una nuova, grande occasione per il Lecce. Tiribocchi raccoglie un invitante assist di Antunes e si coordina per una micidiale sforbiciata al volo. Curci riesce però ad intercettare il bolide con la gamba destra, allontanando l'insidia. Il Siena corre ai ripari inserendo Ghezzal per Frick (26'), ma nello stesso minuto la palla buona capita ancora al Tir. Ancora una rifinitura pregiata su calcio di punizione di Zanchetta, il bomber romano gira di testa da ottima posizione, senza però schiacciare la sfera, e la palla sorvola lo specchio.

E' l'ultima, vera, vampata di una ripresa che inizia a declinare per la stanchezza accumulata. Zuniga rileva Calaiò al 35', poi il Siena chiude i tre minuti di recupero costantemente proiettato in avanti, più per stemperare le energie residue del Lecce inaspettatamente diventato una macchina offensiva, che per far male veramente. Il triplice fischio mette la parola fine ad una gara a doppia chiave di lettura. Mercoledì a Milano una gara proibitiva. Poi, si tornerà in casa, per ospitare il Cagliari. Con il Siena, test importante perché primo in casa con una compagine d'esperienza nella categoria, i salentini rimediano una sufficienza.

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