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Giovedì, 28 Marzo 2024

Video | Giuseppe Michele Ghezzi, frate delle periferie. Convegno a Casarano

"Comunicatore di Dio nelle periferie".  La Vice-Postulazione dei Santi dei Frati Minori della Provincia di Lecce insieme alla Famiglia Francescana di Casarano organizzano un convegno sulla figura del Venerabile Fra’ Giuseppe Michele Ghezzi

.Il convegno si svolgerà a Casarano presso il Convento “Santa Maria degli Angeli il 10 marzo alle ore 16.30. Tema scelto: " Fra Giuseppe Michele Ghezzi, comunicatore di Dio nelle periferie". Ci sarà a condurre la riflessione don Maurizio Giannella, giornalista di Telepace, con la presenza del Vescovo di Nardò-Gallipoli, Mons. Fernando Filograna, il Ministro Provinciale dei Frati Minori Fra’ Alfonso Polimena e il Vice-Postulatore Fra’ Giancarlo Maria Greco.

In un’era in cui le comunicazione diventano sempre più importanti per l’uomo d’oggi, risalta sempre più l’urgenza del buon utilizzo nell’ambito.

Fra’ Giuseppe nella sua vita, da giovane e poi da Frate Minore, ha saputo comunicare sempre attraverso le sue visite continue tra la gente con l’itineranza di paese in paese, di città in città e con il mezzo della lettera, infatti  si contano più di 1000 lettere scritte alla sorella Suor Clotilde, monaca carmelitana presso il Monastero di Bari e ai suoi conoscenti e benefattori per le Missioni Francescane. La comunicazione per il Ghezzi era importante per sostenere il cammino spirituale di ogni buon cristiano.   

Scopo del Convegno  non solo far emergere la testimonianza di Santità, riconosciuta dalla Congregazione per la Causa dei Santi nel Dicembre del 2000 confermando pubblicamente l’esemplarità del suo vissuto dichiarando il Ghezzi “venerabile” cioè egli ha posseduto e praticato le virtù teologali: la fede, la speranza e la carità, ma la sua itineranza nel portare il Vangelo con la testimonianza della vita e con i mezzi poveri del suo tempo.  Lui vive tra le due guerre mondiali, diventa il consolatore per tanti che vivono il dolore per la perdita di un figlio in guerra. Tante persone, nella testimonianza al processo diocesano per la Canonizzazione del “povero frate salentino”, raccontano che entrando in un paese o città la prima visita era quella di recarsi  in chiesa e fermarsi, ore e ore, davanti al Tabernacolo e anche quello stare in ginocchia era un comunicare con Signore per chiedere grazie, sostegno, consolazione, ma soprattutto nel diventare, giorno dopo giorno, un canale di speranza per ogni uomo. Anche al suo rientro in convento, dopo la missione nei paesi del Salento,  era solito passare un po’ di tempo, prima di ritirarsi nella sua povera cella, davanti a Gesù Eucarestia; era diventato per la gente quindi comunicatore del vero “Amore”.

Il 31 Agosto del 1916 alla sorella Suor Clotilde, dal Convento “San Francesco in Manduria,   scrive:  "Che il Signore sia da tutti conosciuto ed amato: ecco il desiderio che deve animare ardentemente ogni anima veramente cristiana" . Non c’è augurio più bello per un semplice frate come il Ghezzi, che abbandonata ogni ricchezza e titolo nobiliare, voleva essere tutto per il Signore seguendo l’esempio e l’insegnamenti di san Francesco d’Assisi.

Il Venerabile Fra Giuseppe Ghezzi vive 50 anni da frate, quando a 33 anni, chiese di entrare per vivere e sperimentare la fraternità nell’Ordine dei Frati Minori nel Convento di Sant‘Antonio a Fulgenzio di Lecce nel Luglio del 1905.  Rinuncia al titolo di Conte e alle ricchezze del proprio casato.

Il  padre Leonardo Putignani, che per tanti anni visse insieme con il Servo di Dio nel convento Sant'Antonio in Lecce, scrive: "oltreché uomo di Dio, egli diede luminosa prova di essere un vero figlio di San Francesco di Assisi, attenendosi in tutto e per tutto alla rigorosità della regola professata e all'osservanza più minuta di ogni singolo precetto, onde era amatissimo anche dagli altri stessi frati. Era attaccato alla povertà serafica fino allo scrupolo, per cui quasi mai lo si vide vestito con un abito nuovo, quantunque non risparmiava la sua attenzione alla pulizia".

Povertà e itineranza sono due virtù costanti nella vita del Ghezzi. L’itineranza, non solo conventuale di spostasi in più conventi e obbedire al volere dei superiori, ma soprattutto quella di stare tra la gente, di paese in paese nell’essere “migliore nell’annuncio del Vangelo” come annota Papa Francesco ai consacrati il 2 maggio 2017 “i migliori, i superiori li mandino in periferia. Quando parlo di periferie parlo di tutte le periferie, anche delle periferie del pensiero. Parlare con i non credenti, gnostici, quella è una periferia, eh! Poi ci sono le periferie sociali, dei poveri…. Scegliete bene chi inviare nelle periferie, soprattutto quelle più pericolose. I migliori devono andare lì”.

Fra Giuseppe ha scelto sempre la periferia dove nessuno ci voleva andare per portare la parola del Vangelo per dare speranza od ogni uomo e donna che incontrava.

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