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Lecce, tre partite per spingersi oltre ogni previsione. Basta mugugni

Ascoli, Pescara e Cosenza sono le avversarie che il Lecce affronterà al Via del Mare a partire da sabato, nell'arco di dieci giorni che saranno importanti nella corsa alla promozione in serie A

LECCE – La partita di Crotone è stata la conferma del mantra che Fabio Liverani ripete a ogni conferenza stampa: “Per noi il risultato passa solo dalla prestazione”. Detto altrimenti significa che solo un caso fortuito può consentire al Lecce di fare punti se non gioca almeno discretamente, questa è una eccezione appannaggio solo delle squadre dotate di esperienza e cinismo in dosi che i salentini non hanno. Non è vero, però, il contrario: si può sfoderare, infatti, una gara sontuosa, ma tornare a casa a bocca asciutta: questo accade, di solito, se gli avversari sono più forti o se non si riesce a rimediare agli errori commessi.

I giallorossi, domenica sera, hanno disputato una buona partita, ma hanno perso l’occasione di vincere quando, con l’ingresso di Marino, un difensore, per Petriccione, interno di centrocampo, è cambiato l’atteggiamento mentale della squadra, prima ancora del modulo tattico. La necessità di contrastare la pressione dei laterali del Crotone, ha indotto Liverani a inserire un terzo centrale per spostare più avanti Calderoni e Venuti, nell’intento di costringere i rispettivi dirimpettai – Tripaldelli prima e Sampirisi poi da una parte, Firenze dall’altra - a guardarsi di più le spalle.

La mossa, però, non ha sortito gli effetti sperati perché la squadra ha perso la trazione anteriore, badando quasi istintivamente a gestire le residue risorse fisiche: La Mantia e Falco hanno perso brillantezza, ma anche il supporto del resto della squadra. Conseguenza quasi automatica è stata ritrovarsi a presidiare la propria metà campo per contenere lo slancio del Crotone. Né è servita per limitare l’incisività degli esterni di Stroppa: il pareggio di Benali nasce da un bel cross di Firenze e viene agevolato dalla copertura non proprio ortodossa di Calderoni.

Il risultato maturato allo Scida ha alimentato critiche a Liverani e malumori per quello che sarebbe potuto essere, il raggiungimento del terzo posto in solitaria con la possibilità di agganciare il Brescia in vetta dopo il recupero di sabato prossimo contro l’Ascoli. È comprensibile un certo sottofondo di rammarico: in fondo si è trattato della prima grande occasione della fase cruciale del campionato. Quel che però non ha alcun senso è appesantire l’ambiente con musi lunghi in vista di un trittico di partite davanti al pubblico amico. Saranno gare cruciali che potranno rilanciare le ambizioni di podio oppure ridimensionare le aspettative in vista dei play off, nell’ambito di un campionato che non si può non definire notevole, oltre ogni previsione.

Ascoli, Pescara e Cosenza, nell’ordine: la serie B è il torneo dell’imprevedibilità, inutile ripeterlo, e per il Lecce l’unica strada percorribile è quella della costruzione del gioco e della massima attenzione in fase di non possesso. È questo il momento di stringersi incondizionatamente alla squadra (il club ha varato una proposta di mini abbonamenti a prezzo ridotto), lasciando i mugugni  e i rimpianti sul divano di casa.

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