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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Dalla promozione in A alle pene della Lega Pro: il 16 giugno, trent'anni dopo

Nel 1985, a Monza, il Lecce conquistava per la prima volta nella sua storia la massima serie. Sono trascorse tre decadi da quel giorno di gioia incontenibile: nelle prossime ore potrebbe decollare la trattativa per la cessione del club giallorosso

LECCE – Per molti leccesi è la voce del radiocronista Ezio Luzzi il ricordo più caro del 16 giugno del 1985: quel giorno la squadra salentina, allenata da Eugenio Fascetti, sotto la presidenza di Franco Jurlano e la direzione sportiva di Mimmo Cataldo, ottenne la prima promozione in serie A. I giallorossi erano impegnati a Monza, la partita finì 1 a 1 (goal di Alberto Di Chiara al 16’), e al triplice fischio dell’arbitro, Mattei di Macerata, si scatenò la gioia incontenibile delle migliaia di tifosi al seguito.

E’ molto probabile che, quel giorno, ogni famiglia del capoluogo salentino avesse un proprio rappresentante in terra lombarda. A centinaia arrivarono dalla Svizzera e dalla Germania. Contemporaneamente le strade di Lecce e di molti centri della provincia, preparate con molta cura per l’occasione da sempre attesa, si trasformarono nel palcoscenico della felicità.

“Attenzione Ameri, evento storico anche qui a Monza: il Lecce è serie A” – disse Luzzi interrompendo lo storico conduttore di "Tutto il calcio minuto per minuto". Il file audio, così come il servizio televisivo di "90esimo minuto", a firma di Franco Zuccalà, è custodito a distanza di 30 anni come una delle reliquie più sacre da chi ha la ventura di ricordare quel giorno impresso nella storia cittadina come un tatuaggio sulla pelle. Le due trasmissioni erano i simboli autentici di un mondo di cui oggi non restano che sbiaditi ricordi. 

Prima e dopo quel 16 di giugno altre date hanno scandito l’avventura calcistica del club giallorosso, ma nessuna, per quanto esaltante o “drammatica” ha 01-31-17assunto lo stesso valore: solo per citarne alcune, quella della promozione in serie B del 1976 e quella dell’8 luglio del 1987 in cui si giocò a San Benedetto del Tronto lo spareggio contro il Cesena che, imponendosi per 2 a 1, strappò la serie A alla formazione guidata da Carletto Mazzone. O ancora, in un periodo recente, l'onta della doppia retrocessione per tentata combine, e le finali perse contro il Carpi, due stagioni addietro, e contro il Frosinone l'anno scorso (la foto si riferisce proprio a quella partita).

A distanza di 30 anni il Lecce si ritrova in una fase di transizione in cui nulla è scontato: il presidente Savino Tesoro di passare la mano, dopo tre stagioni di vani tentativi di tirarsi fuori dal pantano della Lega Pro, vuole farsi da parte. Ma il pallone, in qualche modo, deve continuare a a rotolare così come il cuore dei tifosi più appassionati non cessa mai di battere per la squadra del cuore, indipendentemente dalla categoria che si va a disputare.

E forse non è un caso che proprio oggi, il 16 giugno, potrebbe prendere consistenza una trattativa per la cessione del pacchetto azionario nella quale l’avvocato Saverio Sticchi Damiani, che è anche un acceso tifoso del Lecce, ha assunto il ruolo di mediatore. L'auspicio è che, come allora, ci sia una svolta.

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