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Agguati: dalle armi sequestrate a breve una svolta nelle indagini

Presto delle novità circa i due fatti di cronaca avvenuti in autunno a Casarano. Le tracce nel rinvenimento di pistole sequestrate nel giorno di San Valentino, nell'auto di un 23enne

CASARANO - Le indiscrezioni si fanno via via più insistenti. Il giorno di San Valentino, nel mese scorso, potrebbe essere quello della svolta. A breve, infatti, si affacceranno nuovi, rivoluzionari dettagli sui due agguati di Casarano che, in un effetto domino, hanno infiammato il clima della cittadina con conseguenze anche di natura politica. In un recente sequestro di armi (in foto), avvenuto appunto nel dì della Festa degli innamorati, si celerebbe il filo invisibile che potrebbe portare gli investigatori dell’Arma direttamente agli autori di uno degli agguati.

 Il secondo, in particolare, quello avvenuto a poche settimane dall’omicidio di Augustino Potenza, e che ha provocato il grave ferimento di Luigi Spennato, un 41enne del posto, orbitante attorno all’ambiente dello stesso Potenza. Tutto è cominciato quando, lo scorso 14 febbraio, i carabinieri hanno sottoposto a una perquisizione un ragazzo della cittadina salentina, Luigi Calabrese. Il 23enne, all’interno della Opel Corsa (intestata peraltro all’ignara nonna), aveva nascosto tre pistole perfettamente funzionanti, di cui una risultata rubata a Lizzanello il 23 ottobre del 1984.

All’alba, il ragazzo era stato fermato e poi tratto in arresto. Ma gli inquirenti non lo avevano soltanto trovato in possesso di armi. Calabrese aveva infatti nascosto anche 152 cartucce  e quasi un chilogrammo di hashish, in un garage di uno zio all’oscuro dei movimenti del 201-20-4-2-23enne.  I riflettori degli investigatori, a quel punto, non soltanto sarebbero stati puntati sul mercato della droga nella cittadina (il solo stupefacente apre già a diversi interrogativi sulla gestione dello smercio nella cittadina). Ma ad attirare l’attenzione, soprattutto la compatibilità delle tre pistole con quella utilizzata dai sicari per ferire Spennato, in quella sera del 28 novembre, nei pressi della collinetta nota come “Madonna della Campana”.

Mentre nell’episodio costato la vita ad Augustino Potenza, a fine ottobre, i sicari usarono per lo più armi lunghe, nel secondo hanno invece fatto ricorso ad armi diverse: sia kalashnikov, sia una pistola. Ebbene, quest’ultima potrebbe essere una di quelle rinvenute nella Opel Corsa di Calabrese. Uno stillicidio di coincidenze, nelle ultime ore, che potrebbero aver dato vita a un’accelerata nelle indagini e indicare  ai militari del Nucleo investigativo dell’Arma i nomi dei responsabili di uno dei fatti più efferati registrati dalle cronache locali.

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