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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Mistero a Casarano, in città compaiono manifesti inquietanti contro politici

Un messaggio inquietante quello affidato ad alcuni manifesti affissi lungo le strade di Casarano. Ancora una volta la cittadina del basso Salento torna a far parlare di sé dopo l'ordigno fatto esplodere, alcuni giorni fa, sulla rampa del box di Remigio Venuti

CASARANO – “Mafia? Avete truffato. Avete rubato. Avete distrutto un paese e 21000 abitanti. Questi che tipi di reati sono? E la giustizia dove è? Ladri restituite quello che non è vostro”. Un messaggio inquietante quello affidato ad alcuni manifesti affissi lungo le strade di Casarano. Ancora una volta la cittadina del basso Salento torna a far parlare di sé dopo l’ordigno fatto esplodere, alcuni giorni fa, sulla rampa del box di Remigio Venuti, primo cittadino di Casarano fino al 2009.

Difficile, al momento, comprendere gli autori e il significato (politico e intimidatorio) dei manifesti. Non è un caso, comunque, che l’affissione sia avvenuta alla vigilia della “marcia civica”, il corteo organizzato da “Libera” contro gli ultimi atti di intimidazione avvenuti in città. Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Casarano, al lavoro per raccogliere ogni elemento utile per risalire agli autori del gesto che non ha risparmiato nemmeno il portone del Municipio.

“Adesso è chiaro. Chiunque abbia innescato a Casarano la spirale della violenza gioca criminalmente a intorbidare le acque utilizzando l’antipolitica come facile esca – il commento dell’onorevole Teresa Bellanova –. Un modo per imbavagliare e impedire parole tenendo in scacco una comunità sociale e politica. Basterebbe già questo per poter parlare di intimidazione mafiosa. E’ un trucco antico che conosciamo fin troppo bene e che oggi, anniversario della strage di Capaci, ha un sapore fin troppo macabro”. Il politico salentino ha già confermato la sua presenza domani a Casarano.

"Aderisco convintamente alla marcia civica contro gli atti di violenza e la criminalità a Casarano, organizzata da Libera ed altre associazioni della città", fa eco Danilo Scorrano, consigliere provinciale di Sel. "Credo che sia giunto il momento visti i gravi episodi di intimidazione avvenuti in città, l'ultimo in ordine di tempo ha visto vittima l'ex sindaco Remigio Venuti, di unirsi e gridare forte a coloro che pensano di imporre il malaffare instaurando un clima di paura che tutte le forze civili e democratiche sono pronte ad ergere un muro di legalità e far trionfare il diritto". "L'affissione di un manifesto contro l'iniziativa di domenica 24 maggio - conclude  deve essere ulteriore stimolo alla partecipazione e alla lotta contro tutte le mafie".

“Il partito comunista aderisce alla marcia, ma non vede altre marce in favore dei più deboli”. Polemici i toni di Vladimiro Guida, segretario del Partito comunista di Casarano-Matino-Parabita, sezione Lenin. “Quanto accaduto all'ex sindaco – dice - può essere definito isolato, perché non ci sono elementi e moventi che portino nella direzione dell'avvertimento mafioso anche secondo quanto dichiarato dallo stesso Venuti”.

Nei giorni scorsi proprio il Partito comunista era stato fra i primi ad assumere posizione, solidarizzando con Venuti.
“Siamo certi – avevano detto - che quanto accorso sia un episodio isolato dettato dall’ignoranza culturale che non ha nulla a che vedere con le logiche del manifestare un dissenso o una forte critica sia in ambito politico che in altri ambiti per i quali non possiamo assolutamente esprimerci non conoscendo il movente”.

“Resta inteso che il contenitore sociale, culturale ed economico in cui viviamo oggi, dove la crisi sistemica generata e voluta dai borghesi presenta un terreno fertile per lo sviluppo di tali comportamenti delittuosi deve essere superato dalla buona politica comunista in rappresentanza dei ceti più poveri che non hanno voce”. “Per questo e per molto altro il Partito comunista resta in prima linea contro tali avvenimenti che non fanno altro che peggiorare l’attuale situazione rischiando di far pagare le conseguenze sempre ai più deboli”.

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