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Lecce, finalmente esplode la festa. E' davvero serie A

In casa, davanti a circa 25mila tifosi, all'ultima giornata, contro il Sassuolo, il Lecce stacca il biglietto per la massima categoria. E finalmente i tifosi possono esultare, dopo ben due rinvii

Serie A doveva essere e serie A è stata. Il Lecce torna a volare, al termine della gara con il Sassuolo, terminata 0 a 0, davanti agli occhi di circa 25mila tifosi che hanno assiepato i gradoni del "Via del Mare", sfidando il caldo, per coltivare un sogno lungo un anno. Esplode la festa, finalmente, rinviata già due volte, prima con il Cesena, poi a Vicenza. Il ritorno nella massima divisione arriva dopo un'infinita cavalcata, un anno di purgatorio puro, con gare disputate a volte a distanza di pochi giorni l'una dall'altra. Un campionato durante il quale i salentini hanno mostrato una forza a tratti devastante, nonostante un inizio incerto e qualche inevitabile svirgolata.

Avvio a fasi alterne, poi i giallorossi prendono le distanze

Scampoli di quella macchina da guerra in grado di inanellare vittorie su vittorie, assicurandosi in breve tempo la vetta e mantenendosi salda al comando, si erano già visti alla fine dell'estate del 2009. Un secco 3-0 sull'Ancona, seguito però da qualche risultato non esaltante: sconfitta a Piacenza, sconfitta anche in casa con il Frosinone. Con la piazza corrucciata e tormentata dal dubbio che la difesa non fosse ben puntellata. Poi, pareggi a reti bianche a Modena e con il Crotone, quindi un clamoroso 4-1 conquistato a Trieste, seguito da una vittoria interna con il Mantova. Il bagno di sangue a Cittadella (3-0 per i veneti) era apparso, ai più, il segnale di una formazione ancora acerba.

D'altro canto, quella parola, "progetto", che si era levata da via Templari ad inizio anno, lasciava presagire una sorta di sperimentazione, un lungo periodo di rodaggio con mister De Canio alla guida, investito peraltro dell'innovativa carica di tecnico-manager, prima del grande salto. E invece, da quel momento in poi, si è avuta una svolta sorprendente. Battuti in serie: Salernitana, Gallipoli Reggina, ed Empoli (complice un calendario che ha permesso ai giallorossi di giocare quattro gare di fila in casa, compreso il derby, sulla carta in trasferta) e prestigioso 2-2 a Torino, conquistato al termine di una gara mozzafiato. Un'altra vittoria con il Padova per consolidare il primato, e poi uno stop in casa del forte Brescia (1-0 per le "rondinelle"). Nessuna paura, però. Il Lecce s'è ripreso subito, battendo l'ostico Grosseto ed andando a strappare un 3-1 in casa dell'Albinoleffe. Pari di transizione con un arroccato Ascoli, poi una bruciante sconfitta proprio in casa del Cesena, durante 90 minuti tirati e segnati da nervosismo.

A gennaio, alcune mosse di mercato, rivelatesi, in qualche caso, decisive. Dal Ravenna è arrivato Ferrario, difensore centrale giovane, ma roccioso e già pronto per un posto in prima linea, rinforzando un reparto più volte cambiato in corsa, con avvicendamenti fra Schiavi, Fabiano e Terranova. E' partito Edinho, mai in sintonia con il calcio italiano, e da Torino, sponda granata, sono giunti il centrocampista Loviso e David Di Michele, vecchio pallino del tecnico lucano, e diventato uno dei punti di riferimento di un tridente di lusso, per la serie B, insieme a Marilungo e Corvia. E l'andata s'è chiusa con una vittoria di misura con il Vicenza ed un pari a Sassuolo.

Ritorno, il Lecce resta in quota. E alla fine sarà promozione

Il girone di ritorno è iniziato con un buon 1-1 in casa dell'Ancona, all'epoca big match, considerata la posizione d'alta quota dei marchigiani, prima del tracollo. Poi, vittoria di misura sul Piacenza, ma, soprattutto, roboante affermazione in casa del Frosinone: un 4-0 che ha vendicato la sconfitta dell'andata con i ragazzi di mister Moriero (nel finale di stagione esonerato dai ciociari). Sembrava dovesse prefigurarsi un proseguimento scoppiettante, e invece sono arrivati quattro pareggi incolori con Modena, Crotone, Triestina e Mantova, e, al termine di questo itinerario non certo esaltante, la mazzata storica.

Il 13 marzo 2010, il Cittadella è sceso a Lecce ad infierire una ferita che ancora duole, per le proporzioni. Un monumentale 5-1, per il quale De Canio ha voluto scusarsi di persona con i tifosi. Un'intera provincia di fede giallorossa è rimasta stordita, da quel colpo, e s'è temuto che il Lecce fosse entrato in una crisi profonda. Niente di più falso. La ripresa è arrivata, immediata e netta, a scanso di ogni equivoco, mettendo in mostra una squadra sorprendentemente rinata, nella forza, nella compattezza, nella qualità del gioco. Prima un 4-2 in casa della Reggina, poi 2-1 a Salerno. Per giungere al derby di ritorno, con il Gallipoli, in gran spolvero e vincere di misura, contro un avversario che ha lottato con tenacia, dando vita ad una gara vibrante.

Al 2-2 di Empoli (uno spreco, i salentini si sono fatti recuperare un vantaggio di due gol), la gara interna con il Torino, in cui molti sono concordi nell'affermare di aver visto il miglior Lecce di tutto l'anno. Una vittoria per 2-1 molto meno netta nel risultato, rispetto a quanto illustrato sul rettangolo di gioco. Poi due pareggi, a Padova e in casa con il Brescia (anche in questo caso, sprecato in cinque minuti di follia un doppio vantaggio che sembrava aver già regolato i conti), e la gara che ha definitivamente sancito la supremazia giallorossa: un 3-0 senza appello in casa del Grosseto. E a quel punto, la serie A è stata davvero vicina.

La vittoria per 2-1 con l'Albinoleffe ha ulteriormente segnato il distacco dalle inseguitrici. E si è arrivati ad Ascoli, in una trasferta da trepidazione, in cui il Lecce, disputando una partita gagliarda e sempre incerta nel risultato finale, sul filo del recupero è riuscito a vincere 2-1 con una prodezza di Defendi, portandosi ad un solo punto dalla promozione matematica. Venerdì 14, l'appuntamento con la storia, per capitan Giacomazzi e compagni, davanti a 35mila tifosi, saltato per colpa di alcune disattenzioni nel finale, in cui il Cesena ha ribaltato lo svantaggio, lasciando di stucco un intero stadio, che ancora reclama, però, un rigore sacrosanto non concesso al Lecce all'ultimo minuto di recupero.

Si è arrivati così a Vicenza, per una partita contratta, per via anche della necessità degli avversari di agguantare i punti salvezza. Uno 0-0 che ha ulteriormente dilatato i tempi d'attesa, prima di aprire lo champagne, ormai congelatosi nel frigo. Ma oggi, finalmente, con il Sassuolo, anche la matematica ha detto sì: la maglia giallorossa rientra nel gotha del calcio. E' l'ottava promozione, e sarà la quattordicesima volta in serie A per un sodalizio che, si augurano ora i tifosi, smetta si prendere l'ascensore e si stabilisca per un bel po' di tempo al piano.

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