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Bancarotta fraudolenta aggravata: quattro imprenditori in arresto

Attivi nel settore dell'alluminio, nella zona di Galatina, si trovano ai domiciliari. L'ordinanza è stata eseguita dal nucleo di polizia economico-finanziaria della fiamme gialle di Lecce

LECCE - Quattro imprenditori salentini, attivi nel Galatinese nella produzione e nell'assemblaggio dell'alluminio, sono stati costretti agli arresti domiciliari in virtù di un'ordinanza di misura cautelare eseguita dalla guardia di finanza di Lecce al termini di un filone di indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria: si tratta di Pietro De Carlo, Luigi Beccarisi e i figli Leonardo e Cosimo.

I militari sono convinti che soci e amministratori della Futura Sistemi srl - con sede a Soleto - abbiano proceduto, nella fase di liquidazione, allo svuotamento del patrimonio aziendale con lo scopo di sottrarre beni alla procedura fallimentare, il tutto in danno dei creditori e dello Stato.

I finanzieri hanno documentato l'omissione, da parte dei quattro finiti in arresto, degli adempimenti fiscali e previdenziali in capo alla società, accumulando debiti verso l'Inps e verso l'erario, per un totale di oltre un milione di euro. Inoltre è stato appurato il prelievo di 178mila euro in contanti dal conto corrente dell'azienda poco prima della sentenza dichiarativa di fallimento. L'operazione è stata formalmente giustificata come necessaria per un investimento in titoli, ma di fatto la somma sarebbe stata distratta e beneficio personale.

Le indagini hanno messo in evidenza anche un atteggiamento ostruzionistico degli amministratori, accusati di aver occultato la documentazione contabile per complicare la ricostruzione investigativa: per questo è stata loro contestata la bancarotta fraudolenta aggravata e continuata in concorso. I finanzieri hanno collegato le attività degli imprenditori ai fallimenti di altre società della zona, comunque riconducibili agli indagati, caratterizzati dallo stesso modus operandi: svuotamento del patrimonio e trasferimento dei lavoratori da una società all'altra.

Il giudice per le indagini preliminari, Carlo Cazzella, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Donatina Buffelli, riconoscendo la pericolosità della condotta per il sistema economico imprenditoriale salentino. 

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