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Lecce, tracollo in casa. Ora è sull'orlo del burrone

Brutta sconfitta per i giallorossi. Manovra spenta e molta tensione: Chevanton in campo nella ripresa ma viene sostituito da Piatti. Confronto tra i tifosi, il presidente, l'allenatore e il capitano

LECCE - La partita della svolta si tramuta nell'anticamera del tunnel che può portare in serie B. Il Bologna espugna il Via del Mare confinando il Lecce solitario al terz'ultimo posto in classifica. Basta un guizzo di Ramirez, lesto ad arrivare per primo su una respinta corta in area, a spegnere i confusi ardori dei giallorossi che, dopo un inizio discreto, hanno progressivamente rallentato esibendo una manovra compassata e prevedibile.

Un salvataggio provvidenziale di Della Rocca su colpo di testa di Jeda, un tiro del brasiliano di poco fuori a Viviano Battuto e un quasi gol di Corvia su staffilata che si infrange prima sulla traversa e poi sulla linea, forse oltre, non bastano a creare un alibi per una prestazione contraddistinta dalla tensione, visibile nell'impostazione del gioco tanto quanto nelle individualità. Senza Di Michele questa squadra zoppica, soprattutto quanto Olivera non è brillante come è accaduto oggi. Non basta la turnazione di tutti gli attaccanti ad alzare il livello di pericolosità ed alla fine il pareggio resta un miraggio.

Partita storta da tutti i punti di vista, che il Bologna ha gestito nella maniera più congeniale, colpendo nell'unica azione offensiva e rintanandosi in buon ordine nella propria metà campo per erigere una diga compatta contro la quale si sono infranti i confusi tentativi del Lecce.

Situazione nuovamente difficile. Dopo il momento no vissuto nel girone di andata tra la trasferta con la Roma e il match casalingo con il Chievo (quando il Lecce ritrovò i tre punti dopo sette giornate), De Canio si ritrova a dover affrontare un'altra volta il mare in burrasca, con la squadra nervosa ed un ambiente che è ripiombato tra le paure che gli ultimi mesi sembravano aver rimosso. E il battibecco tra l'allenatore e Chevanton, sostituito a venti minuti dal suo ingresso in campo, è il termometro di una temperatura adesso incandescente. Non ci sono molte soluzioni: la squadra, quando non riesce a esprimersi coralmente, palesa tutti i limiti della sua complessiva cifra tecnica. Ed è chiaro che l'obbligo di fare risultato, su gambe molli per la tensione, gioca puntualmente brutti scherzi.

Primo tempo: Tre chiare occasioni per il Lecce ma il gol lo fa il Bologna

Lecce in campo con la formazione annunciata: c'è Corvia a far coppia con Jeda. Per il resto tutto come contro la Roma, meno Grossmuller che va in panchina. Doppia occasione nel giro di un minuto: al 10' Viviano alza sulla traversa un colpo di testa centrale ma insidioso dell'attaccante romano; sul conseguente corner Jeda indirizza verso il secondo palo ma Della Rocca respinge a portiere battuto.

La partita cala di ritmo perché, se il Lecce non riesce a costruire niente di rilevante, il Bologna si accontenta di alleggerire la pressione. Quattro corner in mezz'ora sono poca cosa per i giallorossi, nel contesto di una manovra spuntata. Ed ecco che ci pensa Ramirez a complicare ulteriormente le cose: si fionda su una palla vagante in area e trafigge Rosati.

Schiacciato da un gol che pesa quanto un macigno, Giacomazzi e compagni reagiscono solo sul finire del tempo: dopo un tempestivo quanto disperato intervento di Fabiano su Di Vaio lanciato verso la porta, è di nuovo Jeda ad andare vicinissimo al gol. La sua botta da limite sfiora il palo alla destra di Viviano. Allo scadere del primo tempo il Lecce riesce quasi a far gol quando un tiro potente di Corvia, liberato da una percussione di Olivera forse viziata da fallo di mano, si stampa sulla traversa e poi (forse) oltre la linea. Ma l'azione è così veloce che nemmeno i replay fugano tutti i dubbi.

Sull'immediata ripartenza Ramirez si ritrova solo davanti a Rosati che però è bravissimo a respingere l'incursione, salvando la sua squadra dal tracollo. Nel recupero Munari rimedia un giallo, che gli costerà un turno di stop.

Secondo tempo: la partita di Chevanton dura venti minuti. A fine gara Semeraro, De Canio e Giacomazzi calmano i tifosi

L'avvio di ripresa non offre nessuno spunto degno di nota, tanto che all'undicesimo Jeda lascia il posto a Chevanton. Un minuto dopo Mesbah entra per Brivio. Due punizioni, una di Di Vaio e l'altra poprio dell'uruguagio, si infrangono sulle barriere. Le sostituzioni non giovano al Lecce, soprattutto perché l'attaccante si intestardisce in azioni personali e non trova mai né il tiro né l'assist per qualche compagno. La buona volontà di Vives e Giacomazzi non è accompagnata da spunti decisivi e per il Bologna, col passare dei minuti, si aprono varchi interessanti.

Al 28' Corvia riesce a buttarla dentro ma l'arbitro ha già fischiato per gioco pericoloso di Vives su Viviano, costretto poi ad uscire con il volto visibilmente insanguinato. De Canio decide di giocarsi la carta di Ignacio Piatti, sperando in un jolly, ma trova il risentimento di Chevanton richiamato in panchina. L'argentino si dà fare, prova a mettere in mezzo un paio di palloni ma senza che nessuno dei suoi compagni si presenti all'appuntamento. Lupatelli deve solo fare attenzione e nulla più e la gara finisce su un contropiede fallito dagli ospiti dopo cinque minuti di recupero.

Nel dopogara una cinquantina di tifosi hanno parlato a muso duro con il presidente Pierandrea Semeraro, l'allenatore Gigi De Canio e il capitano Guillermo Giacomazzi. Facile intuire cosa si siano detti. A nove giornate dal termine il tempo di recuperare c'è tutto. I punti che ci vogliono per salvarsi non sono utopia ma è chiaro che il presupposto fondamentale è che dalle crepe intraviste oggi non nascano spaccature. La giornata no dal punto di vista tecnico si può rimediare ma se saltano i nervi allora le speranze sono poche.

De Canio ha assicurato i tifosi che nessuno rema contro e gli ultras hanno chiesto alla squadra di metterci quel cuore che Cesena e Brescia stanno dimostrando di avere, quando sembravano oramai con un piede in B. Scenario simile a quello post derby: in quell'occasione il Lecce ha saputo fare quadrato e reagire come meglio non poteva. L'auspicio è che il riscatto si ripeta: in fondo, che i giallorossi dovessero lottare fino all'ultimo, era abbastanza chiaro fin dall'inizio.

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