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Sabato, 20 Aprile 2024
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Lepore e il Lecce, ciascuno per la sua strada: doloroso, ma inevitabile il saluto del capitano

Leader del gruppo che ha riconquistato la B, tifoso della squadra della sua città, è finito in panchina per scelta tecnica. In scadenza di contratto a giugno, non c'erano le condizioni per il rinnovo

LECCE – Il trasferimento di Franco Lepore al Monza, per il quale manca solo l’ufficialità (arrivata alle 15.08, ndr), è la soluzione migliore per tutti: per il calciatore leccese, capitano della squadra che ha riconquistato la serie B, ma anche per la società e per Liverani ai quali non deve aver certo fatto piacere tenere ai margini del progetto tecnico un elemento che è stato leader in campo e fuori.  C’è un tempo per il cuore e un altro per la testa.

Lepore non è solo il giocatore che ha sigillato con lacrime sincere il suo amore per la maglia nelle circostanze più difficili degli ultimi quattro anni in cui ha onorato i colori giallorossi, ma è anche il professionista che nella stagione in corso ha messo da parte l’orgoglio e i galloni, anteponendo la serenità dell’intero spogliatoio alle rivendicazioni personali. Lorenzo Venuti e Riccardo Fiamozzi gli sono davanti nelle scelte per il ruolo di laterale destro e, per quanto lui possa adattarsi in altre posizioni, anche da interno di centrocampo, è evidente che di spazi occupabili nello scacchiere di mister Liverani ne restano assai pochi.

Il tasso tecnico del Lecce di oggi, del resto, è molto più alto di quello di un anno addietro: la differenza di categoria si sente tutta. Di questo gap ne hanno fatto le spese molti dei protagonisti della cavalcata verso la serie B: Andrea Arrigoni, che era partito titolare e con la fascia di capitano e che da metà novembre ha giocato solo per una manciata di minuti; Ciccio Cosenza che ha disputato una sola gara da titolare e per il resto ha collezionato solo tre apparizioni; Marco Armellino, che pure sembrava essersi inserito nel disegno di Liverani collezionando tra novembre e dicembre sette presenze di cui cinque da titolare, ha già esordito nella sua nuova squadra, il Monza nemmeno a farla a posta. Giuseppe Torromino, che, è andato a cercare gol e minuti nella Juve Stabia capolista del girone C e Luca Di Matteo, che deve decidersi ad accettare una delle soluzioni che gli sono state prospettate.

In fondo con la promozione in B si è chiuso un ciclo che si portava dietro, volente o nolente, l’affanno e le tensioni di anni trascorsi a rincorrere un obiettivo, il peso  economico di un passaggio di proprietà che ha comportato un lungo lavoro di consolidamento patrimoniale e una ricostruzione della struttura organizzativa oltre che azionaria. Della transizione tra passato e presente i garanti sono da una parte il presidente Saverio Sticchi Damiani e i dirigenti, chiamati a scelte di tipo manageriale e finanziariamente sostenibili, e Fabio Liverani e il direttore sportivo Mauro Meluso dall’altra. I fatti stanno dando loro ragione.

Rinnovare il contratto a un calciatore in scadenza a giugno, che sta per compiere 34 anni e che non ha prospettive di impiego, avrebbe significato bloccare risorse – come l’ingaggio - che possono essere impiegate diversamente, magari per un investimento su un giovane ancora in erba. Nel calcio di oggi le bandiere sono una sorta di specie in via di estinzione, ma per andare avanti nel progetto di crescita di un club bisogna, almeno certe volte, saper sacrificare le ragioni del cuore.

Il sentimentalismo, infatti, spesso è un lusso che non ci si può permettere. Tuttavia, salutarsi così è dura nell’ultimo giorno della sessione invernale di mercato. Quello di Lepore, a pensarci bene, è stato l'ennesimo atto d'amore verso la maglia. Ci ha pensato lui a togliere le castagne dal fuoco, visto che ancora due giorni addietro il ds lo considerava, e giustamente, fuori dal mercato: come fai a cedere un capitano? Al massimo è lui che decide di andare via e così è andata a finire: ritrova il campo, ritrova moglie e figlia che risiedono in Lombardia. Magari un giorno non troppo lontano tornerà in veste diversa, ma con l'amore di sempre.

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