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Ecco "The Brothers": sei fratelli, un'unica squadra. Il singolare caso di Neviano

Davvero insolita la formazione di calcetto che partecipa ad un torneo in svolgimento da giugno ad agosto. Dal portiere alla punta, sono tutti fratelli. In campo si chiamano con i nomignoli già adottati da bambini. E le tre sorelle e il resto della famiglia fanno il tifo dagli spalti

NEVIANO – Il portiere Ramundo blocca il pallone in tuffo, si alza e rinvia. Raccoglie l’invito il terzino Ramundo, che dribbla un avversario e passa in diagonale per il centrale Ramundo, il quale cambia in velocità di prima per il mediano Ramundo. Quest’ultimo stoppa, si ferma, vede l'attaccante Ramundo scattare verso la porta e crossa: stacco, incornata di testa e gol. Esulta, poi, stremato, chiama il cambio. Al suo posto entra il jolly Ramundo.

Se credete che vi sia qualche bizzarro errore nell’ipotetica cronaca di una gara di calcio a cinque, vi sbagliate. Ramundo è il cognome di tutti i componenti di un’unica compagine. Molto, molto affiatata. Quando si dice che una squadra di calcetto è una famiglia. Sono tutti fratelli, infatti, i Ramundo, e vengono da Neviano. E se non formano una squadra di calcio vera e propria, poco ci manca. Perché in totale sarebbero addirittura nove, in casa. Tre, però, sono sorelle. Che si limitano a tifare dagli spalti. Immaginarsi il seguito, fra tutte le diramazioni famigliari formatesi negli anni.    

Il nome della squadra? “The Brothers”, i fratelli. E non potrebbe essere altrimenti. Tutti fra i 35 e i 45 anni di età, i fratelli Ramundo partecipano per il secondo anno consecutivo al torneo di calcetto “Memorial Alessandro Zizzari 14° edizione”, che si svolge nel loro paese, Neviano, da metà giugno a metà agosto. Luogo d’incontro per i confronti sul manto sintetico, l’oratorio parrocchiale. Un evento seguito da tanti nevianesi, al quale partecipano numerose squadre di giovani locali. Ma, inutile anche dirlo, loro restano in qualche modo un’attrattiva, per l’estrema particolarità del caso.

Il più anziano del gruppo è Antonio, ispettore capo della polizia di Stato. Poi ci sono Claudio e Mario, imbianchini, Marco, muratore, Andrea, rappresentante di ricambi per auto e Fabio, sottufficiale dell’esercito. Ma in campo, come nella vita, fra loro si cercano chiamandosi con i nomignoli che già adottavano da bambini, quando scorrazzavano in un cortile con i calzoncini corti e già prendevano a calci una palla.

E dunque, Antonio è Ttono, Claudio è Johnny, Mario è Marione, Marco è Giammà, Andrea è Capo, Fabio è Fabiulone. E così, oltre a far girare la palla, fanno girare la testa anche agli avversari. L’intesa e l’unione durante il gioco, infatti, sono eccezionali in campo come nella vita. “Una famiglia unita nello sport è una famiglia unita dovunque”, è il loro motto. Pronti a sfidare “The Brothers”?  

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