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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nell'uovo di Pasqua ci sono i play-off. Il Foggia ha meritato il primo posto

Con la certezza matematica del secondo posto, il Lecce può pensare a preparare al meglio il supplemento di stagione. Concedere agli avversari il vantaggio di un clima pesante sarebbe atto di autolesionismo

LECCE – Nel turno in cui il Venezia ha conquistato la promozione diretta vincendo il girone B e la Cremonese ha superato l’Alessandria nel girone A, il Lecce ottiene la certezza matematica del secondo posto che vale l’accesso agli ottavi di finale dei play off, saltando un turno.

Così, per la quarta volta in cinque anni, i giallorossi proveranno a tagliare il traguardo della serie B vincendo la pericolosa appendice del campionato: ci provarono il primo anno, ma ebbe la meglio il Carpi. Poi ancora il secondo, ma la spuntò il Frosinone. La scorsa stagione il Foggia si impose nel doppio confronto valevole per la semifinale, per poi lasciare il passo al Pisa di Gattuso.

Il Lecce, per lo sforzo che sta producendo da quando è scivolato in terza serie a causa di una presunta combine, meriterebbe la promozione ma la gloria non è questione di curriculum ma la si conquista sul campo. Come ha fatto, del resto il Foggia al quale manca solo un punticino prima di stappare le bottiglie di champagne.

Va detto che il trionfo rossonero è meritato perché la squadra di mister Stroppa ha giocato il miglior calcio, è la più assortita in tutti i reparti – tra i quali spicca un centrocampo di livello assoluto – ed è quella che ha anche saputo tirarsi fuori a suon di calciomercato e di risultati da due momenti difficili: il primo dovuto al traumatico avvicendamento in panchina tra De Zerbi e Stroppa, concretizzatosi in pieno agosto; il secondo, a dicembre, dopo la sconfitta interna con il Fondi, quando i tifosi costrinsero i calciatori a lasciare lo stadio solo dopo molte ore.

Tra gli inserimenti operati a gennaio, quelli di Deli e Di Piazza hanno elevato ulteriormente il tasso tecnico di un organico già forte di suo e abituato ad una chiara impostazione del gioco. Il Foggia è la squadra che ha fatto più punti in casa ma anche in trasferta, ha una differenza reti impressionante, più 40, ed è quella che ha perso di meno, solo tre sconfitte in tutta la stagione. Nel doppio confronto diretto con il Lecce ha dimostrato di essere superiore: al Via del Mare la gara fu aperta, giocata dai salentini con coraggio, ma già allora la differenza, tra le righe, si vedeva. Allo Zaccheria il gap è diventato tangibile, a tratti imbarazzante, complice anche un atteggiamento mentale remissivo e smarrito degli uomini di Padalino.

I numeri, insomma, dicono che ha vinto la squadra più forte ma non per questo il prosieguo della stagione deve diventare un calvario. La contestazione dei tifosi del Lecce, innescata proprio dalla disfatta di un mese addietro a Foggia, è stata dura e la frattura col tecnico, difeso dalla società, appare insanabile.

Resta forte il rammarico di aver perso delle occasioni importanti: la principale a Francavilla dove i giallorossi, perdendo per 2 a 1, si videro sorpassare dai dauni che avevano allora due punti di ritardo. Se proprio vogliamo, è stato quello il match chiave, in negativo, perché poi le giornate storte capitano a tutti e capitano tutti gli anni: non c’è squadra di vertice che non abbia sprecato opportunità lasciando dei punti in giro. Ma, a essere onesti, probabilmente anche vincendo in terra brindisina il Lecce avrebbe poi dovuto cedere il passo al Foggia nello scontro diretto, alla luce delle considerazioni fatte sopra.

Però ora c’è una seconda possibilità che porta al medesimo traguardo, quello da tutti ambito, società, tifosi, squadra. Arrivarci nel migliore dei modi è un obbligo morale: la competizione sarà feroce e la componente psicologica fondamentale. Concedere agli avversari il vantaggio di un clima pesante sarebbe un atto di autolesionismo senza scusanti. La frustrazione del pubblico leccese, proprio per il fatto di aver disputato già tre volte i play-off, è comprensibile così come sacrosanta è la pretesa di una vis agonistica che si spinga oltre il possibile - da questo punto di vista il Lecce è parso più volte deficitario - ma adesso è il momento di azzerare i conti e ripartire. Non è ancora il momento, per fortuna, di un bilancio finale.

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