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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il Lecce non morde: Napoli vince ma la festa è rinviata

Uno a zero per i partenopei, Calaiò il matador dell'incontro dopo soli 7 minuti di gara

Napoli-Lecce 1-0
Rete: Calaiò al 7' p.t.

C'era una volta Napoli-Lecce, ed era il derby delle stelle del Sud in un campionato di A ad alta densità centro-settentrionale. Maradona, Careca, Alemao da una parte, Pasculli e Barbas dall'altra, sul calare degli anni '80 impazzava la festa dei campioni del meridione del mondo, approdati nel meridione d'Italia per dare legnate agli squadroni del Nord. Rivedersi oggi ha un sapore un po' strano, la B è un contenitore un po' stretto, ma oggi il San Paolo è comunque un catino ribollente, un'immensa onda blu di 60mila tifosi. All'ombra del Vesuvio il sogno di una serie A che sta per farsi concreto, davanti il Lecce più smembrato della stagione, privo delle punte più prolifiche e ormai a pancia piena. Papadopulo è costretto così a disegnare una formazione poco appariscente e che si batterà solo a tratti, soprattutto a centrocampo, ma senza mai calcare troppo la mano in attacco, durante una gara che i più vorrebbero dal copione già scritto.

Con il Tir in rimessa ed Osvaldo pure (squalificati), in attacco va in onda sugli schermi la coppia napoletano-cilena Caccavallo-Valdes. Dietro, Angelo (fiducia per 45 minuti, dopo il rientro), Munari, Zanchetta, Diarra, Giuliatto. Ancora più dietro, Arrieta, Schiavi e Polenghi difensori, Rosati in porta. Sul versante azzurro, un po' di volti noti, vecchi e nuovi. Reja in panchina (passò da Lecce come un fulmine), Dalla Bona (preferito un po' a sorpresa ad Amodio), soprattutto Rullo, che a Napoli è nato, a Lecce è cresciuto calcisticamente, giocando fino alla cacciata di Zeman, per poi ritornare in Campania. Spesso contestato dalla tifoseria giallorossa, oggi mette mezza firma sulla vittoria e lotta come un leone su tutte le palle (anche se, antico vizio, ogni tanto ne perde qualcuna). Dopo 7 minuti il suo sinistro in corsa imprime alla sfera una traiettoria magica, che si abbassa all'ultimo istante per incontrare la testa di Calaiò: dirompente lo stacco, palla nel sacco. Il San Paolo, incontenibile, se ne viene letteralmente giù.

Ma la vittoria non basta, perché la penultima di stagione è storia di destini incrociati su altri campi: se Rimini e Piacenza non vincono è serie A diretta, altrimenti è tutto da rimandare al big match di Genova, scontro all'ultimo sangue fra direttissime concorrenti. Così, i boati si susseguono per tutta la gara, rotti da improvvisi, mortificati silenzi: 120mila occhi sono puntati sul campo, altrettanti orecchi intercettano le frequenze radio. Prima passa il Vicenza, e l'urlo che si leva al cielo è come se il Napoli avesse raddoppiato, poi pareggia il Piacenza ed ecco 60mila smorfie. Si complicano le cose quando segna il Rimini a Trieste, ma poi un napoletano in trasferta, Graffiedi, segna per i romagnoli e via un altro rombo, fino al crollo delle illusioni quando il Piacenza chiude i (propri) giochi, raddoppiando in terra veneta.

E intanto? Intanto c'è una gara, anche se a momenti non se ne accorge nessuno. Il secondo gol non arriverà mai, nonostante alcune occasioni e la latitanza giallorossa sul fronte offensivo. Al 25' ci prova ancora Calaiò, ma svirgola da buona posizione, sul finire Dalla Bona trova in diagonale Sosa, che si tuffa, ma colpisce male e la palla esce al lato. Nella ripresa Papadopulo richiama Angelo ed inserisce Tesser: brasiliano, per brasiliano, ma la samba non cambia. Solo Schiavi (altro campano, di Cava dei Tirreni) prova a fare il vice-Tir, incorna di testa al 6' su angolo di Valdes, ma la palla sfila al lato. Un minuto dopo, Rosati fa la cosa più bella di tutta la gara, gol di Calaiò a parte: pur in controtempo, riesce a distendersi su un colpo di testa ravvicinato e angolatissimo di Bogliacino, toccando quel tanto che basta per lasciare l'urlo di gioia strozzato nella gola dei tifosi napoletani. Strepitoso.

Alla mezzora, chi meno te l'aspetti, fa correre i brividi ai presenti: Arrieta (buona prestazione complessiva) parte da destra ed abbozza un cross che si trasforma in un tiro insidiosissimo. Iezzo segue la palla con lo sguardo, che improvvisamente si abbassa e impatta sulla parte alta della traversa. Il Napoli, però, non si scompone e subito dopo prende la sua, di traversa. In campo è entrato da poco De Zerbi, che spennella per Sosa: incornata perfetta dal centro dell'area e sfera che scheggia il legno, con Rosati fuori causa. Ancora Sosa di testa si mangia il gol del raddoppio al 40', poi Dondarini decreta la fine dei giochi.

La gara, per il Lecce, non aveva alcun valore e la sconfitta non cambia la sostanza. Ma la serenità riconquistata con la matematica salvezza di sabato scorso è già stata rotta dalle notizie giunte in settimana. Con sorpresa dell'Unione sportiva Lecce, la procura antidoping del Coni ha chiesto nei giorni scorsi sei mesi di qualifica per il difensore Marcello Cottafava e ben due per il medico sociale Giuseppe Palaia. Il 25 marzo scorso, il difensore venne trovato positivo al Tuaminoeptano. Si tratta di una sostanza, ha sottolineato la società, che è presente nel Rinofluimucil, medicinale il giocatore stava assumendo per curare una rinite. E ora c'è grande attesta per il parere della commissione disciplinare.

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