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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Supercoppa non vedenti, tensione alle stelle: tre rossi e gara ferma per 10 minuti

L'ha spuntata l’Asd Roma Disabili 2000 in casa dell'Ascus Lecce, ma dopo un confronto che definire acceso è poco. S'è quasi sfiorata la rissa in campo, tanto che la Federazione presto assumerà provvedimenti. Per i dirigenti salentini, gli ospiti l'hanno messa sul piano fisico e provocatori

LECCE – Avrebbe dovuto essere una grande festa dello sport, e invece per poco non s’è trasformata in una mega rissa. La tensione s’è tagliata con il coltello, ieri pomeriggio, durante la finale di Supercoppa di calcio a cinque, categoria B1, fra le formazioni di non vedenti dell’Ascus Lecce e dell’Asd Roma Disabili 2000.

Alla fine l’hanno spuntata gli ospiti della Capitale, di misura, per 1 a 0, ma non senza che la gara si concludesse con un polverone e una grossa difficoltà da parte dell’arbitro a gestire la situazione, visti i continui attriti, anche a gioco fermo, i falli di reazione, persino una sospensione di circa dieci minuti a causa di un principio di zuffa, con un parapiglia dietro a una delle porte in cui sono rimasti coinvolti in molti, fra calciatori e dirigenti, per calmare gli animi surriscaldati di un paio di atleti.

“Molto è da attribuire alla rivalità accesa che esiste fra noi”, spiega oggi Francesco Palumbo, dirigente dell’Ascus ed ex portiere della formazione leccese, di cui presidente è Salvatore Peluso. I leccesi, infatti, vantano un palmares di tutto rispetto a livello nazionale e i capitolini raramente si sono imposti, in questi anni. “La gara, quindi, a un certo punto s’è accesa fin troppo, anche perché loro l’hanno messa sul piano fisico”, continua Palumbo.

Il confronto è iniziato alle 16, presso il campo del centro sportivo “San Massimiliano Kolbe” di via Terni, nella zona 167 C di Lecce, sotto la direzione del signor Stefano Solazzo di Avellino. Gli ospiti sono passati in vantaggio nel primo tempo, in un momento in cui, stante sempre la trance agonistica, ancora dominava comunque il fair-play.

Poi, a un certo punto, un fallo di reazione di un romano, sanzionato con il rosso, ha trasformato la gara in una mezza battaglia, perché da quel momento in poi gli animi si sono esacerbati. Quando, poco dopo, altri due calciatori, ovviamente uno per parte, hanno quasi rischiato di arrivare a pestarsi l'un l'altro, è scoppiato il finimondo.

I cartellini rossi hanno riguardato entrambi, ma di mezzo ci si sono messi anche gli altri giocatori e i dirigenti perché i due hanno continuato a battibeccare anche imboccando l’uscita. E per circa una decina di minuti se n’è capito ben poco. L’arbitro è stato costretto così a sospendere temporaneamente il match.

“Il giocatore romano espulso ha anche inveito contro la città e i leccesi”, ricorda Palumbo. E tutto questo è avvenuto al cospetto del presidente della Fispic (Federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi), Sandro Di Girolamo, giunto nel capoluogo salentino per seguire l’incontro, e che quindi potrebbe a breve assumere provvedimenti disciplinari. 

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