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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Tesoro ci crede e carica l'ambiente: "Questa squadra direbbe la sua anche in B"

Il presidente del Lecce ha svolto un'analisi della stagione, in vista dei play-off: "Abbiamo recuperato alla grande, il terzo posto ci può stare". Di una cosa è convinto: "A livello tecnico siamo i più forti e rispetto allo scorso anno arriviamo con la rosa al completo e fisicamente a posto"

LECCE – Il Lecce, ora, non può che restare fermo alla finestra, saldamente incollato al suo terzo posto, in attesa di conoscere la formazione che dovrà incontrare ai quarti di finale dei play-off nel tortuoso cammino verso la B.

Pontedera o Salernitana, sembrano indicare i calcoli, più defilata l’ipotesi Pisa, ma per Savino Tesoro i nomi fanno poca differenza. “Una vale l’altra”, anche se bisogna mettere in cantiere ogni imprevisto, perché in una gara secca, la prima, “qualsiasi episodio negativo può condizionare la gara, per noi come per gli altri”.

E allora, sull’ipotetico esito conclusivo, quello che vedrebbe i salentini ancora una volta in finale, meglio scherzare proprio con i numeri. Una sua battuta riassume lo stato d’animo del momento, che gronda ottimismo: “Diamo una mano alla cabala”. L’anno scorso il Lecce non è salito, pur arrivando secondo. Quest’anno, allora, forse meglio davvero partire dalla terza posizione. Battute a parte, c’è un altro incomodo, che rende tutto più complesso: quest’anno sono previsti supplementari e play-off, praticamente viene azzerato anche il vantaggio del miglior piazzamento. Come dire, da qui in avanti, sarà un vero e proprio mini-torneo a parte.

In attesa dei primi verdetti di domenica (il Lecce, come noto, riposa), il presidente questa mattina è sceso una ventina di minuti nella sala stampa “Sergio Vantaggiato” dello stadio “Via del Mare”, per portare una ventata di entusiasmo, spazzando via mugugni e malumori accumulati dalla tifoseria dopo la debacle di Pisa. Un modo non solo di caricare l’ambiente, ma anche per rinsaldare alcuni concetti: “Noi siamo pronti, e oggi abbiamo uno spirito totalmente diverso dall’anno scorso”.

Certo, Tesoro non si nasconde dietro a un dito, la batosta della stagione targata 2012-2013 brucia ancora, e spiega: “Nell’ambiente c’è serenità, accompagnata dalla dovuta apprensione e attenzione. In una partita può succedere di tutto, ma alla lunga i valori devono uscire fuori. E a livello di valori credo che siamo la squadra più forte”. Un giudizio, quest’ultimo, ribadito più volte, quasi a sottolineare che il divario di punti rispetto alle posizioni retrostanti non è una mera casualità, ma il frutto di un lavoro intessuto con lo spirito di chi punta dritto all’obiettivo.

Fiducia ferma, dunque, ma anche inevitabile cautela per evitare cali di tensione. “Non sempre s’impone la formazione migliore. Ma per valori tecnici, se non siamo i migliori in assoluto, poco ci manca. Senza presunzione”. Un modo per ricordare che oltre il blasone, che già sarebbe motivazione più che valida, c’è qualcosa in più, oggi rispetto a ieri: una condizione atletica e mentale che non esita a definire “un mondo completamente diverso”.  

Resta il rammarico per la promozione diretta sfumata. Il campionato, però, a suo avviso, non ha subito una svolta a marzo, dopo la sconfitta di Viareggio. “Vincere quella gara forse non sarebbe neanche stato sufficiente”.

Prima di allora c’era stata una cavalcata per recuperare posizioni su posizioni. Dopo di allora, la cavalcata è continuata. “Teniamo presente che abbiamo realizzato diciannove vittorie. Era impensabile fare di più”. E non tutto si potrebbe nemmeno attribuire al disastroso inizio, con la formazione in mano a mister Checco Moriero. “Non bisogna dimenticare che dopo – precisa -, con l’arrivo di Franco Lerda, per far quadrare bene le squadra, c’è stato bisogno di tre partite: pareggio con il Barletta, pareggio col Gubbio, partita soffertissima a Pagani. Abbiamo accumulato otto gare di ritardo. Comunque – sottolinea, riferendosi alla squadra -, i ragazzi hanno fatto una seconda fase straordinaria. E il risultato finale del terzo posto ci può stare”.

Ancora un piccolo salto indietro, a un’altra sconfitta, quella fresca di Siena. Toscana di nuovo amara. “Ma l’assenza di Lopez s’è fatta sentire, a livello caratteriale, come quella di Abruzzese, con la sua esperienza. In quella gara sono da considerare molti altri fattori: il campo non perfetto, alcuni giocatori non in buone condizioni, la determinazione dell’avversario, che forse aveva più voglia di noi. C’è mancata la cattiveria”.

Da qui in avanti, “però sono molto fiducioso. L’anno scorso siamo arrivati all’appuntamento dei play-off in fase calante, praticamente ci stavamo disintegrando: eravamo a pezzi. Non dimentichiamo che abbiamo giocato con Vanin a centrocampo, Giacomazzi difensore centrale, Tomi a sinistra”. Senza scordare nemmeno i problemi ambientali. “Difficile, per più di qualcuno di quella squadra accettare l’idea di essere in Lega pro. Ma quest’anno c’è forte determinazione e in più abbiamo l’imbarazzo della scelta: recupera Lopez, recupera anche Sacilotto. Non abbiamo mai avuto la rosa al completo come in quest’occasione”.

E che ci sia veramente ottimismo, lo dimostrano ancora una volta alcune uscite brillanti. Ha voglia ancora di giocare con i numeri, Tesoro, e tornando con la mente a Viareggio, scherza: “Dopo ci sono state cinque vittore. Con Lerda è la regola. E se penso che abbiamo d’ora in poi altre cinque partite, problemi non dovremmo averne”. La speranza di tutti è quella, certo. Ma in una possibile finale, chi preferirebbe affrontare il presidente, fra Perugia e Frosinone? “Per me non fa differenza. Tutto dipende solo da noi”, dice di primo acchito. Poi ci riflette un attimo, e precisa: “Per simpatia, vorrei che il Perugia fosse promosso direttamente, tuttavia mi piacerebbe incontrarlo anche per capire fino in fondo se veramente è stato più forti di noi”. Insomma, semmai gli umbri non dovessero farcela già domenica, il guanto di sfida è lanciato.

Il presidente ritorna poi di nuovo serio quando si parla di suo figlio Antonio, che nelle vesti di direttore sportivo ha subito, nelle prime fasi, forti disapprovazioni per la campagna acquisti. “Chi all’inizio ha criticato dovrebbe cambiare idea e ammettere che quest’anno è stata allestita un’ottima squadra”. Una squadra, per inciso, sebbene uscita alla distanza e con diversi ritocchi, secondo il presidente “buona anche per la serie B”. Anzi, sbilanciandosi, aggiunge: “Sono convinto che se fossimo stati in serie B, avemmo detto la nostra anche nei quartieri alti”. Ergo, se promozione sarà, “l’anno prossimo si faranno interventi mirati”. Come dire: l’impianto c’è già.

Nella sua disamina di una stagione, non manca infine una nota (dolente) sugli arbitri. Cerca di non dire troppo, ma il disappunto traspare fin troppo chiaramente. “Meglio stare zitti in questo momento. Anche per gli arbitri non proprio all’altezza dobbiamo andare via dalla categoria”.

E il clima brioso è rinsaldato anche da un eloquente gesto di scongiuro che strappa qualche risata quando gli si fa presente che in giro si mormora che un insuccesso lo porterebbe a rivalutare l’idea di mollare tutto. “Non voglio nemmeno rispondere: è fuori discussione”. Chi vivrà, vedrà. 

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