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Lerda torna in panchina a ottobre. La Corte di giustizia riduce la squalifica

Dalla prima partita di ottobre il tecnico del Lecce potrà tornare a dirigere le operazioni del campo. La sanzione, inizialmente di 7 mesi, è stata ridimensionata a 4. Ora la partita "maledetta" di Frosinone può davvero essere archiviata

LECCE – Riduzione di tre mesi della squalifica. L’allenatore del Lecce, Franco Lerda, potrà tornare in panchina già dalla prima domenica di ottobre: la Corte di giustizia federale della Figc, dopo aver ascoltato la sua versione dei fatti, gli ha accordato un sostanziale “sconto” rispetto ai sette mesi inizialmente comminati dal giudice sportivo.

La maxi sanzione era arrivata all’indomani della gara di ritorno della finale dei play-off tra Lecce e Frosinone, al termine della quale i giallorossi persero la possibilità di essere promossi in serie B mentre il tecnico di Fossano perse la testa, rispondendo senza andare per il sottile, alle provocazioni e agli insulti che gli piovvero addosso da due tesserati del club giallobu e da un tifoso aveva invaso, insieme a tanti altri, il terreno di gioco prima ancora che l’arbitro decretasse la fine dell’incontro.

Un’altra finale da dimenticare, insomma, dopo quella di un anno precedente contro il Carpi: anche in quella circostanza il Lecce vide sfumare la promozione e per la delusione dovuta al risultato a- gli emiliani bastò il pareggio per 1 a 1 – al termine del match ci fu un’invasione di campo da parte di un centinaio di supporter giallorossi, alcuni dei quali si lasciarono andare a gesti di violenza e a danneggiamenti. Ma oggi come allora, si va avanti e per il tecnico oramai alla terza stagione sulla panchina del Lecce quella di oggi è sicuramente una decisione da accogliere con sollievo. La discussione del caso è durata circa un'ora e per la linea difensiva approntata da Saverio Sticchi Damiani c'è stato un accoglimento pieno da parte del collegio giudicante. 

Partendo dall'ammissione di responsabilità da parte del tecnico per quanto concerne le reazioni violente avute in quei frangenti e che certo non sono state negate, il legale ha ricomposto il contesto nel quale sono maturate utilizzando anche la comparazione tra i referti disponibili: ben tre, quello dell'arbitro Ros di Pordenone, un secondo del commissario di campo e un ultimo dalla procura federale. In tutti sostanzialmente risultano le provocazioni nei confronti di Lerda: la prima sarebbe venuta dall'allenatore dei portieri del Frosinone il cui nominativo - è stato scoperto - non era nemmeno presente nella distinta ufficiale e quindi non avrebbe potuto essere presente a bordo campo. Appurato anche il fatto che l'invasione di  500 persone non poteva certo essere qualificata come pacifica e festosa.

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