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Il Lecce non rinuncia ai saldi, la Juve ne approfitta. Decide Matri

Giallorossi sconfitti di misura a causa della solita amnesia difensiva. Frattura al malleolo per Strasser, allo zigomo per Quagliarella. Finale nervoso: Bergonzi concede solo due minuti di recupero, trascorsi a palla ferma

LECCE - E come poteve rinunciare il Lecce alla sua oramai proverbiale generosità, peraltro in tempo di saldi? Il match, piuttosto mediocre sul piano del gioco, tra i giallorossi e la Juventus si chiude con la vittoria di misura degli ospiti che hanno approfittato di un colossale buco difensivo, apertosi su fallo laterale, per conquistare i tre punti e restare in vetta alla classifica. I padroni di casa hanno creato poco e sprecato quelle due nitide occasioni che pure sono riusciti a crearsi mentre gli ospiti hanno campato di rendita sfiorando il raddoppio in un paio di circostanze, sulle quali Benassi si è fatto trovare pronto mentre sul gol subito ci ha messo del suo, respingendo malamente il tiro di Vucinic sul quale si è avventato Matri di testa per gonfiare la rete.

Al Via del Mare finisce con Serse Cosmi che inutilmente chiede conto a Bergonzi, già "ricusato" dalla Juve dopo una paio di arbitraggi sfavorevoli (con Chievo e Catania nello scorso campionato), dell'entità del tempo di recupero, solo due minuti che trascorrono quasi del tutto a palla ferma per un paio di punizioni. Considerati i quattro cambi della ripresa e altrettanti cartellini gialli, oltre alle solite perdite di tempo alle quali ricorrono un po' tutti i calciatori italiani con mezzucci di bassa lega, di minuti ce ne potevano stare almeno quattro. 

Primo tempo: Parte meglio il Lecce, ma Matri spezza l'equilibrio approfittando di un doppio errore.

Tocca a Pepe, al 4', sporcare i guanti di Benassi con un tiro da fuori area deviato in angolo dal portiere giallorosso. Subito dopo si fa male Strasser che mettendo male il piede a terra rimedia una frattura composta del malleolo mediale della caviglia sinistra. Al suo posto Olivera e tatticamente non cambia nulla. Il modulo del Lecce è un 5-3-2 di fatto, perchè Oddo e Mesbah giocano con il freno tirato e rinunciano sistematicamente all'affondo, anche per sostenere il lavoro difensivo dei centrali portati spesso fuori zona da Vucinic e Pepe. 

E non è un caso che il vantaggio bianconero maturi al 26' su una tipica amnesia della squadra di casa. Rimessa laterale per la Juve, poco oltre la metà campo. Vucinic riceve e palla al piede entra nella voragine concessagli dagli avversari, scaglia un tiro velenoso sul quale è infelice la respinta di Benassi che diventa un assist perfetto per l'accorrente Matri, subentrato a Quagliarella quattro minuti prima per una frattura all'arco zigomatico destro, rimediata sugli sviluppi di un corner a favore dei locali.

Fino a quel momento, nel contesto di una sfida molto tattica che non ha concesso nulla all'estetica, il Lecce aveva fatto qualcosa di più rispetto alla squadra di Antonio Conte, bersagliato dai tifosi di casa con i quali non si può certo dire che abbia un buon rapporto. Al minuto 7 capitan Giacomazzi aveva girato verso la porta di Buffon un buon cross di Oddo ma senza la dovuta forza nè l'angolazione. Dopo il gol di Matri i padroni di casa non hanno trovato le adeguate risorse per organizzare un tentativo di recupero e il primo tempo è trascorso via senza sussulti fino agli ultimi istanti, quando Muriel, defilato a sinistra ma lanciato verso Buffo, è stato fermato da un fuorigioco inesistente. Durante il primo dei tre minuti di recupero un tiro di Di Michele, simile a quello di Vucinic, ha trovato una deviazione in angolo. 

Secondo tempo: Olivera e Pasquato sprecano, Benassi evita il raddoppio. Il Lecce sempre più ultimo.

Nella ripresa il Lecce ha subito l'occasione per pareggiare ma Olivera, di testa, sciupa malamente. Il centrocampista uruguagio accusa il colpo, si innervosisce e al 7' è protagonista di una serie di spintonate con Vidal, sanzionate da Bergonzi con un doppio cartellino giallo. Vucinic, ancora una volta, sfrutta lo spazio concessogli, questa volta da Oddo, per andare sul fondo. L'ex milanista prova il recupero in scivolata ma tocca l'avversario sulla linea. L'arbitro lascia correre. 

Al 12' il Lecce ha un'altra ghiotta opportunità ma Di Michele - servito in area da Cuadrado - tira alle stelle probabilmente per un rimbalzo inatteso della sfera. Il pallone non esce e viene addomesticato da Muriel che mette in mezzo ma la difesa bianconera sventa il pericolo. La gara procede con qualche nervosismo di troppo: anche Chiellini e Cuadrado finiscono sul taccuino del direttore di gara. Cosmi, al 28', manda in campo Pasquato per Di Michele e proprio sul destro del giovane di proprietà della Juve capita la migliore occasione del match: cross al centro di Mesbah, la palla attraversa l'area piccola prima di trovare l'impatto con il giocatore del Lecce che però colpisce in maniera non proprio pulita e la sfera taglia lo specchio della porta prima di spegnersi sul fondo.

I padroni di casa, a differenza di altre occasioni, non riescono ad organizzare un manovra incisiva e cercano piuttosto la fiammata del singolo. Muriel però, come spesso gli accade, cala alla distanza e nemmeno l'ingresso di Corvia per Obodo, al 37', cambia gli equilibri del match. La Juve gioca in maniera speculativa, attende compatta nella propria metà campo e cerca di ripartire in contropiede. Fortuna per il Lecce che Benassi trova in due circostanze il modo di riscattare l'errore del primo tempo: al minuto 36' toglie dall'angolo basso alla sua destra un bel destro di Vucinic, al 44' invece si oppone ad una sventola di Matri sul primo palo. 

Finisce 0 a 1, sotto una pioggia insistente quanto l'angoscia che attanaglia il Lecce, zavorrato in fondo alla classifica da limiti evidenti ai quali nemmeno il cambio di guida tecnica ha posto sufficiente rimedio. Senza interventi sul mercato solo un miracolo può salvare i giallorossi. All'esterno dell'impianto, gli striscioni appesi sulla grata dei "campetti minori" (nella fotogallery) la dicono lunga sullo stato d'animo della frangia più calda del tifo giallorosso che non ha per nulla gradito la rigidità del sodalizio di via Templari rispetto al caro prezzi.

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