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L'Infanzia violata di tre fratellini: condanna a nove anni per lo zio che li molestava

Il pubblico ministero aveva invocato otto anni di reclusione, ma i giudici della prima sezione penale sono stati persino più severi nella decisione. I fatti scoperti soltanto dopo che la bimba, all'epoca di 7 anni e i fratelli di 5 e 4, furono condotti in regime di semiconvitto presso una fondazione

LECCE – Una bimba all’epoca dei fatti di 7 anni e i suoi due fratellini di 5 e 4 anni, avrebbero subito per diverso tempo frequenti abusi sessuali da parte di uno zio paterno, M.S., di 36enne di Casarano.

L’uomo oggi è stato condannato a nove anni di reclusione nel giudizio in primo grado che s’è svolto davanti ai giudici della prima sezione penale di Lecce (presidente Gabriele Perna, a latere Maria Francesca Mariano e Sergio Tosi). Di sicuro, stando a quanto accertato dopo un’indagine disposta dalla Procura di Lecce, i fatti si sarebbero consumati fino all’aprile del 2008.

Il fascicolo inizialmente era in mano al pm Angela Rotondano, poi fu ereditato da Maria Cristina Rizzo (che oggi opera presso la Procura minorile), ma questa mattina in udienza era presente Maria Vallefuoco, che davanti alla corte ha chiesto otto anni di reclusione.

Dunque, una pena già severa, quella invocata dal magistrato, persino inasprita nella formulazione finale dei giudici, che hanno inteso infliggere un anno in più. Si resta ora in attesa delle motivazioni che hanno condotto a questa decisione.

La vicenda, come spesso avviene in questi casi, è maturata in un contesto familiare difficile, di degrado, fra sporcizia e persino carenza dei generi di prima necessità, come abiti adeguati all'età.

Le perverse attenzioni sessuali si sarebbero verificate nelle varie occasioni in cui i tre bimbi si sarebbero venuti a trovare in casa dello zio, nel corso di alcune visite. La vicenda fu scoperta quando i servizi sociali, su indicazione del Tribunale dei minori, affidarono i piccoli alle operatrici della “Fondazione Daniela e Paola”, una onlus di Casarano.

Fu qui, in un clima più confortevole e ricco di attenzioni, che, iniziando a nutrire fiducia, i bimbi si aprirono e raccontarono le loro agonie. Successivamente furono collocati presso l’associazione “La nostra famiglia” di Ostuni, e nel frattempo l’indagine era ormai già entrata nel vivo. I bimbi furono ascoltati nel corso di un incidente probatorio al cospetto dello specialista in psichiatria Serafino De Giorgi, incaricato come consulente di verificare l’attendibilità delle testimonianze.

Il 36enne era accusato "per avere in più occasioni costretto con violenza e minaccia i nipoti [omissis], tutti minori degli anni 10 all’epoca dei fatti a  subire atti sessuali". Dunque, atti sessuali con minori, continuati e aggravati proprio dal fatto avessero meno di 10 anni di età. Oltre alla condanna a nove anni di reclusione, ha subito l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Nei confronti di ciascuna delle tre piccole vittime di quest’ennesimo caso di infanzia violata, rappresentate dall’avvocato Raffaele Di Staso, è stato disposto un risarcimento di 30mila euro. L’imputato era difeso dall’avvocato Silvio Caroli, oggi rappresentato in aula da Vincenzo Del Prete. 

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