rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Sport

Lecce, a Catania per dimenticare incubi e polemiche

La conferma di Angelozzi arrivata nel momento peggiore dell'anno ha suscitato critiche a non finire. E le polemiche sullla campagna acquisti, mai sopite, sono riemerse dopo le ultime prove scadenti

E' stata probabilmente la settimana più densa di polemiche dall'inizio della stagione, trascorsa via fra turbini di accuse e tentativi di difesa, con il Lecce vivisezionato da tifoseria e stampa e accese controversie che hanno interessato il direttore sportivo Guido Angelozzi. La classifica langue, la squadra ha dimenticato il sottile e appagante piacere della vittoria e molti tifosi si chiedono se non siano stati effettuati errori a monte, durante la campagna acquisti. Una polemica, a ben guardare, che non s'è mai sopita, che, anzi, è iniziata proprio prima che la stagione avesse inizio, con i mugugni generali per le lunghe attese prima di conoscere i nomi dei possibili rinforzi e la società impegnata più volte a ricordare il periodo di vacche magre, per giustificare i pochi acquisti. Una polemica proseguita quindi a campionato iniziato, quando, presa confidenza con la nuova rosa, peraltro folta fino agli accessi e con diversi giocatori costretti a fare le ragnatele fra panchina e tribuna (non ultimi proprio alcuni dei volti nuovi, come Leonardo e Basta, per citare i casi limite, il che ha alimentato sospetti di fratture interne), si sono viste difficoltà nel ricoprire i ruoli chiave per il tipo di gioco adottato dal tecnico Mario Beretta, soprattutto per quanto riguarda le funzioni di trequartista e gli esterni. Una polemica, infine, che ha raggiunto il parossismo quando, alcuni giorni addietro, la società di via Templari ha comunicato il rinnovo del contratto al diesse, proprio nel momento in cui si trovava sulla graticola, per i prossimi tre anni.

Più di qualcuno in questa comunicazione vi ha visto una mossa falsa del club di via Templari, in un momento di tensioni diffuse. Un polpettone di critiche che è si è riacutizzato, oltretutto, in concomitanza di due delle peggiori prestazioni dell'anno. A Genova, 45 minuti di black-out. In casa, con la Roma, 90 minuti di oscurità. E per la prima volta dall'inizio stagione anche dalla curva Nord, che solitamente evita i fischi che piovono invece dagli altri settori, preferendo una politica di sostegno ad oltranza (per poi tirare le somme a fine anno), verso la fine della gara con i capitolini, è partito il classico invito, forte e chiaro, a tirare fuori gli attributi. Primi scricchiolii di cedimento? Il sostegno continuerà, forte e caloroso come sempre, almeno per ora. C'è da esserne certi. La situazione è però delicata, perché il Lecce colpevolmente rinunciatario visto con la Roma ha rasentato una bruttezza mai conosciuta, quest'anno. Non che i palati calcistici più fini siamo mai stati accontentati. Ma l'impegno, fino all'ultimo minuto, almeno quello, non era mai mancato.

Ecco allora che, prima ancora di fare risultato, a Catania il Lecce è chiamato ad archiviare le ultime prestazioni da incubo per dimostrare di voler lottare con tutte le forze per l'obiettivo, una salvezza che già si sapeva avrebbe fatto sudare le proverbiali sette camicie. Uno spirito da mettere in campo sempre, indipendentemente dalle potenzialità dell'avversario di turno. La tifoseria salentina, una platea notoriamente molto severa nei giudizi, ha infatti nel Dna la maturità di chi sa premiare l'impegno, al di là del risultato finale. Ed è l'impegno quello che in fin dei conti si chiede, prima di ogni altra cosa: onorare la maglia. Già, ma al di là di belle parole e propositi, quanto sarà dura la sfida del "Massimino"? Si preannuncia difficile, nonostante le defezioni quasi certe di Martinez, Terlizzi e Llama (al Lecce manca all'appello, come di consueto, il solo Angelo, per il lungo infortunio, in fase di smaltimento). La squadra allenata da Walter Zenga, assestatasi nella parte medio-alta della classifica, fra le mura amiche è una macchina da guerra: sei vittorie ed una sola sconfitta, con l'Udinese. Come se non bastasse, l'ambiente ha mal digerito la disfatta per 3 a 0 in casa della Sampdoria ed ha immediata voglia di riscatto.

Quale squadra, allora, schiererà Beretta? Come sempre, difficile capire le intenzioni dell'allenatore, se, cioè, adotterà ad oltranza il 4-4-2, nonostante le recenti defezioni, o se ritornerà ad un modulo più offensivo, provando ancora una volta Caserta come trequartista alle spalle delle punte. Più facile intuire i propositi per la parte difensiva. Il Catania si schiera con un attacco a tre, in cui accanto a Mascara e Paolucci, vista l'assenza di Martinez, potrebbe trovare posto il giapponese Morimoto. Il Lecce dovrebbe rispondere quindi con la solita linea a quattro, impiegando Polenghi, Stendardo, Fabiano ed ancora una volta Esposito. In attacco, accanto a Tiribocchi, potrebbe essere riutilizzato nuovamente Castillo, per poi eventualmente inserire Cacia qualora vi fosse necessità di adottare il contropiede. Ma al di là di tutto, il Lecce dovrà adottare un atteggiamento più combattivo e meno compassato, per evitare di farsi travolgere ancora una volta dall'onda d'urto avversaria.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lecce, a Catania per dimenticare incubi e polemiche

LeccePrima è in caricamento