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"Tre punti di penalizzazione". Il procuratore Palazzi riapre il fascicolo di Lecce-Lazio

Dopo le dichiarazioni rese agli inquirenti di Cremona da Ilievski, considerato il capo della banda degli "zingari", torna d'attualità una partita sulla quale ci sono già stati due gradi di giudizio in sede sportiva. Maxi squalifica richiesta per Benassi, Ferrario e Rosati

LECCE – Tre punti di penalizzazione per il Lecce, sanzione massima nel caso di responsabilità oggettiva per una partita, e tre anni e mezzo di squalifica per Massimiliano Benassi, Stefano Ferrario e Antonio Rosati.

Il procuratore federale, Stefano Palazzi, ha chiesto di revocare la sentenza già emessa dalla giustizia sportiva in relazione alla gara Lecce-Lazio della stagione 2010/2011 in base alla quale il difensore centrale era stato fermato per sei mesi per omessa denuncia e il club condannato al versamento di una sanzione economica.

Palazzi dunque, alla luce delle dichiarazioni rese al procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, dallo slavo Hristiyan Ilievski dopo la sua costituzione avvenuta al'inizio del mese di maggio, ha riaperto un fascicolo che almeno dal punto divista dell'ambito sportivo pareva archiviato. Lo dice la stessa richiesta notificata oggi al club giallorosso, in cui si fa riferimento “a fatti nuovi, sopravvenuti al passaggio in giudicato delle decisioni pubblicate, la cui conoscenza avrebbe potuto comportare una differente valutazione delle contestazioni oggetto del deferimento”.

Gli inquirenti considerano Ilievski il capo degli “zingari”, il gruppo di reclutatori di calciatori disposti a pilotare le partite verso determinati risultati. Nel caso di Lecce-Lazio il sospetto è che ci fosse un accordo per un esito finale con almeno quattro goal: nei giorni precedenti la presenza nel capoluogo salentino di alcuni membri della banda, tra cui quella dello stesso Ilievski, sarebbe stata documentata.

Il match fini 2 a 4 per i capitolini, Ferrario – che in fase di interrogatorio aveva ammesso di aver ricevuto e respinto una richiesta avanzata da Alessandro Zamperini, uno dei principali imputati dell’inchiesta “Last bet” - non venne schierato da mister Gigi De Canio, mentre Benassi, all’esordio nella massima serie, fu espulso nell’azione che porto al terzo goal della Lazio: per rimpiazzarlo fu mandato in campo Rosati, il titolare di quella stagione.

La reazione dell’Us Lecce.

Dura la presa di posizione del club salentino: “Sembrava quanto mai strano – ha commentato Saverio Sticchi Damiani, presidente pro tempore - che per una volta l’Us Lecce non fosse tirata in ballo in procedimenti su illeciti sportivi. In effetti, la procura federale ha inteso colmare questo vuoto riaprendo un procedimento già chiuso con decisioni dei due gradi della giustizia sportiva che avevano escluso penalizzazioni in classifica per la nostra società. Risulta davvero singolare la scelta di riaprire un processo chiuso due anni fa”. Da ricordare che l'attuale esponente del nuovo corso societario ha difeso il sodalizio leccese proprio nel dibattimento relativo alla partita che oggi torna clamorosamente in discussione.

“La decisione presa dal procuratore federale – conclude Sticchi Damiani - è difficile da spiegare ai nostri tifosi e lo è ancor di più se si tiene conto delle bizzarre valutazioni proposte dagli stessi uffici federali in ordine ai fatti gravissimi contestati in questi ultimi giorni ad altri club. Tale spiacevole ed inaspettata sorpresa non minerà l’entusiasmo e la voglia di far bene del nuovo gruppo societario che è prossimo a rilevare definitivamente il club giallorosso”.

In effetti la mano leggera usata nei confronti del Catania – il cui presidente Antonino Pulvirenti ha ammesso gli illeciti – a fronte della mannaia che è pronta ad abbattersi su altre compagini come il Teramo, neo promosso in B ma destinato alla D con 20 punti di penalizzazione, lascia piuttosto perplessi su quali siano i criteri che effettivamente regolano le richieste della procura federale. Senza considerare che, nel caso che riguarda il Lecce, non emergerebbero profili di responsabilità nemmeno oggettiva per la Lazio del patron Claudio Lotito.

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