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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pari con Sassuolo. Lecce, prima promozione da capolista

Gara povera di emozioni, ma la vera festa è alla fine: i salentini tornano in serie A, e lo fanno per la prima volta nella loro storia da primi della classe. Il pareggio porta i giallorossi a 75 punti

Reti inviolate, un copione mai messo in discussione da due squadre che si osservano rispettandosi e tenendo giusto le distanze, per evitare pericolose dormite che scalfirebbero l'equilibrio perfetto. Finisce 0-0, con il Sassuolo. Al Lecce bastava un punto per volare in serie A, e così è stato. Emozioni con il contagocce, nei 90 e poco più minuti di gioco, ma il vero spettacolo arriva a fine gara, con celebrazioni sul podio allestito a ridosso del centrocampo, e corse euforiche a maglia ancora sudata sotto le curve. La casacca giallorossa si bagna per la prima volta nella sua storia con lo speciale champagne della capolista indiscussa. Non era mai accaduto, neanche nella memorabile, prima promozione, timbrata Eugenio Fascetti: pari punti con il Pisa, a quota 50, ma palma ai toscani, forti di una migliore differenza reti.

Per Gigi De Canio, una soddisfazione doppia. E' arrivato nel finale della stagione scorsa, in serie A, per parare i colpi di una gestione fino a quel momento confusa e deludente. Ma soprattutto per iniziare a gettare le basi di un percorso diverso, nelle innovative vesti di tecnico-manager, con poteri decisionali sul mercato. Ha centrato l'obiettivo probabilmente con uno o due anni di anticipo rispetto ai progetti iniziali di via Templari. Inserendo il suo nome a chiare lettere nella storia sportiva locale e non, con un primato costruito a campionato in corso e consolidatosi nel finale. Si chiude a 75 punti, e la città esplode di gioia. Una festa tenuta a freno per quasi un mese, nell'estenuante attesa che si compiesse il destino, e quindi ora ancor più dirompente.

Prima lo sgambetto del Cesena, poi il teso confronto di Vicenza, con un pareggio quasi scontato. Solo all'ultima giornata, si sono chiusi i conti con matematica e scaramanzia. E in quella coppa sollevata al cielo da capitan Giacomazzi, la bandiera degli ultimi anni del Lecce, segnati anche da altri momenti da brivido, tutto il significato più profondo e vero di un'annata calcistica che resterà scolpita nella mente della tifoseria per le emozioni che ha saputo regalare. Sarà anche l'ottava promozione in serie A, eppure mantiene inalterata tutto il fascino della prima volta.

Primo tempo, le vere emozioni arrivano… da Padova

De Canio parte con due preventivate assenze di rilievo, il bomber Corvia (scontava oggi l'ultima delle tre giornate di squalifica) e l'esterno sinistro Mesbah, rientrato in Svizzera per prepararsi al mondiale con la sua nazionale, l'Algeria. In campo scendono Rosati, Angelo, Ferrario, Mazzotta (che ritrova una maglia da titolare, proprio al posto dell'algerino), Munari, Vives, Giacomazzi (per il capitano, un ritorno proprio all'ultima di campionato) ed il trio d'attacco Defendi, Di Michele e Marilungo. Il doriano sarà tra i più attivi nella caccia al gol del commiato dai cadetti, che però non arriverà mai, se non in evidente off-side. Il Sassuolo di mister Pioli, che, a sua volta, con un punto consoliderebbe la quarta posizione, si schiera con Pomini, Rea, Piccioni, Minelli, Bianco, Schiavini, Riccio, Gorzegno, Titone, Quadrini e Zampagna.

Ma quella di oggi è anche giornata di incroci tra fortune diverse, e così, i tifosi - cornice memorabile - hanno un occhio sul campo ed uno sul tabellone. E se l'avvio è tutto leccese, l'esultanza arriva dopo tre minuti non per un gol di Marilungo o Di Michele, ma per quello di Di Nardo. La notizia giunge da Padova e si diffonde in pochi istanti in tutto lo stadio. Il Brescia sta perdendo, e questo non fa che agevolare i ragazzi di De Canio.

Ma intanto, c'è una partita da disputare, per sancire la chiusura definitiva dei giochi. Al 6', Di Michele tenta l'assist per Defendi, appostato sul secondo palo, ma la girata è imperfetta. I salentini continuano a pressare, ma, nonostante qualche apprezzabile spunto di gioco, con Angelo piuttosto mobile sulla destra, le conclusioni sono spesso fuori misura, o troppo deboli, come quelle di Marilungo fra il 16' ed il 18', che Pomini intercetta senza difficoltà. La migliore chance capita, però, tra i piedi di Angelo, che si accentra, buca la poco attenta difesa del Sassuolo, e lascia partire un tagliente rasoterra sul quale Pomini è abile a deviare in corner, distendendosi in tuffo. La rete si gonfierà solo al 33', con una perfetta conclusione all'angolino basso su servizio dalle retrovie di Fabiano. Si alza, però, la bandierina: fuorigioco, rete annullata. Il Sassuolo si fa notare sul finale, prima con Rea, che spedisce di poco al lato della porta difesa da Rosati, da calcio di punizione, poi con Titone, che prova il tiro sul primo palo, approfittando di una non precisa chiusura difensiva. La palla termina fuori.

Tripudio di bandiere, dopo il recupero inizia la festa

La ripresa si apre senza cambi e sussulti, non fosse altro perché le notizie, da Padova, si fanno sempre più rosee. Le rondinelle chiudono la prima frazione in svantaggio di due reti, al gol di Di Nardo si aggiunge quello di Cuffa, proprio sul filo dello scadere. Va da sé che la gara al "Via del Mare", sempre più tinto di giallorosso, venga avvolta da una spira quasi soporifera, se si toglie una splendida rovesciata di Zampagna, deviata impercettibilmente da Rosati, con pallone che si stampa sulla traversa. Ma anche in questo caso, come nell'azione del gol di Marilungo, si solleva la bandierina per segnalare un fuorigioco.

Inizia la girandola dei cambi, a partire dal 62', e rapidamente, cambiano alcuni dei protagonisti in campo, più che altro per assaporare il gusto della festa e fare doverosa passerella: nel Lecce escono Marilungo, Defendi e Vives, ed entrano Bergougnoux, Bertolacci e Schiavi; gli ospiti sostituiscono Schiavini, Quadrini e Zampagna con Noselli, Jirasek e Martinetti. E l'occasione più nitida di tutto il secondo tempo, capita proprio tra i piedi di uno dei nuovi entrati, Bergougnoux, all'altezza del 68': Di Michele, in piena area, gli serve un prezioso assist, il francese prova a superare Pomini con un rasoterra morbido, ma già come nel primo tempo su Angelo, l'estremo difensore è attento e toglie le castagne dal fuoco. Poi, davvero poco e niente, e quando anche i due minuti di recupero accordati dall'attento Rocchi di Firenze scorrono via, in un tripudio di bandiere al cielo, finalmente si può sollevare l'urlo liberatorio. E' serie A, e c'è da festeggiare per tutta la notte, fermando l'istante per sempre e scolpendolo nella memoria. Da domani, inizierà il futuro e l'estasi di una nuova avventura.

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