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Lecce in silenzio stampa. Padalino non si muove, ma il club pretende la reazione

Con una nota il club ha annunciato la sua decisione fino a nuovo ordine. La sconfitta di Foggia ha ferito l'ambiente ma anche la società

LECCE – Pasquale Padalino resta al suo posto e domenica contro il Fondi sarà regolarmente al suo posto. Quanto saldamente non lo si può dire, così come non si può ancora sapere quanto profonda sia la ferita rimediata ieri dal Lecce, sconfitto 3 a 0 dal Foggia, surclassato sul piano della determinazione agonistica e messo alle strette sul piano del gioco.

Certo è che si tratta di una lacerazione che brucia sulla pelle dei tifosi per il modo in cui è maturata la Waterloo sportiva, ma anche su quella dei dirigenti del sodalizio di via Costadura che certo non potevano immaginare un esito così scottante. Nel tardo pomeriggio una breve nota fa capire chiaramente quali siano gli intendimenti del club: silenzio stampa da parte di tutti fino a nuovo ordine, “per non lasciare nulla di intentato nella corsa promozione”.

Lo scopo probabilmente è anche quello di cercare di abbassare la tensione, preso atto della protesta di ieri sera degli ultras al rientro della squadra e più in generale del malcontento per le dichiarazioni e gli atteggiamenti del tecnico giallorosso a fine gara, mentre il fegato dei tifosi rodeva fino a consumarsi.

Il fatto che ci siano stati solo due ammoniti, di cui uno a tempo scaduto, Lepore, è del resto abbastanza indicativo di come sia stato sbagliato l’atteggiamento mentale prima ancora di alcune scelte tecniche che si sono rivelate troppo azzardate, come quella di schierare Fiordilino e Tsonev contro un reparto da categorie superiore. E’ vero che Mancosu era indisponibile, ma Arrigoni c’era e nella partita di andata, proprio contro il Foggia, aveva ben utilizzato il suo senso tattico per prevenire le giocate dei foggiani tra le linee.

I giallorossi hanno perso il duello sulle corsie laterali, ma anche per le vie centrali sono stati troppo morbidi e spaesati. Ciliegina sulla torta, si fa per dire, una vecchia pecca, la mancanza di cinismo: l’occasione non colta da Caturano nei primi minuti è stata quasi clamorosa, con un tiro sbilenco da ottima posizione, come anche si poteva fare di più nell’azione, peraltro bella, che ha portato Costa Ferreira alla conclusione dal limite. Il danno è stato fatto.

Con otto giornate ancora da disputare, di cui cinque in casa (mentre al Foggia toccano cinque trasferte), matematicamente tutto è possibile anche rispetto al primo posto. Dopo la gara di ieri nessuno sano di mente scommetterebbe su un tracollo della squadra di Stroppa, ma è chiaro che il Lecce deve lavorare per ritrovare uno spirito adeguato alle battaglie che ci saranno di qui alla fine della stagione regolare e soprattutto nei play-off, una lotteria che si vince col gioco, con la fortuna e con la personalità.

Il primo fattore a tratti si è visto e la sua precarietà può essere dovuta al fatto che il progetto tecnico è stato completamente rinnovato rispetto agli anni scorsi; il secondo è aleatorio, il terzo è quello più preoccupante. Bisogna darci dentro.

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